Léon: recensione del film

4a1a5c4abf2d4.jpgIl Luc Besson degli anni Novanta (credo nemmeno lontano parente del Luc Besson post-2000) ci ha regalato tre film che vale la pena di vedere: Nikita (1990), Léon (1994) e The Fifth Element (Il quinto elemento, 1997). E oggi scrivo del secondo, che vanta nel cast Jean Reno, Gary Oldman e Natalie Portman.

La trama è la seguente: un sicario della mafia italiana di New York (Jean Reno) si ritrova a vivere con la dodicenne Mathilda (Natalie Portman) a cui degli agenti corrotti della D.E.A. (la polizia antidroga) hanno sterminato la famiglia. Ne nasce una storia di vendetta ma allo stesso tempo anche una strana storia d’amore tra la ragazzina e il sicario che, nonostante le apparenze, riesce ad essere dolce senza scadere mai nel volgare, apparentemente anche grazie alla scelta di Reno di interpretare il suo personaggio come una persona leggermente ritardata e incapace di concepire una relazione fisica con la bambina. Riuscirà Mathilda ad ottenere la sua vendetta? Che ne sarà del suo amore per Léon? Non ve lo dico, guardate il film se non l’avete ancora fatto, è un gran film!

E perché, vi starete chiedendo? In Léon funziona tutto. Le scene d’azione sono tutte ben pensate, ben girate, e ben coreografate. Ogni sparatoria risulta credibile e adrenalinica, con una tensione crescente che non delude mai. Gli attori sono bravissimi nonostante la difficoltà dell’interpretare personaggi complessi in situazioni tutt’altro che normali. D’altronde stiamo parlando di Gary Oldman (pare che improvvisò il meraviglioso “EVERYONE!!!!” nel finale del film) e di Natalie Portman, entrambi recentemente insigniti del premio Oscar come migliore attore/attrice protagonista! La storia d’amore tra Mathilda e Léon è strana, dolce, non sconfina mai nella pedofilia, e quando alla fine lui “cede” e le dice che la ama ci crediamo davvero e speriamo che le cose vadano bene perché possano continuare a stare insieme!

E poi la regia… Besson si inventa un sacco di inquadrature fantasiose per farci stare dentro l’azione, ci troviamo sempre DENTRO gli eventi! Il film non rallenta nemmeno per un secondo, si vede che tutti erano in un periodo di grazia, di ispirazione. D’altronde per Besson questo era un semplice filler, un passatempo mentre aspettava che Bruce Willis si liberasse per girare il suo vero grande progetto, The Fifth Element… Incredibile pensare che scrisse il copione in un mese e girò tutto in tre, e soprattutto che il risultato sia infinitamente superiore al suo progetto più ambizioso!

Insomma, gran film Léon, probabilmente il migliore mai girato dal regista francese. La versione che trovate oggi in DVD e Bluray ha una ventina di minuti di girato in più rispetto a quella che si trovava negli anni Novanta. In pratica c’è una lunga scena iniziale che ci fa vedere come lavora Léon e qualche scena in più che arricchisce la relazione tra Léon e Mathilda. The longer the better, in questo caso! Ciao!


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10 risposte a "Léon: recensione del film"

  1. Besson ci ha regalato un trittico spettacolare (Nikita, Leon e Il Quinto Elemento), poi ha cambiato mestiere… Comunque me lo devo rivedere in lingua originale così mi godo quel “EVERYONE!!!!”, non sapevo fosse una sua improvvisazione.

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