Mok’tah: termine Klingon per bad match, cioè coppia sbagliata. Parte del focus di questo La gara (Drive) è la strana coppia B’Elanna – Tom Paris, una coppia che sinceramente non ha mai funzionato così come praticamente tutte le coppie a lungo termine di Star Trek. Speravo che questa fosse diversa: la Voyager è una nave isolata, i rapporti tra i membri dell’equipaggio hanno bisogno di essere interessanti perché la serie funzioni (così come in The Next Generation e, ancora di più, in Deep Space Nine). Ma gli sceneggiatori hanno provato una volta di più la loro incapacità di scrivere relazioni amorose credibili che vadano oltre quelle usa e getta che si esauriscono nel giro di un episodio.
In La gara, Tom Paris delude per l’ennesima volta B’Elanna che nonostante la sua metà Klingon è decisamente la più romantica dei due. Ha preparato per mesi un weekend romantico nella sala ologrammi (più di duecento persone a bordo, se ognuno ha pari diritti per l’uso di quella sala servono un bel po’ di scambi per arrivare ad accumulare un intero fine settimana!), ma Tom Paris butta tutto nel cestino per l’occasione di partecipare a un podracing. Ah no, scusate, quello sta nell’altro brand con Star nel nome: in Star Trek la gara si fa con gli shuttle, quindi per la Voyager partecipa il Delta Flyer. Ma sono dettagli, c’è pure un sabotaggio per vanificare un progetto di pace che coinvolge la bella attrice Cyia Batten e quel Patrick Kilpatrick che avevamo visto nei panni di un Kazon in Iniziazioni.
Ma insomma, a parte un sacco di effetti speciali, anche ben fatti per essere digitali e creati con un budget televisivo, che ci dice La gara? Che il vero amore trionfa di fronte alle avversità, che in questo caso sono un innamorato che non è innamorato o almeno che dice di esserlo solo in poche occasioni ma comunque convince un’innamorata che non è innamorata ma a volte si ricorda di esserlo. Insomma, non c’è chimica tra i due (come non ce n’era in assoluto tra Neelix e Kes), ma comunque pare che la coppia arriverà a fine serie unita. Sinceramente, non è qualcosa che mi interessi particolarmente, quindi questo episodio mi ha detto poco, pur se mi sono goduto i fuochi artificiali di effetti speciali con decine di navi mai viste prima e un’emozionante gara di velocità. Ciao!
PS: mi ha anche fatto molto sorridere riconoscere nell’ambasciatore O’Zzal il padre di Rajesh di The Big Bang Theory (Brian George)!
Episodio precedente: Imperfezione
Episodio successivo: Repressione
Qui posso commentare, perché ho già visto l’episodio nel mio Speciale Patrick Kilpatrick (l’attore che interpreta il pilota antipatico). Poteva essere un’ottima occasione per una sorta di Death Race in Space, qualcosa di intrigante, invece la corsa la sentiamo solo a chiacchiere. Salterò a piè pari nella mia visione ordinata…
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Eh sì, nulla da segnalare in questa storia davvero ordinaria! Anche questo visto da poco ma già mezzo dimenticato…
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Beh, per dirla molto brutalmente il motivo è che Star Trek non si presta minimamente a storie sentimentali, specialmente nella società della Federazione, che è un incubo asettico, perfettino e politicamente corretto così come i personaggi: non si può riuscire a scrivere di rapporti sentimentali credibili con materiale del genere.
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Eh si, ormai è dimostrato che è così. Non aiuta che a scrivere le storie siano chiaramente dei nerd la cui forza è la technobabble, non l’amore! X–D
(sto esagerando, eh, scrivono delle bellissime storie. Ma non d’amore!)
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Riuscito dal punto di vista spettacolare, sì, ma trascurabile dal punto di vista della storia (e, di conseguenza, anche il messaggio non è poi così convincente)…
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Eh no, però è stato divertente vedere tutte queste navi nuove, con gli effetti pratici e i modellini non se lo potevano permettere in TNG e DS9, ma qui già era cambiato il metodo e ci davano dentro con la fantasia!
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