Rileggendo le due parti precedenti sulla retrospettiva mi sono reso conto che molti dei punti che ho sollevato, soprattutto sull’incongruenza della trama, trovano una spiegazione se sì è molto pazienti o molto appassionati. Star Wars ha infatti un universo espanso gigantesco che vanta romanzi, videogiochi, serie animate e fumetti, moltissime cose che ho detto e che effettivamente non tornano trovano una dettagliata spiegazione fuori dai film, come ad esempio il maestro Sifo Dyas, accidenti a lui.
Questo certo metterebbe sotto una nuova luce le mie critiche ai precedenti capitoli, è anche però vero che i film della trilogia 1999 / 2005 si propongono ad un pubblico vasto, sono sì fatti per i fan e i nerd di 40 anni buzzoni sudati, ma sono anche prodotti commerciali che dovrebbero essere quindi fruibili a tutto il pubblico che decide di rapportarcisi. Non capisco a questo punto se lo scalino narrativo costruito dalle prime due parti di questa nuova trilogia sia stato un errore o una mossa studiata (male): non è ovviamente possibile definirli di nicchia perché le campagne pubblicitarie furono per l’epoca massicce e il prodotto è palesemente commerciale infatti né ricalca stilemi e voglie, tuttavia non è nemmeno possibile definirli commerciali perché danno per scontato delle conoscenze che chi non ha sondato un po’ dell’universo espanso non può conoscere.
(Universo espanso = Wikipedia)
Questo è un grossissimo errore da parte di questa tripletta di film, forse si è provato a nascondere la narrazione sconclusionata e pretestuosa tentando di stupire con gli effetti speciali, con i duelli di spada (sempre molto ben costruiti), con questo immaginifico così strabordante che quasi sembra ti voglia dire: “Hey hey! Guarda qui! Yoda usa la spada! Non badare alla trama, ci sono i mostri!”
Allora dove sta la verità? Cosa volevano fare? Lucas si sarà avvalso di altra gente per correggere e visionare lo scritto? Anche se lui è l’unico accreditato come scrittore avrà avuto qualcuno che avrà pensato: “George queste cose non si capiscono” O davvero questa è 100% farina del suo sacco?
Poco tempo fa (scrivo questi pensieri nell’aprile del 2016) vidi una sua indignatissima intervista dove confessava di essersi pentito dei diritti venduti alla Disney perché avevano travisato quello che secondo lui doveva essere Star Wars. Per quanto possa compatire questo omaccione paffutello, a cui voglio bene alla fine, non vedo quale potesse essere la sua visione di Star Wars, perché quando ha preso l’intero brand in mano il prodotto è andato a finire in un campo di nebbia molto fitto da cui si è svegliato disorientato. E’ sì perché se bene il primo film della saga sia farina del suo sacco e sia in effetti un lampo di genio nel campo del cinema commerciale, l’esperimento finisce li. I due successivi film vantano di scrittori e sceneggiatori aggiunti a Lucas, per non parlare dei due registi Marquand e Kershner totalmente estranei alla saga e a questo genere di produzioni, ma che comunque vantavano di un curriculum tecnico piuttosto lodevole.
Quindi questa visione di Lucas, chiaramente vivida nel primo lavoro ma che certo non si fa sentire nella struttura narrativa, in cosa consiste di preciso? Non ha spiegato nulla con la sua personale nuova trilogia e il pezzo migliore della saga è per buona parte in mano ad altri, anche per un suo esplicito volere, sì sto parlando di The Empire Strikes Back.
Ad esempio i salti temporali tra i tre film, c’era davvero bisogno di saltare di 10 anni in 10 anni? Gli eventi non potevano essere detti in modo differente? The Phantom Menace è un film piuttosto inutile ai fini della trama, oltre a trovare Anakin non succede praticamente nulla di comprensibile né che avrà un seguito. Questo continuo saltare anni e anni di narrazione lasciata all’immaginazione dello spettatore cosa porta? Ci troviamo davanti una crisi di cui non sappiamo le dinamiche di nascita né sviluppo, che porterà ad una guerra che però non ci viene mai mostrata nella sua interezza ma solo nella sua frettolosa risoluzione. Ci troviamo sempre all’inizio o alla fine di un evento senza che però questo venga costruito un minimo, ovviamente esclusa l’ascesa di Anakin Skywalker al lato oscuro.
Assumendo dunque che questo fosse il principale obiettivo della trilogia del primo decennio del 2000 possiamo forse arrivare alla conclusione che Lucas volesse farci vedere delle storie personali dei personaggi che più ama inserite nella sua ambientazione politica / militare. E’ l’unica conclusione a cui posso arrivare dopo quelle sparate su Episode VII, certo anche questo comunque mal veicolato nei film e in contrasto con il povero Star Wars The Force Awakened che segue le vicende da molto vicino di due nuovi eroi, legati comunque all’originale trilogia, e quindi all’idea di sviluppare i personaggi.
