La forza dell’odio (traduzione assurda di Day of the Dove, Il giorno della colomba) non potrebbe essere piu esplicito nella sua condanna della guerra, della violenza e della tortura. Per mandare questo messaggio pacifista totalmente in linea con gli ideali di Gene Roddenberry ecco che tornano i Klingon, ormai senza dubbio gli antagonisti più presenti di Kirk e della Federazione tutta (vedasi Missione di pace, Una prigione per Kirk e Co., Animaletti pericolosi e Guerra privata). L’episodio infatti comincia con una chiamata di soccorso di una colonia di cui Kirk e la sua squadra di ricognizione non trovano traccia, e quando appare una nave Klingon tutti subito pensano ad una nuova arma di distruzione di massa usata dagli arcinemici sui poveri coloni.
Però ben presto le cose si dimostrano più complicate, visto che la nave Klingon non è in buone condizioni, dell’equipaggio restano solo pochi membri, e pare che pure loro siano stati attirati da una chiamata di soccorso e accusino la controparte, in questo caso l’Enterprise, di averli attaccati. Dopo un iniziale scambio di convenevoli tutt’altro che amichevole, Kirk riesce con un trucco ad imprigionare il comandante Kang (Michael Ansara) e i suoi uomini (anche sua moglie, in realtà, l’ufficiale scientifico Mara, Susan Howard), che però si rivelano degli ospiti difficili da tenere a bada. Soprattutto perché a bordo dell’Enterprise cominciano a materializzarsi armi bianche come non ci fosse un domani e perché i livelli di aggressività di tutti quelli a bordo aumentano a dismisura senza nessun apparente motivo. La spiegazione?
Naturalmente tutto dipende da un alieno molto potente (non umanoide) che studia il comportamento di umani e Klingon mentre lancia la nave a tutta velocità verso i confini della galassia! Con le dovute differenze, questo episodio mi ha ricordato Giochi di morte, puntata della quarta stagione di Star Trek: Voyager in cui gli Hirogen prendono il controllo della USS Voyager e ne usano la sala ologrammi per testare la resistenza e l’aggressività dell’equipaggio della Flotta Stellare. Anche qui l’alieno fa lo stesso, aumentando anche le capacità rigenerative delle persone per assicurarsi che combattano senza sosta. In realtà avrei dovuto cominciare questo paragrafo scrivendo che Giochi di morte mi ha ricordato La forza dell’odio, visto che la serie classica non può che ispirare Star Trek: Voyager e non viceversa!
Insomma, questo è un altro episodio da ricordare. Il messaggio è condivisibile e fin troppo chiaro, è stato innegabilmente fonte di ispirazione per successivi episodi di Star Trek (addirittura Michael Ansara reinterpreterà il suo personaggio sia in un episodio di Deep Space Nine, Blood Oath, che in uno di Voyager, Flashback), e anche se il finale è forse un po’ troppo sbrigativo, è comunque un chiaro segnale di ottimismo che lascia una speranza a noi bellicosi umani del ventunesimo secolo suggerendoci che forse siamo in grado di smettere di guerreggiare a più non posso e di riprendere il controllo della nostra nave (la Terra) a punto di autodistruggersi… Speriamo che ce la facciamo! Ciao!
Episodio precedente: Lo spettro di una pistola
Episodio successivo: Ho toccato il cielo
Un altro caso in cui i traduttori non traducono affatto ma spoilerano con leggerezza: ma sì, dai, cosa c’è di meglio che rivelare già nel titolo il modus operandi dell’alieno che, appunto, attizza pesantemente l’odio fra due specie per perseguire il suo crudele esperimento? Quando il titolo originale sarebbe stato ugualmente suggestivo (con il pregio di non far capire subito dove si volesse andare a parare)… Detto questo, ci troviamo senz’altro davanti a uno dei migliori episodi della terza stagione, esempio per le successive generazioni Trek e con un messaggio tanto chiaro e condivisibile che gli si può tranquillamente perdonare il finale in effetti un tantino frettoloso (con tanto di pacca sulla spalla da parte di Kang) 😉
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Le scelte dei traduttori io la maggior parte delle volte le trovo incomprensibili e alcune volte proprio ridicole! Ma d’altronde ci sarà un perché se sono un fondamentalista del doppiaggio originale!! :–D
Gran bell’episodio davvero per il forte messaggio che manda anche se questa cosa dell’alieno molto potente che fa di Kirk e soci quello che vuole comincia ad essere un espediente di trama un po’ troppo presente, bisogna dirla tutta! :–)
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Erano anni curiosi. Facendo ricerche, nei giornali dell’epoca trovo un film lanciato quel giorno al cinema… e il giornalista rivela tranquillamente per filo e per segno il finale. Ma è appena uscito, fammelo vedere prima di dirmi chi è l’assassino! 😀 Idem per certe copertine di Karel Thole per “Urania”: spiattellavano tranquillamente il finale o la trovata particolare, anche se non sempre era chiaro a chi non leggeva il libro.
Rovinare il finale di un film che non ho ancora visto lo considero valido motivo per iniziare una guerra! 😀
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D’accordissimo: sono pacifista, ma se si parla di spoiler allora non guardo in faccia a nessuno! :–)
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