Rebel Without a Cause: recensione del film

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Il titolo italiano di questo film di Nicholas Ray del 1955 è Gioventù bruciata. Titolo azzeccatissimo, visto che i tre protagonisti del film moriranno tutti molto giovani: James Dean a 24 anni in un incidente stradale, Natalie Wood a 43 anni affogata in circostanze misteriose, e Sal Mineo a 37 anni pugnalato per una rapina. Ma andiamo al film…

In Rebel Without a Cause seguiamo per 24 ore tre giovani “ribelli”: James Dean e Natalie Wood con rapporti conflittuali coi genitori, il primo con problemi di alcolismo e la seconda in una banda di giovani delinquenti; e Sal Mineo senza genitori, con pulsioni violente e che si intuisce vivere male la propria omosessualità. Interessante vedere come non ci potessero essere riferimenti espliciti a questa cosa in quegli anni, mentre un film di adesso come The Shape of Water (La forma dell’acqua) di Del Toro possa esplorare con molta più tranquillità i problemi che gli omosessuali erano costretti a vivere nella società statunitense del dopo guerra.

Questo film ha fatto la storia del cinema: si dice addirittura che fece aumentare vertiginosamente le vendite di t-shirt, visto che nella seconda parte del film James Dean ne indossa una invece di andare a giro in giacca come nella prima parte. Fu anche il film che consacrò questo attore alla fama eterna, che lo convertì in un simbolo. Ci sono tantissime storie e leggende che circondano la realizzazione della pellicola, come per esempio quella della relazione che la Wood 16enne ebbe col regista 43enne mentre era fidanzata col giovane Dennis Hopper, anch’egli nel cast, provocando screzi tra questi due. O come quella di James Dean che facesse effettivamente da direttore degli attori in varie scene, facendo uso del suo innovativo method acting.

Ma la domanda è: a 63 anni dall’uscita, ha ancora senso guardare Rebel Without a Cause? La mia risposta è sì. Dovrete passare sopra a varie cose che risultano un po’ datate: Dean 24enne poco credibile come 16enne, i rapporti familiari di un tipo di famiglia che al giorno d’oggi non esiste più, l’introduzione dei personaggi e della loro interazione forse un po’ troppo frettolosa rispetto ai canoni di cinema odierni… ma comunque vi rimarrà un film potente e che fotografa un momento importante della storia recente. In Rebel Without a Cause vediamo una generazione senza gli ideali di quella precedente che aveva combattuto i fascismi della seconda guerra mondiale, che cerca di canalizzare la sua energia verso qualcosa di non ben specificato e finisce per perdersi in conflitti tra teenager e piccola criminalità. In quegli anni stava maturando un cambiamento che culminò con gli anni ’60 quando quell’energia si canalizzò in lotte per i diritti femminili, contro il razzismo, e per l’amore libero e che cambiò radicalmente la società statunitense, e più tardi anche quella degli altri paesi occidentali. Rebel Without a Cause vi fa vedere cosa era successo prima. E per questo secondo me vale la pena guardarlo!

Ah, una cosa che non è cambiata di una virgola in 63 anni… la polizia spara senza pensarci due volte!


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2 risposte a "Rebel Without a Cause: recensione del film"

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