Questo episodio è effettivamente indimenticabile, come dice il titolo (fedele traduzione dell’originale Unforgettable), ma solo e soltanto per la sua guest star che mi è risultata familiare sin dall’inizio… guardando l’episodio, tutto il tempo mi sono chiesto dove l’avessi già vista finché alla fine non ho cercato il suo nome: Virginia Madsen. Che è uguale identica al ben più famoso fratello Michael Madsen tanto caro a Quentin Tarantino! Ecco perché mi sembrava di conoscerla!
C’è qualcos’altro da dire di questo episodio? Temo di no. La USS Voyager trova un’ennesima civilizzazione più tecnologicamente avanzata della Federazione con dispositivi di occultamento portatili e navi invisibili e con addirittura la capacità di cancellare la memoria non solo di altri umanoidi, ma anche dei loro computer! Se vi sembra un tantino esagerato, sono d’accordo: lo è. Soprattutto perché tutto è finalizzato al mettere in scena l’ennesima storia d’amore usa e getta, stavolta con Chakotay protagonista. Tutte quelle baggianate tecnologiche servono così a giustificare un innamoramento che quindi avviene non nel giro di poche ore (come spesso accade in Star Trek), ma nel giro di ben due settimane che però non vediamo e che i membri dell’equipaggio della Voyager non ricordano di avere vissuto.
Tutto il resto è noia, come cantava Franco Califano. Non solo non ho trovato credibile la storia d’amore tra Chakotay e Kellin (la Madsen, appunto), ma mi sono sembrate ridicole anche le parti di contorno con Janeway che accetta di buon grado che nel computer di bordo si immetta un virus alieno capace di cancellare ogni traccia del passaggio degli abitanti del pianeta Ramura di cui Kellin fa parte. Anche ammesso che creda alla storia dei feromoni che cancellano la memoria, davvero il capitano della USS Voyager si può permettere una cosa simile? E se Kellin e compagnia avessero mentito? Potrebbe essere una storia elaborata per prendere possesso della nave come già hanno fatto tanti in passato (un esempio? Lo zoo, terza stagione)!
Per non parlare di Chakotay stesso che per una volta invece di farsi guidare dal suo istinto e dal suo animale guida decide di mettere in discussione tutto ciò che l’innamorata Kellin gli dice sulla storia d’amore che hanno vissuto ma di cui lui non ricorda niente. Sembra quasi che gli sceneggiatori facciano fatica a tener traccia delle caratteristiche dei personaggi della serie! Se fosse stato Tuvok non mi sarei sorpreso di questo comportamento, ma Chakotay… mi sarebbe piaciuto se si fosse lasciato andare un po’ di più, in linea con quanto visto fino ad ora!
Ma poi non ho capito una cosa… perché quando Kellin fa il suo lavoro e riporta a casa dei suoi compatrioti sulla Voyager nessuno fa una piega (anzi, nasce la prima storia d’amore con Chakotay), e poi quando Curneth (Michael Canavan) fa lo stesso lavoro per riportare a casa Kellin viene sbattuto in prigione? Non ha molto senso, o mi sono perso qualcosa? Ciao!
PS: Robert Duncan McNeill e Garrett Wang nel podcast The Delta Flyers parlano molto di Virginia Madsen e del suo curriculum, come fanno di solito per tutte le special guest più rilevanti degli episodi di Star Trek: Voyager.
Episodio precedente: Direttiva Omega
Episodio successivo: Testimone oculare
Episodio non indimenticabile -con l’ennesima ipertecnologia aliena che, in fondo, rimane ancora l’elemento più interessante rispetto a tutto il resto- quanto avrebbe potuto essere (Virginia Madsen a parte 😉 ), accompagnato da un Chakotay che gli sceneggiatori fanno muovere un tantino a casaccio… Peccato, perché da Garak alla regia ci si poteva in effetti attendere qualcosa di meglio (infatti a dirigere c’è nientemeno che Andrew J. Robinson in persona, e cioè il nostro cardassiano preferito di DS9)! 😉
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Non c’avevo fatto caso! Grande Robinson! Che poi lui non ha fatto nemmeno un cattivo lavoro, non era un episodio semplice da rendere sullo schermo con la sua trama inutilmente complicata… Ma qui si nota che il personaggio di Chakotay è proprio allo sbando. Ultimamente usato molto poco, e male, adesso comincio a capire il perché dei malumori di Beltran!
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Tolti i tanti buchi di sceneggiatura che giustamente hai identificato, è un episodio che ho molto gradito, sia perché sono fan della Madsen da molto prima che si sapesse avere un fratello (la adoro sin dal 1984 di “Dune”: i suoi occhi sono l’unica cosa da salvare di quel film! Recentemente l’ho molto apprezzata nella miniserie del 2018 “La verità sul caso Harry Quebert”), sia perché ho un debole sulle storie d’amore travagliate a causa della memoria. Sono abbastanza rare quindi mi ha stupito trovarne una qui: malgrado il soggetto sia un colabrodo inverosimile, lo stesso mi ha subito conquistato.
Infine mi ha conquistato la scena finale. Facciamo finta di credere esista un virus così selettivo da cancellare SOLO quei pochi dati riguardati due sole persone a bordo di una nave, e va be’, come fare a lasciare memoria quando sia gli umani che le macchine dimenticheranno tutto? Scriverlo su carta è un’idea deliziosa, che ho molto apprezzato.
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Quella scena è effettivamente notevole, il ritorno a carta e penna per evitare ingerenze aliene! Hai fatto bene a sottolinearla!
Io la Madsen invece non la ricordavo, anche perché Dune l’ho selettivamente cancellato dalla mia memoria anche senza bisogno di virus alieno: che robaccia inenarrabile! Mi sa che Lynch non era proprio il regista adatto a girare un filmone scifi epico come quello… vedremo cosa farà Villeneuve, che ci sta lavorando da un po’!
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Villeneuve è un fantastico autore di salvaschermi, quindi il suo Dune sarà così bello che non avrà bisogno di trama né di spiegazioni logiche, basteranno i wallpaper per cui Villanova è famoso 😀
Sulla lavorazione di Dune meriterebbe di parlare a lungo, quello di Lynch è stato un viaggio terribile e fallimentare come quello di Jodorowsky, con la sola differenza che poi il film è uscito davvero. Dino De Laurentiis ha creato dei danni assurdi, e chi ci ha lavorato ancora lo ricorda con orrore 😀
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Appena riesco a leggere il tuo ciclo sugli zombie (dopo aver completato quello su Total Recall), sarò felice di leggere di Dune! :–D
Villeneuve sarà bravo con i salvaschermi, ma parte del merito dovrebbe andare ai suoi direttori della fotografia!
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