Dumbo: recensione del film

eva-green-at-dumbo-global-press-conference-in-los-angeles-2Una premessa: fino ad ora non mi sono interessati per niente tutti questi live action remake dei classici Disney e dubito che comincino ad interessarmi da qui a poco. Ma Dumbo sono andato a vederlo per il rispetto che porto per il nome di Tim Burton, regista che annovero senza dubbio tra i miei preferiti. In questo nuovo Dumbo tra l’altro c’è un paio di attori che avevano lavorato col regista trent’anni fa, cioè Danny De Vito e Michael Keaton, oltre a quella che sembra essere la sua nuova attrice preferita, Eva Green, spesso presente negli ultimi film del regista californiano. Aggiungiamo che la colonna sonora è di Danny Elfman, come è quasi d’obbligo per Burton, e gli elementi ci sono tutti per destare la mia curiosità. E insomma com’è questo Dumbo?

È ok. Un buon film per famiglie con una trama che tra l’altro è forse più profonda di quanto non sembri, addirittura satirica. Già perché che il cattivo in un film Disney sia praticamente la Disney fa un po’ sorridere, no? Michael Keaton ha il ruolo del proprietario di Disneyland, ehm, pardon, di Dreamland, e va in giro comprando case di produzione più piccole, ehm, pardon, circhi più piccoli per eliminare la concorrenza ed arricchire il suo portafogli. E Burton non si ferma qui, perché ancora più cattivo è il banchiere interpretato dal nonno di Little Miss Sunshine (Alan Arkin, anche se Burton voleva lavorare di nuovo con Christopher Walken per quella parte), praticamente l’impersonificazione del capitalismo!

E a me è piaciuto anche il messaggio finale della storia, animalista e contro l’utilizzo degli animali nei circhi (eccetto i cavalli, a quanto pare), cosa che purtroppo è ancora permessa nella stragrande maggioranza dei paesi del mondo. Però ecco… a me sarebbe piaciuto vedere un po’ più spirali e porte sbilenche, scale irregolari, e personaggi fantasiosi e memorabili come quelli che Burton riusciva a creare quasi senza sforzo nei suoi primi film! Qui l’ambientazione avrebbe permesso grandi cose, parliamo di un enorme parco giochi/circo! Eppure tutto è molto moderato, tutto molto realistico, pur se in un film con un elefante volante come protagonista. A me sarebbe piaciuto un Burton col piede sull’acceleratore della fantasia, ma non l’ho trovato in questo Dumbo.

Come detto, il film ha dei buoni spunti ma quasi tutti i personaggi sono noiosi, e il risultato è che non ci sono battute o dialoghi da ricordare e citare. Inoltre mi ha sorpreso (negativamente) come in un film completamente incentrato sui personaggi umani (il padre di famiglia Colin Farrell, i suoi due figli interpretati da Nico Parker e Finley Hobbins, il padrone del circo Danny De Vito, il proprietario di Dreamland Michael Keaton, la trapezista Eva Green, il banchiere cattivo Alan Arkin…) non ce ne sia nessuno davvero memorabile. E poi, dico io, è tutto fatto con la computer grafica, non c’è una singola scena girata in esterni… ed è stato deciso di ricostruire il mondo in maniera realistica? Io avrei apprezzato se Burton avesse osato di più, specialmente perché tutto questo realismo va un po’ a gambe all’aria nel finale quando i personaggi cominciano ad agire come fossero in un cartone animato, vedasi per esempio Vandevere (Michael Keaton) che distrugge il suo parco giochi in preda ad un attacco d’ira. Stona con questa (per me insensata) voglia di realismo!

E poi… sono l’unico che non si è commosso nemmeno un istante guardando il film? Mi è parso talmente evidente che tutto si sarebbe risolto per il meglio che non mi sono mai preoccupato della sorte dei protagonisti, elefante volante compreso. Sono un insensibile? Forse, ma il punto è che suppongo che non passerà troppo tempo prima che mi scordi di questo film la cui grande firma alla regia non ha, purtroppo, lasciato il segno. Ciao!


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14 risposte a "Dumbo: recensione del film"

  1. Vedo che siamo d’accordo su molti punti, in primis l’occasione persa di creare personaggi memorabili. Come dico nel mio post, data l’ambientazione circense Burton avrebbe potuto sbizzarrirsi di più, e invece non ci sono personaggi memorabili. E poi nemmeno io mi sono commosso, e la cosa mi è dispiaciuta. La scena di Dumbo che cerca la mamma con la proboscide sembra messa lì solo per omaggiare il cartone. C’è poca enfasi e dura pochissimo.

    P.s. Se al posto di Arkin ci fosse stato Walken sarei impazzito di gioia. Praticamente il cast di Batman Returns.

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    1. Siamo totalmente d’accordo!

      Walken sarebbe stato bello da vedere sia per l’effetto riunione tra vecchi amici sia perché… è sempre bello da vedere! Ho da poco visto The dead zone di Cronenberg e credo che senza Walken non avrebbe la stessa forza, per esempio!

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  2. Personalmente non apprezzo per niente questa strategia Disney. E oltre ciò i live-action usciti fino adesso erano mediocri anche Il Libro della Giungla che aveva degli effetti speciali da urlo ma aveva una sceneggiatura confusa (Sher Khan era un incrocio tra quello del libro e del film d’animazione e queste due cose entravano in contrasto). Dumbo l’ho trovato carino ma non è un grande film.

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    1. Anche io non capisco bene questa strategia, mi sembra figlia di una totale mancanza di idee che mi lascia un po’ perplesso. Però se alla fine tutti questi film sono dei successi al botteghino come possiamo dare torto ai dirigenti Disney? Se la gente li premia, dal loro punto di vista fanno bene a fare ‘sta roba. Io ho visto questo solo per Burton, non ho in programma di vederne altri! :–)

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      1. Questo perché fanno leva sull’effetto nostalgia. Per dire già dalle prime immagini La bella e la bestia subì forti critiche per la CGI e il design degli oggetti eppure ha superato il miliardo. Alla fine tutti andranno a vederlo nonostante tutto.

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