Star Trek: Voyager – S04E08-E09, Un anno d’inferno

st185Ci sono volte in cui un episodio Star Trek ha dei messaggi profondi su cui farci ragionare, dei temi da affrontare, delle tesi da portare avanti. E ci sono volte in cui invece l’obiettivo è semplicemente regalare 45 minuti di intrattenimento agli spettatori. In questo caso i minuti sono 90 perchè Year of Hell (correttamente tradotto con Un anno d’inferno) è un episodio doppio che punta tutto sull’azione e sul potere scioccante di vedere una USS Voyager devastata da un nemico di molto più potente e spietato. Ci sono delle ottime trovate visive (come un intero ponte che salta in aria!) e dei bei momenti che sottolineano come in più di tre anni i rapporti tra gli ufficiali della nave si siano evoluti e consolidati, anche se il finale, ammettiamolo, è un po’ una delusione.

Ed è anche una delusione il fatto che ci si sia dimenticati di Kes così in fretta! Scrivendo dell’episodio Prima e dopo della terza stagione avevo sostenuto che sarebbe stato un peccato se non avessero dato seguito alla storia dell’anno d’inferno menzionato da Kes grazie al suo viaggio temporale dal futuro, e con piacere scopro che questo episodio doppio nasce proprio da quell’idea. Ma purtroppo gli sceneggiatori si sono dimenticati di un avvenimento cruciale di Prima e dopo: Kes non solamente aveva permesso di sapere che i Krenim erano una razza molto pericolosa (come tutte le razze i cui nomi cominciano per K, apparentemente), ma era stata scoperta la precisa fluttuazione temporale delle loro armi così da poter difendersi adeguatamente. Ecco, di entrambe queste cose gli sceneggiatori sembrano essersi completamente dimenticati, cosa che ho trovato imperdonabile quando ho visto la prima parte del doppio episodio.

Ma tentiamo di andare un po’ in ordine cominciando con l’inizio della trama. La Voyager nel suo infinito viaggio verso il quadrante Alpha entra nel territorio di una razza, per una volta, amichevole: gli Zahl. Mentre Janeway sta amabilmente chiacchierando con un suo rappresentante, ecco però un piccolo vascello Krenim che minaccia ritorsioni e sostiene di far parte della civilizzazione che realmente può decidere chi può passare e chi no. Apparentemente, i Krenim pensano di avere ancora il potere che avevano un secolo prima, quando appunto gli Zahl li sconfissero e cominciarono a dominare questa parte del quadrante Delta. Solo che… una potentissima nave con un’arma capace di alterare il continuum spazio temporale proprio in quel momento cancella gli Zahl dalla storia e rende molto più minacciosi i Krenim improvvisamente davvero con molto potere che cominciano una lotta senza quartiere contro Janeway e la sua nave.

Ed è così che comincia l’anno d’inferno per i nostri eroi. Visto che apparentemente tutti a bordo si sono dimenticati delle informazioni ottenute grazie alla Kes del futuro, le prime settimane sono devastanti visto che le armi Krenim penetrano gli scudi della Voyager. Ma, anche una volta prese delle contromisure, le cose non migliorano in maniera decisiva. Alla fine della prima parte dell’episodio, Janeway ordina ai superstiti di abbandonare la nave (anzi, ciò che resta della nave!), lasciandola soltanto nelle mani di lei stessa e degli altri ufficiali rimasti, cioè tutti tranne Chakotay e Paris che sono stati rapiti da Annorax, il capitano della nave temporale interpretato da un fantastico Kurtwood Smith. Le prospettive di tornare a casa sembrano davvero poche?

