Shattered (ovvero A pezzi, ben diverso dall’orrida traduzione italiana Nelle pieghe del tempo) comincia in maniera decisamente appropriata: coi pezzi di un puzzle sparsi per il pavimento della cargo bay dove Icheb (Manu Intarymi) sta insegnando concetti scientifici a Naomi Wildman (Scarlett Noel Pomers) usando un approccio creativo. Ciò che segue è semplicemente un fantastico viaggio nel tempo in cui Chakotay visita numerosi eventi passati così come alcuni futuri. Ebbene sì, questo episodio si aggiunge ai vari Furia, Relativity, e tutti gli altri episodi che avevo elencato nella recensione di Senza tempo.
Quasi a metà dell’ultima stagione evidentemente gli sceneggiatori (Mike Sussman e Michael Taylor) pensarono che fosse tempo di bilanci usando tutto il capitale accumulato in più di sei anni di episodi per scrivere una storia nuova che divertisse e che allo stesso tempo omaggiasse tutto ciò che era stato fatto. E per quanto mi riguarda il risultato è splendido (al contrario del terribile Ombre dal passato, Shades of Grey, che fece un’operazione simile alla fine della seconda stagione di The Next Generation)! Nelle pieghe del tempo (sigh) mi ha divertito tantissimo, ogni volta che Chakotay passava da una sezione all’altra tentavo di immaginarmi dove sarebbe arrivato, anzi, quando sarebbe arrivato (sbagliandomi tutte le volte, lo ammetto)!
E così ecco i Maquis arrabbiati appena arrivati sulla USS Voyager (Dall’altra parte dell’universo), Seska (Martha Hackett) in controllo della nave (Sopravvivenza, seconda parte), virus enormi che vagano per i corridoi (Il virus), l’equipaggio privo di sensi che sogna di tornare al quadrante Alpha (Beatitudine), Seven of Nine e vari altri Borg nella cargo bay (Il patto dello scorpione, seconda parte), Chaotica (Martin Rayner) nel suo mondo in bianco e nero (La sposa di Chaotica), più altri momenti più tranquilli (o che magari non sono stato in grado di ricollegare ad episodi specifici).
Chiaramente tutte queste diverse situazioni non possono che risultare in un’avventura mozzafiato che tra l’altro usa finalmente la trovata dei gel pack neurali della nave della Federazione per trovare una soluzione ad un problema apparentemente irrisolvibile. Ho trovato geniale anche come ogni dialogo sia stato costruito in modo da omaggiare o prendere benevolmente in giro tutti gli elementi della serie che conosciamo. Un esempio?
Janeway: “Doesn’t sound like Mr. Paris’ tastes are very sophisticated.” (“Non mi pare che i gusti del signor Paris siano molto sofisticati.“)
Chakotay: “That’s why we love having him around.” (“Per questo ci piace averlo tra noi.“)
Imperdibile anche Janeway che dubita a voce alta che Harry Kim possa avere fatto qualcosa di utile! E che dire del capitano che si meraviglia che la Voyager sembra passare da un disastro ad un altro senza soluzione di continuità? Come possiamo darle torto?
Certo, ci sono anche momenti più seri: non solo la morte di Tuvok (dobbiamo aspettarcela in questa settima stagione? No, seriamente, spero davvero di no perché a me è uscita una lacrima pure a vederla in questo episodio…), ma anche gli adulti Icheb e Naomi (Mark Bennington e Vanessa Branch) che si meravigliano nel vedere Chakotay e Janeway vivi. Ed è da brividi anche Chakotay che racconta tutte le cose positive avvenute nel quadrante Delta come la nascita di Naomi e il ritorno all’umanità di Seven of Nine! D’altronde la Prima direttiva temporale qui viene massacrata ogni trenta secondi…
E infatti è notevole il finale dell’episodio in cui Janeway rivela di sapere dove Chakotay tiene nascosto il suo sidro Antarian, una cosa che il futuro Icheb aveva rivelato a Janeway parlando con Chakotay in quel futuro a pezzi che i due hanno rimesso a posto. Quindi… Janeway si ricorda tutto ciò che le ha detto Chakotay? Se è così, è riuscita a fingere di non sapere tutto molto bene quando si è trovata di fronte agli eventi che lui le aveva rivelato nella loro avventura temporale! Ciao!
Episodio precedente: In carne e ossa
Episodio successivo: Discendenza
Sì, decisamente è MOLTO più riuscito questo “Shattered” rispetto al dimenticabile “Shades of Grey” di TNG dove, tra l’altro, il “viaggio” nel passato consisteva semplicemente nelle memorie stimolate artificialmente ad hoc in modo da salvare la vita a Riker ragion per cui, oltre a procedere un una sola direzione (il passato, appunto), era tutt’altra e assai banale cosa rispetto ai ben più affascinanti salti temporali multipli (il tutto accompagnato da brillanti dialoghi citazionisti) di quest’episodio di VOY… 🙂
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Questo mi è parso il giusto modo di celebrare la stagione finale della serie, al contrario di molte sitcom che si accontentano di fare delle compilation di clip presi da episodi precedenti!
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