Star Trek: Voyager – S07E14, La profezia

La profezia (giusta traduzione dell’originale Prophecy) è un episodio che si basa su una premessa già usata in passato nella serie e che ha poco di credibile: la USS Voyager, nel suo lungo viaggio dal quadrante Delta al quadrante Alpha, incontra qualcosa di proveniente da quest’ultimo. Era successo coi discendenti di vari terrestri in Una nuova Terra, per dirne una, e poi con la USS Equinox in Equinox, per dirne un’altra. Improbabile? Decisamente sì. Ma se accettiamo questa implausibile premessa (così implausibile che lo dice pure Tom Paris a B’Elanna sul finire dell’episodio), La profezia offre una storia che funziona relativamente bene.

Forse si è già capito, ma l’episodio non mi ha entusiasmato particolarmente. È una storia con dei Klingon che prende a piene mani da quanto costruito in The Next Generation (tanto per cambiare!), non offre niente di particolarmente sorprendente (di fatto si può ben presto intuire dove va a parare), ma è narrata con competenza e si lascia guardare tranquillamente. Come spesso accade, questi commenti si possono praticamente applicare all’intera serie, ma torniamo all’episodio con un po’ di trama.

La Voyager trova (o meglio: viene trovata ed attaccata da) un vecchio D7 cruiser Klingon, uno di quelli dell’era di Kirk visti nella serie classica (per esempio, si veda Incidente all’Enterprise). Janeway convince rapidamente il capitano Kohlar (Wren T. Brown) a non combattere e lo porta a bordo per farlo incontrare con B’Elanna, la prova vivente che la Federazione e l’Impero Klingon non sono più in guerra tra loro. Quando quello nota che lei è incinta, torna in fretta e furia sul proprio vascello per farlo esplodere e far teletrasportare tutto l’equipaggio (più di duecento Klingon!) sulla Voyager.

Perché? Perché il loro viaggio cominciato cento anni prima dal bisnonno di Kohlar li ha finalmente portati a ciò che cercavano: un bambino non ancora nato oggetto di una profezia misconosciuta i cui dettami hanno portato questa nave così lontana dal suo quadrante d’origine nel corso di cento anni. Naturalmente Kohlar non viene creduto da una parte della sua gente (capitanata da T’Greth, Sherman Howard), naturalmente c’è un combattimento con un bat’leth (tra T’Greth e Tom Paris), e naturalmente si trova una soluzione per non far stare a bordo della piccola Voyager più di duecento Klingon, un incremento della popolazione di più del 100%!

Ma se la storia in sé (tra sceneggiatura e storia ci sono ben sei firme, non un bel segnale) non è niente di particolarmente emozionante, ci sono piccoli momenti che rendono questo episodio meritevole di una visione:

  • Harry Kim che conquista ma poi fugge dalla bella (!) Ch’Rega (Peggy Jo Jacobs);
  • Neelix che condivide l’alloggio con Tuvok;
  • Neelix che conquista Ch’Rega e ci si accoppia con grande piacere, insieme alla reazione di Tuvok che lo scopre;
  • il Dottore che si attribuisce il merito di curare i Klingon infetti per poi rettificare immediatamente dopo che Janeway lo redarguisce con uno sguardo raggelante;
  • e l’unico momento non comico di questa lista, B’Elanna che prega con Kohlar (ma è incredibile che non menzioni gli eventi di La barca dei morti!).

Detto questo, la profezia mi è sembrata un po’ ridicola: “Viaggiate per cento anni finché non trovate un bambino, poi abbandonatelo e cominciate una nuova vita su un pianeta lì vicino“. Non sarebbe stato più logico restare col bambino? Ma sto tentando di cercare logica in una profezia completamente inventata per giustificare un episodio con una storia più che traballante… Detto questo, mi è sembrato interessante come la religione ne esca ancora una volta come una scusa per chi comanda per fare ciò che vuole: Kohlar utilizza le vaghe parole della profezia per seguire il proprio obiettivo, cioè dare una casa alla sua gente diversa da un angusto D7 cruiser. Come sempre, Star Trek manda messaggi decisamente profondi anche con episodi tutt’altro che memorabili. Ciao!


Episodio precedente: Rimorso

Episodio successivo: Il vuoto

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9 risposte a "Star Trek: Voyager – S07E14, La profezia"

  1. In effetti, nonostante non manchino dei buoni momenti, un punto davvero debole di tutto l’intreccio è proprio quest’impacciata e forzosa profezia (se non altro interpretabile in chiave critica verso il potere religioso) che dovrebbe giustificare il viaggio generazionale dei Klingon, idea peraltro trattata molto meglio in TNG, come hai ricordato sopra. Se invece si fosse optato per la scelta di esplorare di nuovo la loro spiritualità, come appunto in quello splendido “La barca dei morti” che tutti però -B’Elanna compresa- sembrano aver già dimenticato, l’avrei gradito molto di più… qui invece si usa un banale espediente profetico con il solo risultato di rendere il cliché VOY (per fortuna non abusato) “rimpatriate dal lontano quadrante Alpha” ancora meno plausibile del solito.

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    1. Voyager: una serie che prova a fare il remake di The Next Generation ma in un altro quadrante e usandone comunque tutti gli elementi più fondanti della serie di Picard, dai Klingon ai Borg. A volte questa tensione impossibile si nota sullo schermo!

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    1. I Klingon sono una delle civilizzazioni più usate nell’universo Star Trek, ci sta anche che dopo aver fatto B’Elanna mezza Klingon (che fantasia, tra l’altro, già avevamo avuto Worf sull’Enterprise D) abbiano pensato che in realtà ‘sti Klingon erano storia vecchia e quindi non hanno sviluppato molto la cosa.

      Lo dico dopo aver letto sul libro di Michael Piller che addirittura i Romulani erano considerati storia vecchia, ed erano stati usati molto meno dei Klingon, cosa che tra l’altro mi ha sorpreso non poco (e poi li ritirarono fuori per Nemesis, cioè the nail on the coffin dei film TNG)…

      Piace a 1 persona

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