In realtà qui sta un po’ il problema principale di questo episodio. Anche se è divertente vedere uno di questi scenari in cui gli eroi della Flotta Stellare sono tutt’altro che padroni del loro destino e, anzi, sono interamente alla mercè di nemici più potenti di loro, è chiaro che ci sarà il modo di ripristinare la situazione iniziale come se nulla fosse accaduto. I danni subiti dalla Voyager col passare del tempo sono troppo devastanti! La nave a pezzi, moltissimi membri dell’equipaggio deceduti, addirittura soltanto sette persone a bordo all’inizio della seconda parte dell’episodio…

Ma, come successe in un altro episodio doppio, Sopravvivenza, anche qui gli sceneggiatori si sono tenuti una porta aperta ad una facile soluzione: Chakotay e Tom Paris sono a bordo della nave di Annorax. Non sorprendentemente (spoiler alert), nella seconda parte i due riescono a sabotare la nave quel tanto che basta da farla esplodere con un sacrificio di Janeway che in realtà gran sacrificio non è visto che riporta tutto alla normalità e il viaggio verso casa può riprendere come se nulla fosse accaduto. E quindi non ci rimane niente di questo Un anno d’inferno?

No, sarebbe ingiusto dire che il reset finale annulli la qualità di una storia che comunque intrattiene dall’inizio alla fine. Ci sono tanti momenti da ricordare! Per esempio, Tim Russ offre un’altra interpretazione memorabile con un Tuvok che è per metà del tempo completamente cieco (certo che proprio il vulcaniano doveva perdere la vista? Sappiamo che è una razza la cui vista è molto resistente sin dall’episodio Pianeta Deneva della serie classica!): bellissimo il dialogo con Seven of Nine sull’autorità del capitano e toccante il suo abbraccio con quest’ultima che decide di restare sola sulla nave. Tagliente il dialogo tra Janeway e il Dottore che prova a toglierle il comando della nave ma, non potendo imporre la sua decisione non può che tornare sui suoi passi. Sempre divertente Tom Paris che, giustamente vista la storia del personaggio, si scontra con un Chakotay un po’ troppo naive e va testardamente per la sua strada. Per non parlare del capitano Janeway che col suo nuovo taglio di capelli molto sbarazzino si sta dimostrando uno dei capitani più decisi e forti di tutta la Flotta Stellare con una Kate Mulgrew finalmente convincente al 100%!

Ed infine è molto affascinante il personaggio di Annorax, un uomo con una missione tutta personale che non si ferma di fronte a niente e nessuno. Ha fallito per duecento anni ma non ha nessuna intenzione di rinunciare al sogno di tornare a stare con la sua amata. Mi ha ricordato un po’ il Mr. Freeze di Batman e un po’ il capitano Nemo che viene non a caso menzionato proprio da Paris in un infuocato dialogo con Chakotay. Kurtwood Smith, poi, dona tutta la sua bravura e il suo carisma a quello che senza dubbio entra tra i migliori antagonisti mai affrontati da un capitano della Flotta Stellare nella storia di Star Trek.

Quindi io mi ritengo abbastanza soddisfatto di questo episodio! Certo, ci sono delle sviste, e ci sono degli elementi che sarebbe stato carino sviluppare un po’ di più. Per esempio che ne è di tutto il resto dell’equipaggio? Falliscono tutti nella loro missione di trovare alleati nel quadrante che li possano aiutare a superare il territorio Krenim e/o a combatterne la flotta? Ma d’altronde è raro che il focus si distanzi troppo dagli ufficiali della Voyager, specialmente quando il ruolo di special guest star è occupato (e in maniera abbastanza ingombrante) dall’antagonista. Ciao!

PS: Nel podcast The Delta Flyers Robert Duncan McNeill non risparmia le lodi per Allan Kroeker alla regia della prima parte di Un anno d’inferno, notando anche il rarissimo (per Star Trek) dolly montato su una curva di binari nel set del ponte di Annorax.


