Little Women (2019): recensione del film

mi-emma-watson-florence-pugh-saoirse-ronan-eliza-scanlen-little_womenIl romanzo di Louisa M. Alcott intitolato Little Women (Piccole donne) è stato portato al cinema parecchie volte. Ho pure scritto di una di queste, il film del 1994 di Gillian Armstrong, qui sul blog qualche tempo fa. Sul finire del 2019 è uscita l’ennesima riproposizione della storia delle sorelle March, stavolta diretta (e co-sceneggiata) da quella Greta Gerwig che tanto bene aveva fatto col suo Ladybird un paio di anni prima (anche quello recensito sul blog). È riuscita a dire qualcosa di nuovo con questa sua versione di questo classico della letteratura statunitense? Forse no, ma l’ha fatto con brio e stile e il risultato è decisamente piacevole!

Nei panni della protagonista Jo troviamo Saoirse Ronan (l’irlandese protagonista del già citato Ladybird) accompagnata da Emma Watson (Meg), Florence Pugh (Amy) e Eliza Scanlen (Beth) a completare il gruppo delle sorelle March che hanno due genitori d’eccezione: Laura Dern (direttamente da Jurassic Park) e Bob Odenkirk (direttamente da Breaking Bad)! Aggiungiamo al cast una splendida Meryl Streep che la parte della zia la può recitare ad occhi chiusi e si capisce che non si è badato a spese per attori e attrici! Curioso che le quattro ragazze protagoniste siano tutte interpretate da attrici non statunitensi, ma personalmente le ho trovate tutte molto in parte, quindi non credo ci siano motivi per lamentarsi.

Che dire quindi del film? Credo che la scelta di raccontare la storia in ordine non cronologico abbia pagato. La narrazione acquista una dinamicità notevole aiutata da una serie di salti temporali sempre ben collegati tramite immagini, dialoghi ed idee. Insieme a dettagli come il vestiario e i tagli di capelli e ad un buon uso del make up, si sono evitati effetti di invecchiamento e ringiovanimento in digitale e tutti gli attori sono riusciti ad interpretare perfettamente i loro personaggi in diversi momenti delle loro vite. Non solo la Gerwig è riuscita a non creare confusione nella storia usando questa tecnica, ma è rimasta anche molto fedele al libro riuscendo a caratterizzare bene la maggior parte di suoi personaggi senza sacrificare troppo del materiale originale. Questo dimostra un gran lavoro non solo a livello di regia, ma anche di sceneggiatura!

L’unica nota negativa per me è legata a Timothée Hal Chalamet che interpreta un Laurie che sembra un adolescente emo degli anni duemila appena uscito da una pubblicità di uno shampoo. Ogni volta che lo vedevo sullo schermo riusciva a togliere un po’ di atmosfera alla scena, mi pareva sempre l’intruso in un quadro altrimenti perfetto! Forse la scelta di usarlo in questo modo è da giustificare con la volontà di parlare ad un pubblico giovane, ma sinceramente con me la cosa non ha funzionato (anche perché giovane non sono più da un pezzo).

Per concludere, consiglio vivamente la visione di questo film che dimostra come anche un classico della letteratura e del cinema possa ancora offrire molto se scritto e diretto con delle idee solido ed interpretato con passione e bravura (del reparto tecnico inutile parlarne: ottimi i costumi, le scenografie, la fotografia e buona la colonna sonora, pur se non particolarmente memorabile o innovativa). Ciao!


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11 risposte a "Little Women (2019): recensione del film"

  1. Spero di vederlo martedì!
    E scrivo qui che mi aspetto zero perché Ladybird a me ha fatto vomitare!
    E con questa scritta, che rimane agli atti, spero di rendere palese la mia ‘scemenza’ quando mercoledì scriverò che invece Little Women m’è piaciuto a mille!

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  2. Una recensione molto bella e interessante. Anch’io trovo che la narrazione attraverso flashback abbia aiutato parecchio il film e questa semplice idea in realtà ha dato un nuovo vigore alla storia. Così è come se leggessi il romanzo e fossi curioso di sapere cosa succede alle protagoniste nel capitolo successivo.
    Mi hai fatto morire dal ridere invece con Timothée Hal Chalamet. Sono sincero, non me l’aspettavo, ma mi ha fatto crepare dal ridere il paragone.

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  3. E’ vero quello che dici su Chalamet, una caratterizzazione da “bello e dannato” su cui forse ha pestato troppo Con la Ronan, però, ha avuto una chimica incredibile, li ho trovato perfettamente in sintonia e molto credibile la loro complicità.
    Come ha scritto Nick Shadow, anche a me Ladybird ha lasciato molto freddo, è un film che non mi ha parlato e in cui ho trovato Saoirse Ronan davvero fastidiosa (come personaggio, lei è stata bravissima come sempre).

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    1. Io Ladybird lo ricordo carino, ma questo secondo me è superiore. Poi capisco le scelte di una regista che vede del potenziale in uno o due attori e tende a riusarli (basta pensare a Scorsese con De Niro e Di Caprio, per esempio), ma qui lui l’ho visto proprio fuori parte. Però visto che non ho letto nessuna critica della sua performance, suppongo sia una cosa del tutto mia!

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