Operación E: recensione del film

Fotofija película Operación EOperación E è un film del 2012 di Miguel Courtois con protagonista Luis Tosar (che sempre elogio e che non posso non elogiare anche stavolta). Basato su fatti reali, il film narra parte della storia del sequestro di due politiche colombiane, Clara Rojas e Consuelo González de Perdomo, da parte delle Forze Armate Rivoluzionarie di Colombia (FARC). Cosa ebbe di speciale questo sequestro, uno dei tanti effettuati durante la vera e propria guerra civile all’interno del paese? Non solo durò più di sei anni, ma la Rojas ebbe un figlio da un guerrigliero, figlio che le FARC cercarono di usare come merce di scambio per ottenere delle concessioni dal governo. Le due vennero liberate grazie all’intercessione dell’allora presidente venezuelano Hugo Chávez, e il figlio della Rojas

Ecco, il film Operación E si concentra sulla storia di questo bimbo e specialmente sulla persona che si prese cura di lui: José Crisanto Gómez Tovar, un campesino cocalero (cioè un contadino coltivatore di coca) a cui le Farc affidarono il bambino appena dopo la nascita. Luis Tosar interpreta proprio Crisanto, un uomo che vive nel territorio controllato dalle FARC nel 2004 dopo aver lasciato la sua casa per scappare dai paramilitari fascisti. Crisanto sopravvive vendendo coca alle FARC (il traffico di droga è una grande fonte di introiti per l’organizzazione) e riesce a malapena a mantenere i suoi sei figli, la moglie Liliana (Martina García) e il padre di lei che non parla da quando ha perso tutti gli altri figli a causa della guerra civile.

Il primo terzo di film lo passiamo soffrendo per questo povero bimbo che ha sempre la febbre, un braccio rotto dalla nascita, e altre ferite varie su tutto il corpo. Quando le FARC rapiscono i due figli più grandi di Crisanto lui non ci sta, riesce a salvarli per il rotto della cuffia e poi fugge con la famiglia in territorio governativo, approfittandone anche per portare all’ospedale il piccolo Pegui (questo il nome datole da un guerrigliero quando gli fu affidato) e spacciandolo per un suo nipote.

E qui mi fermo per evitare ulteriori spoiler: l’intera storia ha dell’incredibile e vale la pena scoprirla guardando la pellicola (e il vero Crisanto in un’intervista del 2012 ha detto che le cose furono anche più complicate di quanto non si veda nel film). Ma la questione è: Operación E merita di essere visto? La mia risposta è sì.

Prima di tutto questa non è una storia di cui arrivò molto in Europa, o almeno se penso alle notizie dalla Colombia del tempo mi viene in mente il sequestro della Betancourt, non quest’altro. E poi il film mostra la situazione sociale e politica della Colombia dal punto di vista dell’ultimo degli ultimi, un povero contadino sfruttato dai paramilitari (di sinistra o di destra che siano) e abbandonato dal governo ufficiale. E che situazione! Bisogna essere scaltri per sopravvivere, ma non così scaltri da far arrabbiare quelli col potere per non rimetterci la pelle. Tutti mentono costantemente, il denaro ce l’hanno solo quelli che partecipano al narcotraffico, e la violenza regna padrona.

Ma al di là del valore informativo di Operación E (curiosamente dell’operazione che dà il titolo all’opera, la Operación Emmanuel, non si rivela molto), il film riesce anche ad emozionare seguendo le disavventure di un Crisanto interpretato magistralmente da Luis Tosar che lavorò molto sull’accento per risultare credibile nel ruolo. Courtois sceglie di usare tanta telecamera a mano affinché lo spettatore quasi accompagni i personaggi: questo dà quasi un tono documentaristico al film, ma soprattutto fa entrare il pubblico nella storia a livello emotivo senza però cercare la lacrima facile, senza ingannarlo.

Insomma, secondo me Operación E è un buon prodotto elevato sia dalla performance di Tosar che da una buona regia (mentre la colonna sonora l’ho trovata un po’ ripetitiva e poco originale) e ve lo consiglio senza dubbio. Anche l’ora e mezzo scarsa di durata è un punto a suo favore. Ciao!


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2 risposte a "Operación E: recensione del film"

  1. La storia recente del Centro e Sud America arriva sempre da noi raccontata a “grandi linee”. Se giudichiamo dal numero di notizie nei TG inizio a pensare che il Sud America sia come il Molise: esiste ma non se ne parla, quindi viene il dubbio che esista.
    Film che vedrò sicuramente. Grazie per avermelo fatto conoscere!

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Scrivi una risposta a Sam Simon Cancella risposta