Wow! Questa puntata mi ha certamente colto di sorpresa! Sia per i profondissimi temi trattati, sia per gli ospiti d’eccezione: non solo John de Lancie, ma addirittura Jonathan Frakes nei panni del comandante barbuto più amato di Star Trek! Ecco la trama di questo Diritto di morte (Death Wish il titolo inglese, soltanto leggermente diverso), diciottesimo episodio della seconda stagione di Star Trek: Voyager (e trentaquattresimo in totale per adesso).
Il capitano Janeway non sa farsi i fatti suoi e curiosando in una strana cometa libera inavvertitamente un individuo del Q Continuum interpretato dall’esuberante Gerrit Graham. Apparentemente Q Graham (chiamiamolo così) era stato imprigionato per aver espresso un desiderio inaccettabile nella sua società: quello di morire. Purtroppo per lui è incapace di farlo a causa dell’immortalità dei Q, e non passa molto tempo prima che il Continuum si renda conto della sua liberazione e mandi il nostro Q preferito sulla USS Voyager: ecco così John de Lancie passare anche per Star Trek: Voyager dopo le sue numerose apparizioni in The Next Generation e Deep Space Nine (circa una decina, a cominciare da Encounter at Farpoint, Incontro a Farpoint).
Dopo un po’ di teletrasporti casuali per lo spazio-tempo (diciamolo: un po’ di roba ridicola c’è da aspettarsela quando c’è Q di mezzo), Q Graham chiede asilo al capitano Janeway e sorprendentemente Q de Lancie, in nome del Continuum, accetta di sottoporsi al di lei giudizio per decidere la sorte del suo simile. Ma le cose sono chiare sin dall’inizio: dare asilo significa condannare a morte (tramite suicidio) Q Graham, mentre non darglielo significa condannarlo al carcere eterno nella cometa da cui è stato appena liberato. E perché il Continuum non permette a Q Graham di morire? Perché permetterglielo equivarrebbe ad ammettere che la propria esistenza è ormai priva di senso, è vuota: sarebbe un evento senza precedenti con conseguenze inimmaginabili per la società, una società che da una parte prevede la pena di morte (si veda l’episodio True Q, Una vera Q, sesta stagione di The Next Generation, dove Q ammette di essere il responsabile dell’uccisione dei genitori di Amanda Rogers), ma dall’altra non permette il suicidio perché sarebbe come ammettere che la società stessa non ha senso di esistere.
Quindi, per chiarire le cose, qui stiamo parlando sia di eutanasia sia di rivoluzione. Infatti la tesi di Q Graham è che la sua società non abbia semplicemente più uno scopo, abbia terminato le cose da fare e a cui aspirare, e che la sua esistenza sia una vera e propria condanna a soffrire. Vuole suicidarsi sia per sé, sia per dare una lezione alla sua razza su cosa sia diventata in questo momento. Scopriamo infatti che prima di sviluppare questo desiderio era un riconosciuto filosofo all’interno del Continuum. Dall’altro lato, Q de Lancie prova a sostenere la tesi dell’infermità mentale e del fatto che non si possa accettare che una persona malata di mente decida di porre fine alla sua vita in quanto non ha la lucidità necessaria per prendere tale decisione.
Il tutto si svolge nel più classico tribunale trekkie, un po’ come nei vari The Measure of a Man (La misura di un uomo) e The Drumhead (Giustizia sommaria), rispettivamente, della seconda e quarta stagione di The Next Generation, per fare due esempi. In questo caso, Janeway fa da giudice mentre Tuvok assiste Q Graham, scelta fatta da quest’ultimo in virtù del fatto che nella società vulcaniana è ammessa l’eutanasia. A complicare il lavoro del capitano ecco il tentativo di corruzione di Q de Lancie: se deciderà a suo favore, riporterà la Voyager nel quadrante Alpha semplicemente schioccando le dita. Sfortunatamente, questo toglie un po’ di suspense al finale, visto che la decisione non potrà portare a questo risultato, ma non importa. Si tratta senza dubbio di uno dei migliori episodi di Voyager visti fino ad ora! Infatti il fatto che Q de Lancie rappresenti il Continuum è di per sé un altro elemento di interesse, vista la turbolenta storia personale e dei suoi continui giochi con Jean-Luc Picard e l’umanità tutta.