Prendiamo appunto l’escalation al lato oscuro di Anakin: troppo frettolosa e veramente analizzata solo nell’ultimo capitolo della saga, dove vediamo anche il “corteggiamento” da parte di Palpatine ai suoi danni. Nel primo episodio non ha nessun peso oltre a urlare e farsi vedere con la faccia imbronciata, nel secondo episodio è sì un giovane scanzonato (scanzonato, che cazzo di aggettivo mi è venuto in mente, mi ricorda… come era? Riverdale buffa città, i tuoi scolari han sempre zero in condotta. Mi ricorda le sigle di Cristina la parola “scanzonato”) e impulsivo ma da questo all’uccidere dei bambini apprendisti Jedi c’è un notevole salto in avanti.
Non sarebbe stato meglio relegare l’Anakin bambino alle pretestuose scritte iniziali facendoci vedere il suo declino su tre film, magari partendo dalla scoperta dei cloni o dal pre separatismo?
E’ questo alla fine il problema più grosso di questi film, sono dispersivi, mal pensati e sembra che arrivino in ritardo su molti degli eventi, lasciandoci spesso a bocca asciutta.
Il punto è che se una situazione non la costruisci decentemente, non c’è nessun build-up, lo spettatore non sarà emotivamente coinvolto. Anche se una scena la gestisci bene, come molte nel terzo episodio, sarà comunque inutile: non conosco i personaggi, non capisco in che situazione sono e non so come ci sono arrivati, di conseguenza me ne frega il giusto.
Come se mi metti in difficoltà forzandomi a apprendere nozioni esterne ai film per capirne le dinamiche, mi metti in una posizione che un film del genere certo non richiede.
Episode III – Revenge of the Sith (2005)
Secondo me questo film è più che decente, quindi non mi sento di scazzarlo, farò un’analisi rapida di un prodotto abbastanza buono ma con delle evidenti pecche, ne approfitto anche per chiudere con un tono un po’ più serio.
Si parte: scritta verso l’alto per scoprire che Palpatine è stato rapito da un generale dei separatisti, Grievous, e c’è la guerra galattica tra la repubblica e chi vuole distaccarsene. Obi Wan e Anakin vengono mandati in soccorso di Palpatine che attualmente è prigioniero su una nave ammiraglia separatista in orbita attorno Coruscant.
La scena apre molto bene, finalmente Lucas si scioglie un po’ con questa macchina da presa digitale e ci fa volare dentro un battaglia usando lo strumento di ripresa in modo lungimirante creando aspettativa e tensione. Si parte dai due caccia dei nostri amati eroi Jedi che sembrano volare solitari, per poi finire nel mezzo di un casino spaziale inumano. La colonna sonora come sempre sottolinea benissimo il momento. Il soccorso dei Jedi a Palpatine sarà vittorioso e finiremo sulla superficie del pianeta seguendo da molto vicino le vicende amorose di Anakin e Padmé. La scena in generale è molto divertente, e introduce forse il miglior cattivo di questa trilogia, peccato che si corra troppo fin da subito e nuovamente siamo nel mezzo di eventi che si stanno risolvendo senza essere passati per nessun antefatto rilevante.
Grievous non si era mai visto e questo è un peccato visto che è un cattivo con un passato oscuro e sicuramente quello che più di tutti buca lo schermo in quanto ad aspetto fisico e caratterizzazione.
Il conte Dooku viene ucciso per mano di Anakin dopo un duello devo dire ben strutturato nella sua cornice, però anche qui sì ha la sensazione che manchi qualcosa. Era il cattivo principale del passato episodio e viene liquidato con superficialità non dando allo spettato il tempo di entrare in sintonia con le motivazioni e il carattere del personaggio, morte senza empatia. Certo la scena inizia a mettere le basi per il morboso rapporto tra Palpatine, che ricordo è il signore dei Sith, e il suo futuro allievo Anakin mostrandoci un cancelliere spietato e un Jedi corruttibile e emotivo, secondo me comunque non giustifica l’uscita di scena frettolosa di un personaggio e un attore (Christopher Lee) che avrebbe meritato più spazio.
Grievous viene battuto e scappa su Utapau, dove i separatisti si stanno nascondendo, Anakin e Obi Wan vengono accolti come eroi su Coruscant.
