Wes Craven è stato uno dei registi più importanti per il cinema horror degli ultimi 50 anni. Negli anni 70 ebbe un discreto successo col suo debutto, The Last House on the Left (1972 – uscito in Italia come L’ultima casa a sinistra), girato praticamente a costo zero, e soprattutto con The Hills Have Eyes (1977 – Le colline hanno gli occhi): entrambi questi film sono considerati dei classici. Ma è con gli anni 80 che Craven fece il colpaccio grazie a A Nightmare on Elm Street (1984 – Nightmare: dal profondo della notte per il mercato italiano)! Non solo ci regalò un villain iconico come Freddy Krueger, ma da quel film nacque una saga infinita la cui qualità, va detto, colò rapidamente a picco.
Come se tutto ciò non bastasse, ecco che nel 1996 Wes Craven esce con Scream, primo di una saga che alla fine risulterà composta da quattro film dai nomi particolarmente originali: Scream (1996), Scream 2 (1997), Scream 3 (2000) e Scream 4 (2011). E di questa saga voglio scrivere con questo post, partendo con un’introduzione che tratti di tutti e quattro i film, e poi concentrandomi su ogni singola entry della saga.
La saga di Scream è un fantastico regalo che Wes Craven ha fatto al cinema horror prima di morire, porello, nel 2015. Perché dico questo? Perché ogni Scream è allo stesso tempo un omaggio e un perfetto esempio del classico film horror/slasher. Il primo stabilisce il personaggio della sopravvissuta, Sidney Prescott (Neve Campbell), e lancia un villain ormai entrato nella cultura pop moderna come Ghostface. Il secondo usa tutti i cliché tipici dei seguiti di questo tipo di film. Il terzo è la perfetta chiusura di una trilogia del terrore, e il quarto un manuale su come fare un reboot/soft remake a quindici anni dall’originale. La maestria del regista sta nel veicolare tutto questo sia creando degli ottimi film horror, sia non avendo paura di usare umorismo e messaggi autoreferenziali ovunque nei suoi film (con tanto di regole dette a voce alta come se ci trovassimo a lezione di cinema).
Un’altra caratteristica che rende la saga di Scream unica nel suo genere è il mantenimento di regista e attori principali da un film all’altro, cosa mai vista prima (basti pensare ai vari Halloween, Friday 13th o Saw, per esempio). E poi è incredibile come la visione dei quattro film non risulti pesante nonostante tutti si basino (dichiaratamente!) su cliché visti e rivisti e facciano della ripetizione la loro forza. L’unica cosa su cui forse il buon Craven non è stato lungimirante è la musica, visto che l’uso del tipico rock anni 90 fa risultare un po’ datati i primi tre film riguardandoli adesso. Ma sono dettagli… e adesso parliamone di questi film!
Scream (1996)
Il primo film della saga è davvero fantastico. La scena iniziale è tesissima e la bravissima Drew Barrymore, diretta magistralmente da Wes Craven, ci fa piombare senza mezze misure nel bel mezzo di uno slasher coi fiocchi. Ghostface fa un sacco di paura, sia quando lo vediamo sullo schermo sia con la sua voce al telefono, Sidney Prescott è un personaggio che attrae la nostra simpatia sin dall’inizio, e tutti i personaggi di contorno sono memorabili. La perfida Gale Weathers (interpretata da una Courteney Cox che voleva disperatamente differenziarsi dal suo personaggio di Friends), l’impacciato Dewey (David Arquette), l’amico cinefilo Randy (Jamie Kennedy), il fidanzato Billy (Skeet Ulrich)… sono tutti personaggi ben caratterizzati e ottimi per dare vita a Woodsboro, il villaggio sconvolto dai terribili delitti di Ghostface.