Insomma, siamo a Star Trek all’ennesima potenza, e ci voleva dopo una stagione che non ha offerto così tante soddisfazioni fino ad ora. Gran bell’episodio, ben scritto e ben recitato, e con un finale affatto buonista o indulgente. Un episodio che intrattiene e che dà da pensare! Ciao!
PS: Nella puntata del podcast The Delta Flyers dedicata a Diritto di morte, ecco finalmente il succulento dietro le quinte promesso da Robert Duncan McNeill molte settimane fa. Fu James Conway, regista dell’episodio, a sbottare contro l’attore reo di aver fatto una battuta di troppo sul set un giorno in cui le riprese erano in ritardo di varie ore rispetto a quanto programmato. Apparentemente, Tom Paris non appare in una scena sul ponte di comando perché fu allontanato dal regista che tra le altre cose disse a McNeill: “Robbie, you’re the one who wanted to go home early…“, cioè “Robbie, eri te quello che voleva andare a casa presto…“!
Episodio precedente: Arma letale
Episodio successivo: Bellezza virtuale
Ed ecco che Gerrit Graham, il mitico Beef de “Il fantasma del palcoscenico” di Brian De Palma, qui si trova ad interpretare un Q di primissimo piano per il “mortale” dilemma che pone alla società dei suoi pari immortali… oltre a Quinn in Voyager, Graham può vantare una precedente apparizione nell’episodio della prima stagione di DS9 “La preda”, anche se lì non era immediatamente riconoscibile nei panni del leader dei cacciatori di Tosk 😉
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Quel film di De Palma io lo vidi tipo venticinque anni fa e mi rimase tatuato nel cervello ma non sono ancora riuscito a rivederlo. La colpa è mia che voglio tutto in DVD/Bluray, naturalmente, quindi per adesso non l’ho trovato. Ma continuo a cercare!
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Qualche anno fa comprai l’edizione in DVD a disco singolo a cura della Dall’Angelo Pictures, che mi risulta abbiano ancora disponibile in catalogo: niente Bluray nostrano, almeno per il momento, ma quel DVD non me lo lascerei comunque scappare 😉
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Qui in Spagna il mio fornitore di dvd di fiducia (FNAC) non ce l’ha in catalogo… ma uno di questi giorni voglio fare un salto all’ultimo negozio “fisico” che vende ancora dvd e bluray in città, se lo trovo me lo prendo! :–)
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Nuooooooooooooooo! Maledetto Q, ti odiooooooo! 😀 😀 😀
Sono un odiatore DOC di Q dal 1989 e qui addirittura me ne sono dovuti sorbire due! 😛
Magari ragiono male io, ma stai cercando di attraversare 70 fantastilioni di anni luce, arriva un’entità che comincia a farti rimbalzare avanti e indietro nello spazio e nel tempo… e non ti viene in mente di chiedergli subito di riportarti a casa? Perché dev’essere Q a pensarci e Janeway casca dal pero?
Quindi finora la Voyager può tornare a casa con la warp 10 e non lo fa, può tornare a casa grazie a Q e non glielo chiede… oh, se non volete tornare ditelo, eh?, che ci mettiamo l’anima in pace 😀
Sul fatto che la rivoluzione del pensiero di Newton sia messa sullo stesso piano del concerto di Woodstock chiudo un pietoso occhio…
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Povero Q! X–D
In realtà capisco perfettamente l’odio: lasciamo la fantascienza e andiamo in territorio fantasy (anche se la colpa ce l’ha The Original Series con il primo Q in The Squire of Gothos, prima stagione!).
Però… questo episodio l’ho trovato davvero profondo, andando oltre i momenti ridicoli! :–)
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L’esser riuscito a rendere serio Q per dieci secondi è un grande pregio di “Voyager”, ma il mio odio rimane. Faccio la faccia da Kirk in “Star Trek 2” e grido: «Quuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuu!!!» 😀
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X–D
Io passo all’inquadratura dall’alto della Terra per accompagnare il tuo grido!
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