
Più carpenteriano così non poteva essere questo Morte tra i ghiacci (più semplicemente Ice, Ghiaccio, il titolo originale) che riprende ed omaggia The Thing (La cosa, 1982), a sua volta un remake di un film di Howard Hawks del 1951 ispirato dal racconto del 1938 Who Goes There? di John W. Campbell. Essendo carpenteriano, ed essendoci dentro pure un po’ di Star Trek II: The Wrath of Khan (L’ira di Khan, 1982), io questo episodio non posso fare a meno di amarlo!
Ci troviamo in una base scientifica sperduta tra i ghiacci in Alaska. Un cane si aggira nel caos che regna all’interno, ci sono vari cadaveri, e due persone dapprima si puntano una pistola l’uno contro l’altro e poi invece si suicidano. Sigla. Wow, The X-Files non andava certo per il sottile con lo shock value! Ad investigare l’accaduto ecco i soliti Mulder e Scully, stavolta accompagnati da ben quattro persone: il geologo Murphy (Steve Hytner), i dottori Hodge (Xander Berkeley, ovvero il padre adottivo di John Connor in Terminator 2, 1991) e Da Silva (Felicity Huffman, poi diventata famosa con Desperate Housewives), e il pilota Bear (Jeff Kober, un tipo tutto muscoli e capelli ribelli alla Kurt Russell, gli manca solo il cappellone da cowboy).
Arrivati alla base dell’Ice Core Project, i nostri eroi scoprono ben presto che gli scienziati hanno scavato troppo a fondo (lo stesso errore fatto dai nani nelle miniere di Moria, o dai coloni di Marte in Ghosts of Mars, Fantasmi da Marte, 2001, per restare su Carpenter): a più di tremila metri di profondità, dal fondo di un cratere causato dall’impatto di un meteorite, hanno tirato su un organismo, un parassita, capace di prendere il controllo di esseri viventi ben più grandi di lui e fomentarne l’aggressività!
Naturalmente in pochissimo la situazione degenererà con il cane che infetterà uno del gruppo e da lì partirà la classica situazione in cui nessuno crede agli altri, con l’aggiunta dell’inevitabile fallimento delle procedure di quarantena (siamo pure in piena pandemia Covid-19…). Bisogna capire chi è chi prima che sia troppo tardi! Insomma, paranoia e tensione la fanno da padroni, un po’ come nell’intera serie.
Morte tra i ghiacci è veramente splendido. Riesce ad essere un omaggio a The Thing senza risultarne una mera copia. Nonostante il budget ridotto crea una sua atmosfera credibile e la genesi della forma di vita aliena, ben diversa da quella di The Thing anche se ugualmente capace di minare la fiducia nel prossimo dei componenti della spedizione, è affascinante. Bello come il parassita (che entra nelle persone come le bestioline di Khan nello Star Trek II menzionato sopra) modifichi il comportamento delle persone diversamente a seconda del sesso, con gli uomini che diventano dei selvaggi privi di controllo e le donne che mantengono una maggiore freddezza, pur nella loro follia omicida. C’ho visto pure qualcosa di Splice, film del 2001 di Vincenzo Natali, in cui i due organismi creati dagli scienziati combattono tra loro appena si vedono!
Inoltre è da segnalare come assistiamo alla prima volta in cui Scully e Mulder si mettono l’uno contro l’altro, arrivando a puntarsi contro la pistola (brutte cose lo stress e la mancanza di sonno…)! Ma questa eccessiva prudenza sarà proprio la loro salvezza, visto che il comportamento opposto da parte di Hodge e Da Silva porterà quasi alla morte di tutti quanti. Infatti questi ultimi non mettono mai in questione la propria fiducia reciproca e nel tesissimo finale la cosa sta per costare cara al povero Mulder…
E parlando di Mulder, chi ha realmente ragione, lui o Scully? Lei vuole garantire la sopravvivenza di tutti facendo fuori l’organismo, lui vuole studiarlo per evitare guai se e quando quello stesso organismo arriverà ad infettare la popolazione. Mi sento di dare ragione a Scully stavolta, anche perché non solo la priorità è sopravvivere in un caso simile, ma lei trova pure il punto debole del parassita, pur se per caso!
Che altro dire? Morte tra i ghiacci è uno splendido esempio di come le limitazioni di budget (praticamente tutto è girato in interni) non debbano necessariamente portare ad un calo della qualità del prodotto, anzi! Qui siamo proprio di fronte ad uno dei migliori episodi della stagione fino ad ora. Gli effetti digitali non sono invecchiati benissimo, ma quelli pratici della creatura che si muove sotto la pelle sono ancora oggi molto efficaci, e soprattutto la storia, i personaggi, l’atmosfera… tutto funziona alla grande. E alla fine Mulder se ne va ancora una volta frustrato e incapace di dimostrare l’esistenza di vita proveniente da altri mondi a causa dell’insabbiamento delle prove (ad opera della Difesa? Del Center for Disease Control?)… Ma ci saranno altre occasioni, naturalmente! Ciao!
Episodio precedente: Macchina mortale
Episodio successivo: Sabotaggio alieno
molto interessante
povera felicity (sono fan di dh): costretta a fare la classica bionda scema
"Mi piace"Piace a 1 persona
Qui è tutt’altro personaggio! :–)
"Mi piace"Piace a 1 persona
non è lei che fa casini? mi sembrava di aver capito così^^
"Mi piace"Piace a 1 persona
Beh, ma è una dottoressa, è la situazione che la fa sbagliare, non è stupida come personaggio! :–)
"Mi piace"Piace a 1 persona
Yes, ovviamente questo episodio grida La Cosa da ogni dove, ed è BELLISSIMO per questo.
Omaggi e citazioni a gogo, ma perfettamente calate nel mondo di X-Files che si stava ormai delineando del tutto!
Moz-
"Mi piace"Piace a 1 persona
Concordo! Non era un citazionismo vuoto e fine a sé stesso, era un rievocare temi ed atmosfere che funzionava alla grande, un po’ in stile Dylan Dog, Martin Mystère e Nathan Never che riprendevano e citavano molto della cultura esistente ma lo facevano bene!
"Mi piace""Mi piace"
Vero (tre esempi illustri nonché, parlando di citazionismo, pertinenti all’episodio in questione: tra l’altro, Nathan Never stesso omaggiò apertamente The Thing in un’avventura di qualche anno fa) 😉
“Morte tra i ghiacci” fa parte di quella fase pionieristica in cui la prima stagione di X-Files stava ancora muovendo i primi e incerti passi sulle italiche emittenti televisive (era il ’94), per di più non certo aiutata da una programmazione casuale degli episodi, separati fra loro da buchi di settimane se non addirittura interi mesi… insomma, ci volle un buon annetto e mezzo prima di arrivare al meritato botto!
"Mi piace"Piace a 1 persona
L’Italia si distingueva sempre (in negativo) per queste cose non so se ora sono migliorati un po’ visto che siamo nel 2020…
Comunque si nota che la prima stagione è, volendo, un po’ ingenua, ma a me questo omaggio al Maestro non può non piacere e credo che ci sia abbastanza contenuto originale da non far gridare al plagio o alla scopiazzatura. Poi i personaggi di Mulder e Scully erano proprio azzeccati, c’è poco da fare!!!
"Mi piace""Mi piace"