Il film è pieno di riferimenti ad altri classici dello horror, su tutti Halloween di John Carpenter (1978): si sente Don’t fear the reaper dei Blue Öyster Cult, Billy fa Loomis di cognome come il personaggio di Donald Pleasence, e addirittura il nome del regista viene fatto da uno dei personaggi, anche se mixato con quello di Craven (Wes Carpenter!). E le regole di sopravvivenza sono praticamente tutte basate su Halloween (d’altronde è il primo slasher moderno): chi fa sesso muore, chi dice “torno subito” muore… ma ve l’ho già detto che ho conosciuto John Carpenter? X–D
Scream fu un successo strepitoso. E quindi ecco puntuale…
Scream 2 (1997)
Incredibilmente per un seguito di un film horror, Scream 2 riesce a rispettare tutti i canoni tipici dei sequel senza però risultare un film più brutto dell’originale. Gli attori principali sono tutti di nuovo fantastici, Wes Craven alla regia si diverte come un bimbo a spaventarci con jumpscare (comunque senza esagerare) e movimenti di macchina inaspettati, e la trama regge abbastanza. Anche stavolta siamo bombardati da riferimenti cinematografici (da Aliens a The Godfather passando per Showgirls), e anche stavolta ci vengono enumerate delle regole da rispettare: ci sono più morti e vediamo più sangue che nell’originale, deve spuntare fuori una donna…
E pur rispettando queste regole, questi cliché visti e rivisti… Scream 2 funziona alla grande! Il film fa paura ancora una volta, ma allo stesso tempo diverte ed intrattiene grazie ai suoi personaggi così ben scritti ed interpretati. Addirittura Craven si permette il lusso di inserire un’attrice nel film, Tori Spelling, solo per fare riferimento a una battuta detta da Sidney Prescott nel film precedente! E lo fa grazie alla novità introdotta da Scream 2, cioé Stab (Wikipedia mi dice che in italiano è stato tradotto come Squartati, ma letteralmente vuol dire “pugnalata”): il film dentro il film sui delitti di Ghostface! Questo permette a Craven di continuare un discorso simile a quello del suo A Nightmare on Elm Street, con più livelli narrativi che si sovrappongono e si intrecciano (qui il film nel film, nell’altro i sogni dei personaggi del film). Per non parlare del commentario sulla violenza nei film che ispira la violenza nella realtà, o viceversa!
E dopo un’opera così riuscita non avrebbe avuto senso fermarsi, no?
Scream 3 (2000)
E qui le cose cominciano a scricchiolare… Intendiamoci: la formula vincente non cambia! Anche stavolta si parla di cinema, si enumerano regole (stavolta quelle per chiudere una trilogia, con l’assassino che si deve rivelare un essere sovrumano) e ci sono gli stessi personaggi. Ma bisogna ammettere che la formula comincia a stancare. Tra l’altro Sidney si vede pochissimo, e verrebbe quasi da dire che i protagonisti diventano Dewey e Gale.
Ma il vero problema del film, secondo me, è la sua insensata voglia di non far capire chi si celi dietro la maschera di Ghostface questa volta. Già nel secondo film la cosa si faceva sentire, e ci furono moltissimi cambi in corso d’opera alla sceneggiatura per far sì che il finale del film non fosse rivelato anzitempo, ma stavolta il film ne soffre. Sin dall’inizio tutti, e dico TUTTI, i personaggi secondari fanno azioni o dicono cose che li rendono automaticamente sospetti. Talmente tanto che la risoluzione finale risulta priva di senso, non è emozionante, e le “spiegazioni” sono futili e non stanno in piedi. Fondamentalmente, chiunque avrebbe potuto essere l’assassino, e quindi nessuna scelta può essere soddisfacente. Il finale di questo Scream 3 non ha minimante la forza di quello dei due film precedenti. E questo nonostante, ancora una volta, il film lo sappia e giochi con questo problema sin dall’inizio!
Bellissimo invece il cameo di Carrie Fisher che fa un personaggio che tutti scambiano per… Carrie Fisher!
E a questo punto, inevitabile, il reboot…
Scream 4 (2011)
E purtroppo questo no, non funziona. Prima di tutto a guardarli uno dietro all’altro la prima cosa che salta all’occhio è la fotografia ORRENDA di questo film. Sono passati undici anni dal precedente, e (purtroppo) il cinema è passato al digitale. Ma se ci sono film girati in digitale con un’ottima fotografia (pensate a Michael Mann, su tutti), qui la differenza si nota tutta. Peccato.