Segue una bella scena tra Anakin e Padmé dove lei confessa di essere incinta, tutto questo pezzo è sotto una luce oscura e un tono molto gravoso. Interessante scelta visto che spesso la nascita di un figlio è percepita come una festa. Apprezzo molto questa piccola parte tra questi personaggi, è personale e intima ma al contempo ci fa percepire un disastro di proporzioni galattiche che va oltre loro due.
E qui ci si rende conto di due cose: la prima è che Hayden Christensen adesso recita molto meglio rispetto all’episodio precedente, e questo è solo un bene, la seconda è che il film ha un tono drammatico inaspettato se si segue gli standard che la trilogia aveva fino ad adesso.
Mi soffermo un secondo a ragionare su questa cosa, che come molte mi lascia ancora una volta storidto. Si può sapere che tono vuoi dare alla tua saga? Cioè, parliamoci chiaro: capisco che una saga di tre film possa avere delle leggere virate di tono, o che in un arco molto lungo si sviluppi per poi cambiare natura, come per Harry Potter ad esempio. E’ anche vero che, sempre prendendo Harry Potter come esempio, nelle saghe riuscite o comunque strutturate in modo chiaro se si assiste ad un cambio di tono non si ha la sensazione di stare assistendo a una cosa che tradisce gli iniziali propositi. Qui si hanno tre cambi di tono e di narrazione netti e marcati.
The Phantom Meneace è chiaramente un film per bambini di 7, 10 anni.
Attack of the Clones è un film dai chiari stilemi adolescenziali, quasi un teen drama.
Revenge of the Sith è oscuro e dark, definitivamente non un film per bambini e che si lascia alle spalle quelle voglie briose, ma talvolta stupidamente esistenziali del secondo capitolo, per tirarci sul muso un drammone a tratti molto pesante. Almeno rispetto a quanto visto fino ad adesso.
Non c’è coesione nemmeno nell’idea di questi film. Lucas forse tentava di correggere il tiro ascoltando le lamentele dei fan? Errore, non sei su youtube caro mio. Devi dimostrare di saper cosa vuoi e di saperlo realizzare. Senza compromessi, un piano chiaro in mente da portare avanti.
Comunque, Anakin inizia ad avere sogni sulla morte durante il parto di Padmé, Obi Wan va dietro a Grievous con una divisione di cloni come supporto.
La storia qui ovviamente si divide, Anakin cade vittima della trappola di Palpatine che presuppongo induca i sogni sulla morte di Padmé per poi convincerlo che l’unica via per salvarla è abbracciare i poteri del lato oscuro, più potenti di quelli che usano i Jedi, scoprendo definitivamente le carte e rivelandosi per quello che è.
Obi Wan si scontra con Grievous sconfiggendolo ma assistendo da vicino all’ordine 66, uno switch genetico nella struttura dei cloni che sentendo il signore oscuro dei Sith pronunciarlo lo riconosceranno come unico e indiscusso padrone ribellandosi ai Jedi e quindi alla repubblica.
E anche qui, molto belle le scene dell’uccisione dei generali Jedi durante le campagne militari sui più fantasiosi e disparati pianeti della galassia, peccato che non abbiamo avuto il tempo di affezionarsi a questi personaggi relegati per tre interi film a macchiette secondarie senza darci la possibilità di capirli un po più a fondo.
In questo punto della storia succede di tutto, Anakin si converte al lato oscuro per amore della sua sposa e viene inviato al tempio Jedi per uccidere tutti i presenti mentre i cloni si occupano dei Jedi rimasti a giro per la galassia, Obi Wan scampa alla morte e si riunisce con Yoda e il senatore Organa, politicante coscienzioso e di buon cuore. Questi vanno al tempio Jedi per controllare la situazione e scoprono il tradimento di Anakin e l’identità del signore dei Sith.
Allora, le scene in questo frangete sono buone, si prova a rallentare il montaggio molto serrato di questi film ricchi di eventi soffermandoci sui personaggi rimasti, la colonna sonora di Williams si stacca per un momento dagli archi svolazzanti di sempre per rimanere presente ma dietro la cornice delle scene, e il tono generale anche se molto drammatico veicola bene il momento di declino.
Qui però si torna al discorso che facevo prima sul declino di Anakin, assolutamente comprensibile ma incredibilmente frettoloso. Uccide un maestro tradendo i Jedi e schierandosi dalla parte dei Sith sotto una promessa palesemente menzognera, non contento uccide molti dei suoi compagni al tempio Jedi. Scene emotivamente molto forti ma di costruzione trascurata e sbrigativa.
