Star Trek: TOS – S03E08, Ho toccato il cielo

fortheworldishollowandihavetouchedtheskyhd0704L’ottavo episodio della terza stagione della serie classica di Star Trek ha un titolo davvero poetico: For the World Is Hollow and I Have Touched the Sky (Perché il Mondo è vuoto e io ho toccato il cielo), tradotto con il più semplice Ho toccato il cielo. E non solo! Si basa su un paio di idee che magari non erano completamente nuove nel 1968 quando andò in onda l’episodio ma che comunque non si erano viste prima nella serie. Ecco infatti una nave spaziale multigenerazionale in viaggio da moltissimi decenni con l’equipaggio che pensa di essere nei sotterranei di un pianeta e non è cosciente di essere in viaggio nello Spazio (come nel classico di Robert Heinlein intitolato Universo, Orphans of the Sky, scritto nel 1941).

L’inizio però è quasi l’altra faccia de Il paradiso perduto, terzo episodio di questa stessa stagione: la USS Enterprise infatti scopre che un grande asteroide è in rotta di collisione con un pianeta abitato da miliardi di persone. Stavolta però invece di concentrarsi sul pianeta, è l’asteroide stesso ad essere interessante. Infatti si scopre che il suo interno è cavo ed è abitato da una popolazione che è ignara di trovarsi su questa nave con forma di asteroide. In particolare, Kirk e gli altri vengono fatti prigionieri e scoprono questa strana realtà in cui la sacerdotessa Natira (Katherine Woodville) amministra la popolazione che in realtà è controllata da un computer che tramite innesti sottocutanei obbliga tutti a vivere una vita sottomessa dove è vietato pensare fuori dagli schemi (e soprattutto non si può parlare della verità, nel caso qualcuno l’abbia scoperta).

Questa parte è la meno innovativa, chiaramente, visto che di computer che controllano intere popolazioni ne abbiamo visti già parecchi (uno su tutti, il solito Landru in Il ritorno degli Arconti), ma va detto che l’episodio non le dà grande importanza. Invece è interessante come a fungere da inevitabile interesse amoroso di Natira non sia il solito marpione Kirk ma invece il dottor McCoy (un po’ come in Incidente all’Enterprise era toccato a Spock)! E qui forse mi sarebbe piaciuto vedere un po’ più di passione tra i due. Il dottore arriva anche a decidere di restare a bordo dell’asteroide invece di tornare sull’Enterprise (c’è anche una sottotrama in cui si scopre che ha solo un anno di vita per una malattia incurabile che lo porta a prendere questa decisione), ma sinceramente si vede poco sullo schermo per giustificare un tale comportamento.

Inutile dire che grazie alle conoscenze mediche di questa popolazione, i Fabrini, si riuscirà a curare McCoy che rinuncerà anche alla sua storia d’amore con la bella Natira e che la rotta dell’asteroide verrà modificata per evitare una catastrofe planetaria. Insomma, alla fine torniamo al punto di partenza senza che i personaggi siano molto cambiati, che è un po’ inevitabile data la rigida struttura delle storie costrette a iniziare e terminare in singoli episodi, ma almeno stavolta si sono viste delle belle idee che hanno portato una ventata di novità in questa terza stagione. Ciao!


Episodio precedente: La forza dell’odio

Episodio successivo: La ragnatela tholiana

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7 risposte a "Star Trek: TOS – S03E08, Ho toccato il cielo"

  1. In effetti, una nave generazionale (all’insaputa del proprio stesso equipaggio) all’interno di una serie viaggiante normalmente a velocità di curvatura era un qualcosa di relativamente nuovo per gli spettatori dell’epoca. A meno che alcuni di loro non facessero contemporaneamente parte di quei lettori a conoscenza del classico di Heinlein, ovvio 😉
    Per quanto bistrattata, a questa terza e ultima stagione non sono certo mancati buoni episodi, come si può verificare anche in questo caso… o nel prossimo 😉

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    1. Assolutamente! Si nota che gli episodi pessimi sono davvero pessimi, almeno per ora, ma non sono mancate storie memorabili e non siamo neanche a metà! :–)

      Ora sono curiosissimo di vedere il prossimo, se mi dici che promette bene! :–D

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  2. Non ricordavo che anche Star Trek avesse detto la sua sull’argomento “navigatori a propria insaputa”. Pensa, la prima storia che ho letto sul tema è “Eclissi 2000” (1979) del nostro Lino Aldani, trovato su bancarella 😛
    Da questo tuo viaggio è chiaro che la terza stagione di Star Trek TOS non la ricordo minimamente, quindi chissà che non scatti anche per me il “rispolvero”.

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