Mi lamento (quasi) sempre dell’uso della sala ologrammi, ma stavolta devo solo fare i complimenti ai creatori del quinto episodio della quinta stagione di Star Trek: Voyager intitolato C’era una volta (dall’inglese Once Upon a Time). Questo episodio dà vita ad una serie di programmi olografici per bambini intitolati The Adventures of Flotter davvero immaginifici. I set sono a dir poco stupendi, coloratissimi, e anche la musica che accompagna l’unica bambina a bordo della nave, Naomi (Scarlett Pomers), figlia della guardiamarina Samantha Wildman (Nancy Hower), è molto d’atmosfera. Vi ricordate di Naomi, no? Nacque (ben due volte) durante l’episodio L’altra Voyager nella seconda stagione!
E arriviamo a C’era una volta, quindi. La trama è un classico di Star Trek: a bordo della nave tutti lavorano alacremente per ritrovare uno shuttle, anzi, uno dei nuovi Delta Flyer costruiti da Tom Paris, perduto. Che si perda uno shuttle della Voyager non è proprio una novità (evito di fare una lista, ma sarebbe lunga), e stavolta a bordo ci sono Tom Paris, Tuvok e appunto la guardiamarina Wildman. Quindi la storia la seguiamo sia dal punto di vista dei tre dispersi, con la mamma di Naomi gravemente ferita, sia dal punto di vista di Naomi stessa che passa il tempo con il buon Neelix, qui finalmente simpatetico e simpatico, insomma a suo agio nel ruolo di ufficiale del morale dell’equipaggio. Mentre le scene nel Delta Flyer sanno di già visto (con alcune scelte particolarmente infelici come l’insulso messaggio di addio preparato da Tom Paris per B’Elanna… So long? Queste le sue ultime parole all’amata? Ma per favore!), le scene con Neelix e Naomi sono splendide, così come lo sono quelle tra il Talaxian e il capitano Janeway che non ne vuole sentire di mentire alla bambina ed è per andare dritto al nocciolo della questione con lei.
Nonostante il ripetersi infinito di cliché già visti come la perdita di uno shuttle e un salvataggio all’ultimo secondo, a me questo episodio è piaciuto non poco. Prima di tutto, Scarlett Pomers fa un ottimo lavoro a livello di recitazione, cosa che accade di rado ai giovani attori guest star in Star Trek. Poi mi è piaciuta molto l’interazione del suo personaggio con Neelix (e, ancora una volta, Ethan Phillips dimostra tutta la sua bravura qui) e la vicinanza che dimostrano nel parlare della perdita di persone care. Infine, è interessante vedere le operazioni della nave da un punto diverso da quello dei soliti noti: splendida la scena in cui Naomi si imbatte in B’Elanna e una sua squadra a punto di teletrasportarsi sul planetoide dove sono dispersi Tom, Tuvok e sua madre. E poi il programma olografico per bambini è meraviglioso, fiabesco ma anche educativo (sempre sul tema della perdita) come dev’essere per ogni racconto per bambini scritto con un minimo di intelligenza.
Insomma, anche se non è certamente un episodio indimenticabile e ha i suoi difetti, per me C’era una volta è un lavoro dignitoso che si salva grazie ai suoi elementi visivi, alle sue musiche e a delle ottime prove attoriali che lo elevano al di sopra di quanto un semplice riassunto della trama potrebbe far pensare. Ciao!
Episodio precedente: La teoria di Shaw
Episodio successivo: Senza tempo
Vero, non un episodio indimenticabile e nemmeno perfetto ma, se dovessi esprimere un mio sintetico parere a proposito, direi che a fargli guadagnare parecchi punti è stato proprio il suo saper “parlare” ai bambini senza mai essere infantile (ottimo uso del ponte ologrammi, sì) e la cosa non era per niente scontata…
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Verissimo! Anche l’intuizione di sviluppare il personaggio della figlia di Samantha Wildman è carina, dà un tocco di “umanità” alla serie e un’immagine di speranza al viaggio infinito della USS Voyager!
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