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12 risposte a "Star Trek: Voyager – S04E08-E09, Un anno d’inferno"

  1. Vero, la qualità complessiva di questo doppio episodio è tale da far perdonare un reset temporale finale piuttosto di routine (non brutto, assolutamente no, ma era prevedibile che il destino della Voyager dovesse essere quello di tornare sui propri passi). Riguardo agli sceneggiatori mi piace pensare ad una dimenticanza non casuale perché, tutto sommato, è plausibile che l’esperienza con la “futuribile” Kes non faccia più parte del passato della Voyager (o si sia svolta in modo comunque differente), una volta che Annorax ha alterato la linea temporale originale…

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    1. Hai ragione nel dire che si può trovare una spiegazione per il mancato ricordo delle azioni di Kes, ma così facendo gli sceneggiatori hanno tolto ancora più importanza all’esistenza di quel personaggio dimenticato così in fretta! Poverina la mia Kes…

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  2. Sceneggiatori? Cosa sono? Una razza aliena? 😀
    Scherzi a parte, come fai notare l’episodio ha così tanti difetti che alla fine gli si vuol bene: è ovvio sin dal primo danno alla nave che la soluzione sarà “riparatrice” in modo totale, visto che parliamo di un prodotto ad alta serialità dove ogni episodio “riparte da zero”. Hai notato infatti la velocità supersonica con cui tutti guariscono da ogni ferita a tre minuti dalla fine dell’episodio? Oh, mai nessuno che dopo un combattimento di ore finisca la vicenda zoppicando o massaggiandosi un braccio. Niente, guarigione perfetta perché nel prossimo episodio non dovrà esistere traccia del passato.

    Quello che mi ha fatto ridere è che i Sacri Valori della Federazione, faro morale in ogni angolo dell’universo, la Janeway ormai non se li ricorda neanche più. Dobbiamo attraversare il territorio di una razza che ce l’ha vietato: e chi se ne frega! Poi parte il bullismo tecnologico: hai visto che faccia fa la Janeway quando scoprono di essere di fronte ad una nave di potenza inferiore? Sghignazza come il bullo che ti ruba la merenda a scuola, e comincia a dire robe tipo “Che vengano pure, che li pigliamo a schiaffi”. Ma… e la superiorità morale della Federazione? 😀

    Inutile dire che tolte le immagini forti della caduta dell’Enterprise e dei vari membri – dove però non si crea alcun pathos perché è ovvio che sarà tutto rimesso a posto, alla fine – l’unico motivo di gioia di questo doppio episodio è il titanico Kurtwood Smith, fra i più mitologici bastardi della storia del cinema. Fa effetto vederlo senza i capelli e barba bianchi di “Star Trek VI”, ma è assolutamente perfetto nel ruolo dell’infame, perché non esagera mai e mostra sempre un lato umano.
    Parliamo dell’uomo che ha ucciso Murphy e l’ha reso Robocop: da ragazzino mi ha traumatizzato ed è stato un piacere vederlo morire male, nel film di Verhoeven: da allora ogni volta che appare, il film o il telefilm guadagnano mille punti a tavolino!

    Per finire, ora che il Dottore ha dovuto prendere una crudele ma inevitabile decisione e ben due persone sono morte, fatto che giustamente l’ha lasciato profondamente scosso… questa cosa rimarrà nel suo personaggio? O gli sceneggiatori se lo sono già scordato mentre lo scrivevano? 😛 Ah, questi autori smemorelli…

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    1. Hai proprio colto nel segno, di fatto il pulsante del reset di Voyager è la crítica che più spesso gli viene mossa contro, e con buona ragione! Concordo a pieno su Smith, naturalmente, qui è davvero splendido come solo un bravissimo caratterista come lui avrebbe potuto essere!

      Di Janeway credo che si potrebbe ridere per settimane: la sua incoerenza da un episodio all’altro è totale! Paladina della Federazione, bullo di periferia, smemoraa, eroina action, scienziata… È tutto e il contrario di tutto! X–D

      Quella razza degli sceneggiatori avrebbero dovuto scriverla meglio… :–D

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