La malattia (The Disease) è il diciassettesimo episodio della quinta stagione di Star Trek: Voyager ed ha Harry Kim come protagonista. E siccome apparentemente per gli sceneggiatori della serie questo personaggio ha solo una caratteristica, ‘è bello’, di che altro potrebbe trattarsi se non di una storia d’amore usa e getta? Ma nonostante questa premessa l’episodio ha dei punti che lo elevano a più di una ordinaria cotta di Harry Kim (non voglio essere cinico: Senza tempo è uno splendido episodio con Kim protagonista e lì non si innamora).
La trama in due parole. La USS Voyager sta aiutando un’altra nave ben più grande di lei per alcune riparazioni (una nave che mi ricorda la Event Horizon, tra parentesi). Scopriamo che la cosa va avanti da un paio di settimane e che l’altra nave, comandata da Jippeq (l’abbastanza famoso Charles Rocket), ha una storia simile a quella della nave della Federazione: viaggia da 400 anni per lo spazio a malapena contattando altre specie, sola e senza un pianeta natale a cui tornare. E cosa pensa bene di fare Harry Kim? Ma di innamorarsi della bella Derran Tal, naturalmente! È pure interpretata da Musetta Vander, e come fai a dire di no a Sindel di Mortal Kombat (1997)? Il problema è che Kim si fa beccare e questo al capitano Janeway non va giù. D’altronde si sa: se le regole le infrange lei non ci sono problemi (in Contrappunto, per esempio), ma se lo fanno gli altri (in Trenta giorni, per dirne una) non si fanno sconti!
Ma proprio qui La Malattia gioca la sua carta vincente: Harry non ci sta, si ribella! Una bella evoluzione, finalmente viola le regole la perfetta recluta della Flotta Stellare! Spero sia un nuovo inizio per questo personaggio, che sinceramente ha bisogno di una qualche scossa! Tra l’altro la cosa viene sottolineata da uno splendido piano sequenza attraverso tre sale della Voyager (incluso il ponte) con Kim che disobbedisce agli ordini del capitano che, semplicemente, non crede ai suoi occhi! Anche solo per questa scena vale la pena vedere questo episodio, che comunque non è banale nemmeno nella sua risoluzione legata ad una ribellione a bordo della nave aliena che porta al suo smantellamento (bello il design modulare consistente con la sua origine e anche con il finale di questo episodio stesso).
Aggiungiamo anche una Seven sempre spettacolare nella sua limitata (ma non troppo) comprensione delle emozioni umane, con l’amore paragonato ad una malattia (anche se poi cambia idea nel finale) ed ecco un piacevole episodio da serie ben rodata che ogni tanto, pur se con piccole cose, riesce a tirar fuori qualcosa di sorprendente. Ciao!
Episodio precedente: Frontiera oscura
Episodio successivo: Rotta verso l’oblio
Sì, in effetti la ribellione di Kim è decisamente un valore aggiunto a un episodio di per sé già ben orchestrato… Una serie matura può permettersi di far crescere i suoi personaggi di punta, e che Harry diventasse “adulto” lo aspettavamo tutti da un pezzo!
P.S. Per fortuna la nave incontrata dalla Voyager somigliava soltanto alla Event Horizon, senza esserlo davvero 😉
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Beh, io un cameo di Sam Neill non l’avrei buttato via! X–D
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Ah, nemmeno io (solo se in forma ancora rigorosamente umana, s’intende)! 😆
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Ma che gli fa Kim alle donne aliene? 😀
Ormai ha l’abbonamento alle storie senza speranza: mi aspetto che da un momento all’altro si innamori di Neelix 😛
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Prendono in giro Kim anche McNeill e Wong! Il primo dice che Kim era il vero womanizer, non Paris, visto che fa tante conquiste. Però entrambi ridono del fatto che non combini mai niente, alla fine!
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.
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Prova…
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Non c’è la faremo mai a sconfiggere WordPress… :–/
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I fought the WP, and WP won 😀
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Se non ce l’ha fatta Joe Strummer (o Sonny Curtis), difficile che ce la facciamo noi! X–D
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