Terminator 2: Judgment Day: recensione del film

terminator-2-tag-der-abrechnung-mit-arnold-schwarzeneggerDopo aver scritto di The Terminator, grandioso film di James Cameron uscito nel 1984, come non scrivere del suo seguito Terminator 2: Judgment Day (Terminator 2: Il giorno del giudizio) uscito nelle sale ben sette anni più tardi e diretto dallo stesso regista? Anche qui parliamo di un film eccezionale, ma d’altronde non c’è da sorprendersi visto che James Cameron aveva già dimostrato di essere capace di fare degni seguiti di ottimi primi capitoli di saghe con il suo Aliens (1986), fantastico successore dell’Alien di Ridley Scott (1979). Ehi, mi accorgo solo ora dei sette anni di differenza in entrambi i casi!

E come scrivere il seguito del perfetto The Terminator? Cameron decide di riciclare l’idea del viaggio nel tempo ma raddoppia i Terminator: uno è un vecchio modello, il T-800 interpretato da Arnold Schwarzenegger, e l’altro è il nuovo T-1000 (che per la maggior parte del tempo ha le fattezze di Robert Patrick) fatto in metallo liquido, praticamente indistruttibile. Quest’ultimo viene mandato da Skynet ad uccidere il John Connor adolescente nel 1995 a Los Angeles, mentre il primo è mandato proprio dal John Connor del 2029 per proteggere la giovane versione di sé stesso. La cosa strepitosa del film è che all’inizio non è chiaro quale sia il compito dei due e nella memoria abbiamo bene impressa l’impassibile faccia di Arnold che tentava di uccidere la povera Sarah Connor (Linda Hamilton) solo pochi anni prima: è tornato a finire il lavoro che non era riuscito a portare a termine?

Scopriamo presto chi è venuto a fare cosa, e conosciamo anche il giovane John Connor (Edward Furlong, al suo debutto cinematografico), un adolescente problematico che passa il tempo a divertirsi con amici e ad infrangere la legge in svariate maniere. I genitori adottivi non riescono a controllarlo (la madre è la mitica Jenette Goldstein, cioè la Vasquez di Aliens) e sua madre Sarah Connor è rinchiusa in un ospedale psichiatrico. Ah, non ve l’ho detto: è molto diversa dalla Sarah Connor che conoscevamo, si è preparata per la guerra e sa di arti marziali, di armi, e di varie tecniche di sopravvivenza! Tutte cose che naturalmente ha insegnato anche al giovane John: non facile per lui crescere in maniera normale con cotanta madre…

Inutile scrivere che questo film è assolutamente spettacolare. Il ritmo della prima parte è inarrestabile, con il T-1000 che cerca John, lo trova e si deve scontrare con il T-800 nel ruolo di protettore. Il passo successivo, cioè il tentativo di liberazione di Sarah dall’ospedale, è tanto logico quanto teso e adrenalinico. E poi le cose quasi si fermano con Sarah, John e il Terminator che scappano nel deserto e devono decidere il da farsi. Se continuassero  a scappare secondo me il T-1000 non avrebbe nessuna speranza di riprenderli, e il film potrebbe quasi chiudersi qui… E quindi ecco che Sarah decide di andare ad uccidere il creatore di Skynet, Miles Dyson (Joe Morton), che è ignaro del fatto che le sue ricerche (basate sui resti del microchip recuperato dal T-800 che Sarah terminò nella pressa idraulica in The Terminator) porteranno alla quasi totale distruzione dell’umanità. John ordina quindi al Terminator di andare ad impedire questo assassinio, e i tre convinceranno Dyson ad entrare alla Cyberdine Corporation per distruggere tutto. Ma il T-1000 li starà aspettando…

E di nuovo il ritmo del film torna ai livelli iniziali, con delle scene d’azione spettacolari e con una lotta all’ultimo sangue (e all’ultima goccia di metallo liquido) contro il T-1000. Ok, da questo mio riassunto forse avete già intuito che, al contrario della maggioranza della popolazione mondiale, per me questo Terminator 2 ha un difetto (il calo del ritmo nella parte centrale) che il primo film della saga (saga che per me si compone unicamente di questi due film) non ha, e per questo per me è leggermente inferiore come qualità. Stiamo comunque parlando di due capolavori, ma dopo anni e dopo non so quante visioni dei due film, continuo a considerare il primo film superiore al secondo.

Nonostante questo, ci sono così tante cose esageratamente belle in questo film che è difficile elencarle tutte. Gli effetti speciali, per esempio, sono a dir poco rivoluzionari: non solo Cameron si affida al solito mix di effetti pratici con animatronics, modellini e proiezioni, ma qui innova con una computer grafica d’avanguardia e mai vista prima, dando vita al T-1000 costruito a partire dai suoi esperimenti fatti in The Abyss (1989). E sapevate che le scene della doppia guardia nell’ospedale e della doppia Sarah Connor nel finale sono state girate semplicemente usando… dei gemelli (Dan e Don Stanton e Linda e Leslie Hamilton, rispettivamente)? A volte fare le cose in modo semplice è la migliore scelta!

