The City On The Edge Of Forever, La città al bordo dell’eternità, già il titolo per me è un capolavoro, è accattivante, misterioso. I traduttori italiani hanno pensato bene di distruggerne la poesia cambiandolo in Uccidere per amore, aggiungendo al danno la beffa dell’enorme spoiler. Ma il pessimo lavoro di traduzione non è niente di nuovo, naturalmente. E dopo essermene lamentato come mio solito, parliamo di questo capolavoro di episodio, il secondo della serie classica che usa un viaggio nel tempo dopo Domani è ieri (Tomorrow Is Yesterday)!
C’è poco da dire, in realtà, qui siamo davvero di fronte ad un capolavoro, è fantascienza di qualità altissima. La USS Enterprise arriva ad un pianeta con un paradosso temporale al cui centro c’è una sorta di oracolo capace di trasportare le persone indietro nel tempo. McCoy fuori controllo a causa di un incidente dopo aver salvato la vita a Sulu si trasporta nella New York del 1930 e causa un cambio drammatico nella linea temporale, addirittura sparisce l’Enterprise! Così Kirk e Spock lo seguono per tentare di porre rimedio alle azioni del dottore.
Arrivando prima del dottore, i due hanno il tempo di stabilirsi in una missione per i poveri guidata da Edith Keeler (interpretata da una guest star d’eccezione, Joan Collins), che naturalmente si innamora di Kirk, e lui di lei. Spock capisce che Edith è la chiave di quanto è successo e può succedere: in un futuro possibile incontrerà il presidente Roosevelt nel 1936, e in un altro futuro morirà in un incidente stradale nel 1930. Ma la domanda è: qual’è il futuro alterato da McCoy e quale quello originale da recuperare? Così ora capite lo spoiler contenuto nel titolo italiano…
Questa puntata è una bomba. William Shatner è sempre un capitano Kirk impeccabile, ma qui si supera riuscendo a far sembrare credibile la storia d’amore con il personaggio della Collins, anch’essa fenomenale nel suo ruolo. E Leonard Nimoy è come sempre il perfetto vulcaniano governato dalla logica. La storia è splendida e nasce da un’idea che è stata ripresa e sviluppata in altri Star Trek ma mai così efficacemente, per esempio con il doppio episodio Un mistero dal passato, Time’s Arrow di The Next Generation.
Non solo il messaggio è un classico di Star Trek, cioè quel “The needs of the many outweigh the needs of the few, or the one“, cioè “I bisogni di molti sono superiori a quelli di pochi, o di uno solo“, ripetuto da Spock anche in Star Trek II: The Wrath Of Khan (L’ira di Khan, 1982), ma la forza con cui arriva a destinazione è quella di un cazzotto nello stomaco. Gli ultimi dieci minuti dell’episodio sono da incorniciare, così come il finale. Scordatevi le risate e le battutine sul ponte, qui c’è solo silenzio dopo le ultime parole rotte dall’emozione del capitano Kirk. Da brividi. Da guardare e riguardare, avrebbe certamente meritato di essere un episodio doppio! Ciao!
PS: come se ce ne fosse stato bisogno, una frase di Kirk che fa intuire che il signor Spock è vegetariano mi ha reso il secondo ancora più simpatico di quanto non lo fosse già ai miei occhi!
Episodio precedente: L’alternativa
Episodio successivo: Pianeta Deneva
Grandi cose ti aspettavi e grandi cose hai avuto, come ti avevo preannunciato 😉
E dopo la visione di questo magnifico episodio (dove hai fatto conoscenza con il Guardiano dell’Eternità) ti posso consigliare la versione a fumetti, che segue in toto la sceneggiatura originale di Harlan Ellison presentando quindi alcune significative differenze rispetto a quanto poi realizzato per la tv…
P.S. Esiste anche un’edizione italiana nel classico volume cartaceo (La città sull’orlo del sempre: traduzione non molto poetica ma non spoilerante, se non altro), pubblicata in una recente collana di fumetti Trek a cura della Gazzetta dello Sport 😉
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Grazie per il link all’e-book! Appena torno a una connessione decente (sono in vacanza, i post che escono ora li ho programmati prima di partire!) me lo prendo!
Grandissimo episodio davvero, sapevo di andare sul sicuro! :–)
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Super classico dei classici,è probabilmente fra gli episodi più amati della storia ^_^
Sin da bambino è fra i miei episodi preferiti, e il massacro fatto al titolo originale è davvero terribile.
Nel 1992 una celebre guida TV americana fece uno specialone andando ad intervistare alcuni famosi scrittori che avevano pubblicato romanzi di Star Trek, sia originali che adattamenti. Ecco cosa si dice di questo episodio:
Judith Blish [moglie e collaboratrice del celebre novellizzatore James T. Blish]: Abbiamo i copioni usati durante le riprese: sono simili, ma non sempre identici a ciò che è stato effettivamente mandato in onda, perché a volte ci sono dei cambiamenti sul set e non possiamo saperlo finché non viene mandato in onda l’episodio. A volte troppo tardi! Non ricordo problemi nei riguardi dei cambiamenti: il divertente del progetto era lavorare nei parametri dati, come comporre poesie. Nel caso di City at the Edge of Forever James Blish ha preferito il finale originale che era stato poi cambiato durante le riprese, e in collaborazione con Harlan Ellison [sceneggiatore dell’episodio] e degli editori, è uscito con una versione più fedele all’originale rispetto a quella vista in TV. [La storia è raccolta in “Star Trek 2”, 1968.]
Purtroppo sono fuori casa e non ho quel libro sottomano: ora sono curioso di sapere il finale diverso! ^_^
La traduzione del brano è mia, se ti interessa ho tradotto l’intero speciale pieno di chicche sullo Star Trek classico 😉
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Grazie! Appena rientro al PC con connessione seria (sono al mare con famiglia) spulcio tutto!!! :–)
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“let’s get the hell out of here” 🙂
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capolavoro, nulla da aggiungere!
Tra l’altro m’è piaciuta l’idea di rendere la ragazza come motivo del cambiamento storico… pur propugnando idee condivisibili! Cioè lei sarebbe “colpevole” della vittoria dei non-interventisti americani nella WWII, che è un concetto che oggi difficilmente verrebbe messo in scena (di solito anzi oggi privilegiamo queste figure!).
Meraviglioso vedere Spock col berrettino da pescatore per nascondere le orecchie vulcaniane e Kirk che, anche se sperduto nel tempo ed in missione per ripristinare il corretto continuum spazio-temporale… non perde occasione per broccolarsi Joan Collins (chiamalo scemo!).
L’unico punto oscuro, almeno per me, rimane il perché McCoy, in preda al delirio, avrebbe scelto di cambiare la storia (in una maniera così importante) e perché volesse farlo anche una volta ritrovato il senno…
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Sì, è spettacolare il dettaglio che la povera ragazza sia una buona, eppure è la sua morte che darà il via alla Storia così come la conosciamo…
McCoy, poverino, voleva solo salvare una vita, aveva solo buone intenzioni. Davvero tragica questa puntata, sicuramente nelle top 3 della serie classica di Star Trek!
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