Tonari no Totoro (assumo che sia stato ben tradotto in Il mio vicino Totoro) è un film d’animazione diretto dal leggendario Hayao Miyzaki nel 1988. In occasione del trentennale dalla sua uscita, ho avuto la fortuna di godermelo al cinema il passato fine settimana e ho pensato di scriverne qui sul blog! Interessante leggere che sia stato un flop quando uscì, sia in patria che all’estero, mentre adesso la sensazione è che sia stato ampiamente rivalutato e sia ben considerato dalla maggior parte di critica e pubblico. Ma andiamo con ordine, e visto che è la prima volta che scrivo di Miyazaki in questo spazio…
Chi è Hayao Miyazaki? Adesso è il famosissimo regista giapponese premiato anche con un Oscar che ha firmato film memorabili come Nausicaä della Valle del vento (Kaze no tani no Naushika, 1984), Princess Mononoke (Mononoke-hime, 1997) e La città incantata (Sen to Chihiro no kamikakushi, 2001). Invece nel 1988 era conosciuto soprattutto per aver lavorato a delle splendide serie animate come Lupin III (Rupan sansei, 1971), Conan ragazzo del futuro (Mirai shônen Konan, 1978) e Il fiuto di Sherlock Holmes (Meitantei Holmes, 1984). Io sono cresciuto con queste tre serie (ero particolarmente fan della terza) quindi Miyazaki lo porto nel DNA, è praticamente impossibile che non mi piaccia qualcosa di suo. E Tonari no Totoro non fa eccezione, naturalmente!
In Totoro troviamo quasi tutti gli elementi tipici del nostro giapponese preferito: dei disegni coloratissimi e splendidi, un’animazione dinamica che riempie di vita a tutto quello che vediamo sullo schermo (dall’erba alle persone, dall’acqua alle macchine), il tema della vicinanza alla natura, il fantastico che convive con la vita quotidiana, un giovane protagonista (in questo caso le due sorelline Satsuki e Mei)… insomma, tutte cose che non dovrebbero sorprendervi nel caso abbiate familiarità con le opere di Miyazaki.
E in particolare di cosa tratta questo Totoro? Satsuki e Mei insieme a loro padre Tatsuo, archeologo all’università, si trasferiscono nella campagna fuori Tokyo per stare vicini alla madre che si trova in ospedale per una malattia (il film nasce da un’episodio della vita del regista, visto che sua madre soffrì per anni di tubercolosi e dovette passare molto tempo in ospedale). Poco a poco Satsuki e Mei scoprono che il mondo rurale è popolato da esseri fantastici che si palesano soltanto agli occhi dei bambini: piccole palline di fuliggine che vivono nelle case abbandonate, orsetti/procioni di varie dimensioni come Totoro e i suoi amici, e persino un enorme gatto-bus che va in giro a folle velocità! Alla fine non c’è una vera e propria trama: seguiamo le due adorabili bambine urlatrici (urlano tutto il tempo!) per un po’ di giorni in questo mondo al confine tra fantastico e reale.
Il film è dolcissimo, ma senza essere stucchevole. Ha un ritmo rilassato, ma non annoia. L’immaginazione di Miyazaki sorprende senza strafare. Insomma, è una gioia per gli occhi e per l’anima, un film di riconciliazione con l’umanità e soprattutto con la sua parte più giovane, i bambini: non possiamo che meravigliarci di fronte alla loro fantasia, alla loro innocenza, alla loro voglia di fare del bene, di aiutarsi e di aiutare. L’unica cosa che mi è piaciuta di meno è stata la musica che risente del periodo in cui fu fatto il film e quindi presenta queste sonorità anni Ottanta che mal sopporto, ma sono comunque uscito dal cinema canticchiando Tòtoro, Tòtoro…!
E poi, più in generale, trovo bellissimo che lo studio Ghibli, fondato da Miyazaki nel 1985, ancora oggi faccia uscire film disegnati e animati completamente a mano mantenendo sempre una qualità eccelsa in ogni suo prodotto (anche se qualcosa in CGI l’hanno fatto in Si alza il vento, Kaze tachinu, del 2013). D’altronde, come ha dichiarato Miyazaki nel 2008, lui il computer non lo sa usare, la Pixar già fa delle cose bellissime col computer, Nick Park fa cose bellissime con la stop motion, e quindi a lui non resta che lavorare con gomma e matita! E augurando di continuare a lavorare per altri cinquant’anni al buon Hayao, vi saluto: ciao!
Link esterni:
- Trailer del film su Youtube
- La pagina del film su Internet Movie DataBase
- Recensione del film su Fantasia blog
- Recensione del film su Hanami blog
- Recensione del film su Divoratori di storie
- Recensione del film su Omnia anime & manga
- Recensione del film su Kerouac libri e bicchieri
- Recensione del film su Lega nerd
- Recensione del film su CriticissimaMente
- Recensione del film su Universi incantati
- Recensione del film su Laume’s journey
- Recensione del film su Havoc point
- Recensione del film su Sentieri selvaggi
- Recensione del film su CineHunters
- Recensione del film su Combinazione casuale
- Recensione del film di Federico Frusciante su Youtube
Visto con i pargoli un anno fa (quindi avevano 6 anni), lo abbiamo “gustato” dall’inizio alla fine in religioso silenzio. Cosa strana per i pargoli che hanno una soglia di attenzione prossima allo zero virgola un decimale a scelta. Ciò significa che lo hanno apprezzato. A mio avviso – invero estimatore di Studio Ghibli – ho apprezzato quanto hai ben descritto. Tecnicamente pregevolissimo – l’edizione in blu-ray permette di godere del dettaglio dei disegni e dell’animazione – Totoro sa incantare anche gli adulti che non hanno perso l’appetito di meraviglia che una favola così ben raccontata sa soddisfare.
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Non mi sorprende che sia piaciuto a tutti, grandi e piccini! Totoro è davvero una favola stupenda e dolcissima!!!
Grazie per condividere il tuo aneddoto! :–)
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Indubbiamente un bel film, tuttavia personalmente non tra i suoi capolavori 😉
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Per me è difficile scegliere i migliori di Miyazaki, però se ci penso in effetti metto davanti a Totoro Laputa, Mononoke, e poi il Castello di Cagliostro… ma non riesco ad essere minimamente oggettivo con questi cartoni!!!
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