„A brutal experience“ (un’esperienza brutale) è il commento più adatto che mi è capitato di leggere riguardo a questo bel film pacifista sovietico restaurato recentemente ed ora liberamente visibile sul canale YouTube della MOSFILM.
„Vieni e vedi“ o „Vá e vedi“ (il titolo è una citazione dal testo sacro dell’Apocalisse) è un film che ci racconta l’occupazione della campagna Bielorussa da parte dell’esercito tedesco nella seconda guerra mondiale (gli avvenimenti del film si svolgono nel 1943) durante la quale vennero letteralmente cancellati dalla faccia della terra più di 600 piccoli villaggi da reparti appositi delle SS, sia in funzione antipartigiana sia per motivi ideologici.
La trama, piuttosto semplice, è una sorta di racconto di formazione del protagonista: il quattordicenne Flyora ansioso di unirsi ai partigiani sovietici (dai quali verrà suo malgrado scartato anche se si intuisce che il comandante lo abbia fatto di proposito per risparmiargli l’esperienza della guerra) si troverà a sperimentare un „pacchetto completo“ dì atrocità e crimini di guerra quando l’esercito tedesco, con al seguito reparti di SS e collaborazionisti dedicati allo sterminio della popolazione, passerà nella zona in cui vive.
L’intento del regista, che ha tratto la sceneggiatura da un libro di un testimone degli avvenimenti di cui sopra, è sia quello di far immedesimare lo spettatore nelle vittime della guerra, sia quello di mostrare gli effetti distruttivi di quest’ultima nel modo più realistico possibile; personalmente non credo che prima del periodo in cui è uscito il film (o anche dopo probabilmente) sia stato realizzato un film „di guerra“ fatto in questo modo.
In questo modo a me sembra che il regista abbia inoltre voluto idealmente dare come un valore di „testimonianza“ al film, come se fosse una vera „registrazione“ degli avvenimenti, non di rado sono infatti inquadrate macchine fotografiche che riprendono la scena.
Girato in 35mm standard „Vieni e vedi“ ci immerge letteralmente nell´azione mostrandoci spesso in prima persona i terribili eventi a cui assiste Flyora, la telecamera si muove tra i personaggi come se noi fossimo lui oppure talvolta un anonimo testimone dell´accaduto come poteva essere un partigiano o un contadino.
I numerosi primi piani del film ci mostrano inoltre gli effetti della guerra direttamente (!) sui volti dei personaggi, tanto che Flyora alla fine del film apparirà come invecchiato di decine di anni (nei pochi giorni in cui si svolge l´azione del film) a causa di quello che stato costretto a subire.
Inutile dire che il regista non ci risparmia (quasi) nulla mostrandoci talvolta direttamente, talvolta indirettamente (che spesso è anche peggio) la distruzione di villaggi e la morte di uomini e persino animali in un atmosfera spesso e volentieri da incubo.
Non banale è anche la conclusione (anche se è presente una sorta di „secondo finale“ che ho idea ci sia stato messo per esigenze di censura) che non vi svelo e che riguarda naturalmente la prima vittima della guerra: l’innocenza.
Un film da visionare quindi un minimo preparati a cosa si va incontro ma che offre appunto un’esperienza non comune.
Film potente e devastante. L’ho citato qualche mese fa nel post dedicato al cinema in cui la guerra è raccontata dai vinti. Il punto di vista non solo dei vinti ma anche dei più deboli come i bambini e gli anziani è raramente raccontato, eppure è sempre molto coinvolgente e tocca delle corde assai profonde. La guerra predilige essere raccontata con la retorica dell’eroismo perché vende di più. Ma la verità di cosa possa essere – solo per approssimazione della nostra immaginazione – è un’altra. Al pari di Una tomba per le lucciole è un film che va visto con un minimo di preparazione e dipsonibilità a partecipare alla sofferenza rappresentata. Ne vale la pena, perché quando sentiremo pronunciare la parola “guerra” o – peggio – “guerra giusta”, capiremo l’enormità della bestemmia e ci farà difendere la pace come il più alto dei valori da preservare a tutti i costi. Non sono chiacchiere da “pacifista”, ma guardate questo film e poi Una tomba per le lucciole, poi abbiate il coraggio di mandare i vostri i figli a combattere la “guerra giusta”.
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Splendide parole le tue. Anche io trovo che un film sulla guerra debba far star male, perché della guerra dobbiamo solo provare orrore.
Se guardando un film di guerra ci si trova a tifare per una parte o per l’altra o a esultare quando viene ucciso qualcuno ci sono dei problemi…
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Splendida recensione! E grazie per aver parlato di un film poco conosciuto e che a quanto scrivi merita la visione. Io non l’ho visto, ma da quello che ho capito come intenzioni mi sembra vicino a Son of Saul, altro film sulla guerra che fa stare male, come non potrebbe essere altrimenti visto che è ambientato in un campo di sterminio nazista…
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