Big Trouble in Little China: recensione del film

b0012b0ca968704dd44a188d34782c06.jpgNe ho quasi la certezza assoluta: Grosso guaio a Chinatown (traduzione italiana in cui si perde il gioco di parole del titolo originale Big Trouble in Little China, cioè Grosso guaio nella Piccola Cina) è il primo film di John Carpenter che ho visto e adorato (per la cronaca, è uscito nel 1986). Non Assault on Precinct 13 (Distretto 13: Le brigate della morte, 1976), non Halloween (1978), non The Fog (1980), non Vampires (1998)… Il mio primo ricordo di Jack Burton e compagnia risale a quando avevo dodici o tredici anni e con amici più grandi guardavamo film horror in casa di uno di questi. Tra una pizza gigante di Freddy Krueger e l’altra (A Nightmare on Elm Street 4, Nightmare – Dal profondo della notte, 1988), ho stampati nella mente i fantastici combattimenti a suon di colpi di arti marziali tra cinesi con “infiltrato” il buon vecchio Kurt Russell. E da lì in poi è stato soltanto amore per il cinema di John Carpenter!

Ma partiamo dalla trama di Big Trouble in Little China. Un dialogo tra un avvocato interpretato da Jerry Hardin (Deep Throat, cioè Gola profonda, della prima stagione di The X-Files, nominato anche nell’undicesima stagione della serie in This) ed Egg Shen (Victor Wong) ci introduce al mondo fantasy del film e ci anticipa che Jack Burton, il camionista interpretato da Kurt Russell, ha fatto qualcosa di eroico nella Little China di San Francisco. Nella scena successiva ecco Jack Burton che dice una marea di vaccate alla radio del suo camion con l’atteggiamento di uno che la sa lunga. E dopo dimostra di essere bravo al gioco d’azzardo ottenendo un bel po’ di soldi dal suo amico Wang Chi (Dennis Dun). Soldi che lui non ha, naturalmente, la qual cosa porta Jack ad accompagnarlo all’aeroporto per ricevere la ragazza di Wang, Miao Yin (Suzee Pai), che però viene rapita da una gang cinese, i Lords of Death (i Signori della morte), che la vogliono vendere come prostituta.

E da questo momento comincia un’avventura incredibile nella Chinatown di San Francisco in cui si combattono gang rivali, ma allo stesso tempo si palesano tre spiriti potentissimi, Thunder, Rain, e Lightning (Tuono, Pioggia e Fulmine), che a colpi di magia e di arti marziali seminano il terrore nel quartiere. Jack Burton, una volta perso il suo camion a causa dell’incontro con colui che comanda i tre spiriti, il malvagio Lo Pan (James Hong), accompagnerà il suo amico Wang, il buon Egg Shen e un pugno di coraggiosi guerrieri (di quelli buoni) nella dimora di Lo Pan in una missione per salvare dal sacrificio sia Miao Yin che la bella Gracie Law (Kim Cattrall), pure lei finita in mezzo a questa storia assurda.

Il film ha un ritmo allucinante dall’inizio alla fine e risulta essere probabilmente l’action fantasy migliore mai fatto (insieme a film come Conan the BarbarianConan il barbaro, 1982, e Princess BrideLa storia fantastica, 1987, con cui condivide la buona dose di umorismo). John Carpenter aveva sempre desiderato girare un film di arti marziali e qui dimostra non solo di essere in grado di farlo, ma anche di poterne girare uno che resti fermamente nella storia del cinema! Peccato che sia stato un flop gigantesco e che quasi abbia portato il regista a smettere di lavorare… ma questa è un’altra storia!

E forse la cosa non è del tutto sorprendente. Negli anni Ottanta il cinema muscolare d’azione era in auge grazie ad attori dotati (di muscoli) come Arnold Schwarzenegger (The Terminator, 1984, Commando, 1985, Raw Deal, Codice Magnum, 1986), Sylvester Stallone (i vari Rocky e Rambo tra il 1976 e… adesso!) e Mel Gibson (coi suoi Mad Max e Lethal Weapon, Arma letale), ma forse il mondo non era ancora pronto per una parodia di quegli stessi film. Già perché il film di John Carpenter non solo è un perfetto film d’azione, ma ne è allo stesso tempo la perfetta parodia: l’eroe del film interpretato dal muscolosissimo Kurt Russell è praticamente un deficiente che non riesce a combinare assolutamente niente per quasi tutto il film! Nei combattimenti riesce a perdere conoscenza da solo sparando al soffitto, non è capace di usare un’arma da fuoco a causa della sicura, si ferma a legarsi le scarpe e perde tutta l’azione… solo negli anni Novanta cominciarono ad avere successo film d’azione ironici come True Lies (1994), mentre un film come Raiders of the Lost Ark (I predatori dell’arca perduta) del 1981 era sì ironico, ma si trovava in un filone cinematografico diverso omaggiando le serie di avventura della gioventù di Lucas e Spielberg. Essere avanti coi tempi a volte non è un gran vantaggio e anche se adesso Big Trouble è considerato un cult imperdibile, al tempo costò 25 milioni di dollari e ne recuperò soltanto 11, di fatto esiliando per sempre John Carpenter dalle grandi produzioni hollywoodiane.

Ma cosa rende Big Trouble in Little China un cult imperdibile? Direi semplicemente… tutto! Le scene d’azione sono girate, montate e coreografate a meraviglia, gli elementi fantasy si fondono perfettamente con le arti marziali, la fotografia che esalta i colori accesi e con il perfetto equilibrio tra luci e oscurità accompagna perfettamente il tono della storia, gli attori sono tutti in palla e danno vita a personaggi memorabili, la colonna sonora è FANTASTICA (ho scritto della musica di John Carpenter qui), i dialoghi sono divertentissimi, il ritmo non si ferma mai… non so, forse non sarò oggettivo ma io non riesco a trovarci nemmeno un singolo difetto. Lo riguardo almeno una volta l’anno e tutte le volte mi diverte come quando avevo dodici anni! Se non l’avete visto, vi consiglio di trovarlo e guardarlo, e già da ora metto nero su bianco che il remake in lavorazione con Dwayne Johnson come protagonista non avrà nemmeno un centesimo della qualità dell’originale. Ciao!

PS: ma quante frasi quotabili ci offre questo film? It’s all in the reflexes; Have you paid your dues? Yessir, the check is in the mail!Ready Jack? I was born ready!; e Follow the leader! seguito immediatamente dopo da We may be trapped…

PPS: Non posso non consigliare di comprare il Bluray di questo film, anche fosse solo per il commentario di John Carpenter e Kurt Russell che se la spassano raccontando aneddoti sul film (e sui loro figlioli che giocano a hockey e suonano vari strumenti musicali)! Per esempio la prima scena fu richiesta da un produttore preoccupato che Jack Burton non risultasse abbastanza eroico nel film. I due lo dicono ridendo e aggiungendo: Non c’aveva capito niente! D’altronde era il tempo di Rambo! Ma come biasimare il produttore? Era la prima volta che il supposto eroe era in realtà la spalla comica e il vero eroe era il personaggio secondario (e per giunta asiatico)!


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