E poi il film risulta un po’ stanco. La formula del soft reboot, con attori che interpretano attori che girano il film di Scream è divertente, ma l’abbiamo già vista, Wes Craven l’ha usata già. Ghostface che uccide la gente col coltello al quarto film non ci sorprende più. E le spiegazioni idiote dietro ad omicidi compiuti da psicopatici ormai le abbiamo già sentite troppe volte nella cornice di Woodsboro.
Insomma: Wes Craven non sbaglia niente in questo film, se non che forse avrebbe potuto fermarsi alla trilogia. Personalmente alla fine del terzo Scream mi aveva dato tutto quello che mi poteva dare e ho trovato questo quarto film ridondante (anche se vale la pena vederlo anche solo se fosse per il riferimento a Shaun of the Dead del grandissimo Edgar Wright!). E leggo che doveva essere l’inizio di una nuova trilogia, non portata a termine soltanto a causa della morte del regista! Non credo che sarei andato al cinema a vedere Scream 5, lo ammetto.
Ma non posso che fare i complimenti a un regista che ha dato così tanto al genere horror incluso, credo, la migliore saga che si ricordi, pur se con un quarto capitolo di qualità minore rispetto ai precedenti. Grazie, Wes Craven.
Ciao!
Link esterni:
- Trailer di Scream su Youtube
- La pagina di Scream su Internet Movie DataBase
- Recensione di Scream su Sentieri selvaggi
- Recensione di Scream su Silenzio in sala
- Recensione di Scream su La bara volante
- Recensione di Scream su La fabbrica dei sogni
- Recensione di Scream su Diario di Rorschach
- Trailer di Scream 2 su Youtube
- La pagina di Scream 2 su Internet Movie DataBase
- Recensione di Scream 2 su La bara volante
- Recensione di Scream 2 su Tomobiki marchenland
- Recensione di Scream 2 su Belleballò
- Recensione di Scream 2 su Horror Italia 24
- Recensione di Scream 2 su CinePaura
- Trailer di Scream 3 su Youtube
- La pagina di Scream 3 su Internet Movie DataBase
- Recensione di Scream 3 su Sentieri selvaggi
- Recensione di Scream 3 su La bara volante
- Recensione di Scream 3 su La fabbrica dei sogni
- Recensione di Scream 3 su I 400 calci
- Recensione di Scream 3 su CinePaura
- Trailer di Scream 4 su Youtube
- La pagina di Scream 4 su Internet Movie DataBase
- Recensione di Scream 4 su La tela nera
- Recensione di Scream 4 su Nero cafè
- Recensione di Scream 4 su Allucineazioni
- Recensione di Scream 4 su Film 4 life
- Recensione di Scream 4 su Per un pugno di film
- Recensione di Scream 4 su Badtaste.it
- Recensione di Scream 4 su Il blog dell’inquietudine
- Recensione di Scream 4 su Cinefilos
- Recensione di Scream 4 su La fabbrica dei sogni
- Recensione di Scream 4 su Belleballò
Il primo Scream mi è rimasto come un capolavoro del genere, a me è sempre piaciuto il delirio metafilmico che Craven aveva già in testa in Nightmare: nuovo incubo, ma in Scream è proprio eseguito e misurato alla perfezione. Devo dire che a me anche il 4 ha divertito e offre un commento simpatico sull’attenzione mediatica, con il movente sempre più contorto. La sequenza iniziale è una delle migliori. Penso che con un 5° film Wes si sarebbe divertito tantissimo, fra social network e like.
Neve Campbell nel ’96 comunque era oltre, una creatura angelica e meravigliosa.
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Completamente d’accordo su Scream del 1996, davvero un capolavoro! Fa paura, fa ridere, è un omaggio al genere, è uno dei migliori film del genere che sta omaggiando… davvero incredibile.
Per me Scream 4 si fa guardare, e come ho scritto è il manuale del perfetto reboot, però forse ho fatto male a riguardarli uno dietro l’altro! Dovevo lasciar passare un po’ di anni.
E Neve Campbell… boia, era spettacolare. E’ anche l’unica cosa che salva Wild things dall’oblio che meriterebbe, anche in quello fa paura da quanto è bella!
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Ma soprattutto fantastica è la maschera, ormai un’icona 😉
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Assolutamente si!
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