Ma in realtà tutto è curato fin nel minimo dettaglio: dall’uso realistico delle armi ai dettagli di trama (come per esempio il cane lupo che abbaia in sottofondo durante la prima visita del T-1000 ai genitori adottivi di John), dai costumi al trucco, dalla colonna sonora (ancora una volta firmata da Brad Fiedel e dalle sue padelle di ferro ma arricchita in modo ottimo da canzoni come Bad to the Bone e You Could Be Mine) ai dialoghi finemente cesellati. Eh sì, perché c’è una quantità sconfinata di one-liner perfettamente usabili in ogni situazione: da Hasta la vista, baby a No problemo, passando per Come with me if you want to live, ma stavolta pronunciato da Arnold, non da Michael Biehn (che in questo film appare solo in un sogno di Sarah, sequenza però non presente nella versione uscita originariamente nei cinema). E questo evidenzia un’altra differenza con il primo film: c’è molta più ironia, ma usata nei momenti giusti e non eccessivamente. In questo Terminator 2 manca del tutto l’elemento romantico che funzionava alla grande in The Terminator, e la cosa è compensata sia dall’ottimo senso dell’umorismo, sia dallo sviluppo ben fatto del tema della paternità (e della famiglia in generale). Le relazioni tra Sarah Connor, John e il T-800 sono davvero ben scritte e sfido chiunque a non commuoversi nel climax finale. E naturalmente c’è anche il tema della natura contro le macchine/le corporation/il progresso come sempre in un film di James Cameron!

E poi qui il budget è notevolmente più alto e si nota: le esplosioni si sprecano, così come gli incidenti stradali e gli incendi. Cameron spende tanto ma ottiene anche tanto, ogni centesimo speso si vede sullo schermo! E fortunatamente la scommessa di buttare 100 milioni di dollari in questo film pagò eccome, con più di 500 milioni guadagnati in tutto il mondo. Cosa che, tra parentesi, permise al regista canadese di spendere il doppio per fare il suo seguente film (Titanic, non so se ne avete sentito parlare…) che guadagnò ancora di più! Ciao!


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37 risposte a "Terminator 2: Judgment Day: recensione del film"

  1. Pingback: Terminator Genisys
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  3. Mai riuscito davvero a sopportare… a parte i magnifici «contro luce in blu» (vero topos stilistico di Cameron, e vera magia visiva, proprio da goduria massima) l’ho trovato sempre molto più “banale” del primo… — ma non lo rivedo da taaaaaaaaaaaaanti anni…

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    1. Io credo sia inferiore al primo, ma comunque lo adoro. Però dubito di poter essere oggettivo su film così, mi emozionano a prescindere, credo perché li ho visti cento volte (soprattutto durante l’adolescenza)!

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  4. Nostalgia canaglia… Avendolo comprato il Berlusca, il film mi uscì al cinema sotto casa (del Circuito Cinque o Penta o come si chiama ora), e insieme ad un mio carissimo amico e compagno di liceo dell’epoca ho avuto il grande privilegio di vedere il film su schermo gigantesco, prima dell’arrivo degli schermi divisi in quattro per i multisala. Una fortissima emozione.
    E considera che sia io che quel mio amico avevamo comprato in edicola la novelization a fumetti e quindi sapevamo tutto, scena per scena – compresa le celebre inedita – eppure ci siamo appassionati da morire: il pollice finale è stato un grande momento emotivo…

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  5. Concordo al 100% con la tua recensione. Questo è un film che emoziona dall’inizio alla fine e che a livello registico è perfetto. Curato e girato con la stessa passione e voglia che c’era nel primo film ma solo con un budget più elevato. Soprattutto è incredibile vedere come questa pellicola abbia poi rivoluzionato gli effetti digitali portandoli a livelli molto elevati.
    E’ un film che, insieme al primo, mi porterò sempre nel cuore.

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  6. Grazie per il link! Nel caso te lo fossi perso settimana scorsa ho scritto del primo film e ieri ho già distru… ehm scritto del terzo per settimana prossima, e ieri ho rivisto Salvation. Insomma mi sto riguardando la saga, e per Genisys e Dark Fate sarà la prima volta, ma tremo già al pensiero. Vedo che pressapoco siamo sulla stessa lunghezza d’onda.
    Pensa che per questo ho iniziato a guardare la versione estesa e ho fatto giusto in tempo a vedere la scena onirica con Kyle Reese, che effettivamente per quanto bella non aggiunge niente alla narrazione ma quell’abbraccio è stato molto bello, prima che la PS3 decidesse di non leggere più il blu ray del film, senza motivo perché il lettore funziona, evidentemente gli stava sulle balle solo quello, quindi ho ripiegato su Prime Video dove però c’è la versione cinematografica.

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    1. Me l’ero perso e hai fatto bene a dirmelo! Lo recupero appena posso!

      Certo che è una tortura non da poco quella a cui ti sottoponi guardando tutti quei film di Terminator che non esistono (io ammetto l’esistenza dei soli film di Cameron)! X–D

      Il terzo l’ho completamente rimosso: ricordo solo gli occhiali da sole a cuore (o qualcosa del genere, che tristezza) e il camion che salta.
      Salvation lo vidi e rimasi a bocca aperta. A parte che non so vede una goccia di sangue, ma la sceneggiatura faceva acqua peggio del Titanic (la nave, non il film), che roba orripilante… E dire che Yelchin faceva anche un gran lavoro come Reese! Ma il prodotto finale è davvero ingiustificabile…
      Insomma, meno male la saga è finita con T2 più di 25 anni fa!

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        1. Salvation ancora non l’ho rimosso, quindi suppongo sia meglio di T3, effettivamente. Ma sta cosa che le macchine hanno un prigioniero che devono uccidere ma non lo uccidono proprio mi fa impazzire. Poi fai finalmente un film nel futuro e i protagonisti non sono John e Kyle? Ma che ci importa del personaggio di Sam Worthington? E già che ci siamo, che ci importa di Sam Worthington?
          E la fotografia monocolore, i dialoghi che brillano solo quando riprendono quelli dei due primi film, una regia anonima quando non dannosa…

          No, non è il mio film preferito… X–D

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          1. Però c’è da ammettere che ha un minimo di personalità e cerca di dare una nuova direzione alla storia, certo non ha impatto e rimane comunque ben poco. Ma avremo modo di riparlarne tra un paio di settimane 😜

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