Da qui al duello tra Obi Wan e Anakin passa poco, così come Yoda contro il signore oscuro. Lasciatemi dire che entrambi gli scontri sono molto fantasiosi nel loro svolgimento e nella coreografia, sfruttano l’ambiente circostante e cambiano le modalità di scontro dei protagonisti per tentare di non essere troppo noiosi, anche se obiettivamente sono troppo lunghi e quello in cui è coinvolto Yoda è dipendente principalmente dalla CGI, cosa che non apprezzo più molto.
Yoda viene sconfitto e va in esilio, Anakin viene ferito gravemente nello scontro dovendo ricorrere a un massiccio intervento di ricostruzione fisica che lo trasformerà in Darth Vader, Obi Wan prende i due gemelli nati da Padmé, che effettivamente morirà di parto, e li darà in affidamento al senatore Organa e ai parenti acquisiti di Anakin tramite il matrimonio della madre su Tatooine.
Il film finisce sotto una nota amara, hai la sensazione di aver visto una cosa tutto sommato decente ma che non è definitivamente quello che un vecchio fan si possa aspettare da Star Wars.
In conclusione su questo capitolo: il film ha delle idee visive valide e il tono più serio sicuramente giova alla fruizione della trama che è leggermente più seguibile, gli intenti del film sono definitivamente più chiari. Come sempre tecnicamente è buono e anche gli attori sembrano leggermente più sciolti, la messa in scena per una volta è decente e non si ha mai la sensazione che le scene siano fini a se stesse, escluso in qualche sporadico pezzo, come Yoda su Kashyyyk. Ha però un montaggio narrativo che si perde durante la risoluzione della trama e non si capisce mai quanto tempo passa da un evento all’altro, questa cosa ci fa percepire tutto come se fosse un riassunto di qualcosa di più grande. Basti prendere come termine di paragone la gravidanza di Padmé, all’inizio non è visibile ma alla fine del film partorisce. Sono passati quindi circa nove mesi, anche se la percezione è ben differente.
Alla fine ci sì rende conto che si è perduto l’avventura che caratterizzava la precedente trilogia per fare spazio a drammi personali esasperati e situazioni politiche non troppo esaltanti, un capitolo come dicevo decente ma stranamente fuori dal contesto concettuale della nuova trilogia e distante da quella vecchia.
E anche qui molti quesiti irrisolti: perché Grievous rapisce il cancegliere Palpatine? Era un piano del signore dei Sith per liberarsi di Dooku e iniziare a traviare Anakin? Un po’ convoluto. Perché Anakin subisce così tanto l’influenza di Palpatine? Lo sta traviando con la Forza? E’ possibile che Anakin da solo sconfigga mezzo tempio Jedi ma poi perda contro Obi Wan, che prima ha perso da Dooku? Insomma, più chiaro ma ci sono sempre delle forzature che in questa trilogia sembrano non mancare mai.
Alla fine
Ti piace questa trilogia 1999 / 2005? No. Ma nemmeno la detesto. 15 anni fa mi piaceva e ci sono rimasto molto legato, con il tempo e l’approfondimento del mezzo cinematografico purtroppo si è rivelata per quella che è: dei film ingenui e fatti sotto non so quale idea, perché non riesco davvero a identificarne gli intenti. Sono per fan accaniti o no? Perché hanno degli stili così differenti? Perché devo aver bisogno di nozioni esterne ai film per capirne lo svolgimento? Alla fine dovrebbero essere dei film narrativi piuttosto self explanatory.
Troppo dispersiva e arrotolata su se stessa questa trilogia, spesso incomprensibile ci lascia con mille domande senza risposta, il classico: mi sento uno scemo ma non so perché.
Concludo con il dire che sono lieto del passaggio di Star Wars alla Disney, tanto se proprio devono fare film nuovi almeno che abbiano in mente un piano chiaro e preciso da portare a termine senza indecisioni e correzioni in corso d’opera. Lucas mi dispiace ma con questi tre film hai tradito in primis la tua creatura e soprattutto te stesso, adesso è tardi per pentirsi, dovevi lasciarla dormiente nella sua grotta. Hai voluto risvegliarla? Dovevi prendertene cura meglio, adesso c’è chi lo farà al posto tuo.
Vabbè… Basta. Ho espresso finalmente tutto quello che avevo in testa su una delle saghe che più mi sta a cuore! Spero vi siate divertiti. Sennò andate in culo.
Ci si sente più avanti con l’immancabile chiacchierata su Episodio VII edizione estesa del bluray!
Lunga vita e prosperità.
NON VI INCAZZATE SCHERZAVO!
Che lo Sforzo sia con voi. Meglio? Ok. Ciao. Fine. Davvero. Basta. Stop. Addio.
8 risposte a "Star Wars – retrospettiva della saga 1999 / 2005 – Terza ed ultima Parte"