The X-Files – S01E12, Bruciati vivi

Di sicuro The X-Files sapeva tenere incollati gli spettatori almeno fino alla sigla, questo è certo. Anche stavolta, l’inizio è di quelli da urlo: una villa vicino a Londra, un elegante signore inglese si avvicina alla sua macchina salutando prima la moglie e poi i vari lavoratori in giardino che si prendono cura della sua proprietà. E poi prende fuoco spontaneamente sotto lo sguardo fisso di quella faccia da cattivo di Mark Sheppard (non a caso villain anche in Un gioco da ragazzi della sesta stagione di Star Trek: Voyager).

Dopo la sigla di Bruciati vivi (Fire, cioè Fuoco, il titolo originale), facciamo conoscenza con la seconda della serie di vecchie conoscenze di Fox Mulder in questa stagione: dopo lo sfortunato Jerry Lamana di Macchina mortale, ecco la ben più interessante Phoebe Green (Amanda Pays), inglese e compagna di studi e pure qualcosa di più del periodo ad Oxford dell’agente interpretato da David Duchovny. E sono subito scintille con Dana Scully che istantaneamente si accorge dell’importante passato tra i due… En passant, scopriamo anche un altro dettaglio della vita di Mulder: ha una tremenda paura del fuoco, apparentemente (tornerà mai fuori questa cosa?).

In ogni caso, Phoebe lavora per Scotland Yard ed è qui per investigare su un caso ben preciso: l’aristocratico inglese di cui sopra non è l’unico ad aver subito un destino terribile, e il prossimo nella lista pare essere Malcolm Marsden (Dan Lett) che per evitare di morire prima del dovuto si è trasferito temporaneamente a Cape Cod, vicino Boston, con moglie (Laurie Paton) e i due figli piccoli Michael e Jimmie (Keegan MacIntosh e Christopher Gray). Ma l’assassino è stato più veloce di loro, visto che il personaggio di Mark Sheppard ha preso il posto dello sventurato ragazzo che manteneva in buone condizioni la villa statunitense dei Marsden.

Volendo, Bruciati vivi quasi non si può considerare un X-File: è vero, c’è dell’inspiegabile legato alla pirocinesi e all’origine del misterioso e folle Cecil Lively, ma il focus dell’episodio è tutto sul rapporto tra Fox e Phoebe (la Pays rischiò di essere presa nel ruolo che fortunatamente, per quanto mi riguarda, andò alla bella e brava Gillian Anderson) e alla provvidenziale interferenza di Dana Scully. Quest’ultima viene lasciata da parte da Mulder, ma fortunatamente continua le indagini da sola e praticamente risolve il tutto senza nemeno lasciare Washington D.C. e dimostrando di avere notevoli doti per dare la caccia a serial killer proprio come il suo collega degli X-Files!

Un episodio come questo non poteva non piacermi: da grande fan di Sherlock Holmes quale sono, ho avuto i brividi alla battuta di Scully: “Is the game afoot?“, cioè “Il gioco ha inizio?“, che è un riferimento diretto al personaggio creato da Sir Arthur Conan Doyle, e questo non è che uno dei vari rimandi a Holmes dell’episodio. Altri due sono misurare in numero di pipe la complessità di un caso, e l’altro è soprannominare Mulder Sherlock e Scully Watson!

Per concludere, Bruciati vivi è un’altra solida storia da aggiungere alla lista (e per ora non ho considerato nessuno dei dodici episodi visti come un fallimento) basata su un’idea interessante e sviluppata in maniera intelligente (con la preparazione degli omicidi fatta in modo credibile dal cattivissimo Cecil). La scena che serve fondamentalmente a dire addio a Phoebe è forse un po’ forzata (Phoebe è assegnata al caso di un serial killer che vuole giusto uccidere il suo amante? O la storia d’amore è cominciata con l’assegnazione del caso?), ma funziona a dovere. E il finale aperto con Cecil che è sopravvissuto a delle ustioni incredibili e in meno di un mese tornerà in piena forma continua la tradizione di finali aperti che lasciano sempre un certo amaro in bocca ma anche un’immane voglia di andare avanti con la serie che io considero, almeno arrivati a metà di questa prima stagione, come una delle migliore mai fatte nella storia della televisione. Ciao!


Episodio precedente: Esperimenti genetici

Episodio successivo: Contatti

Pubblicità

15 risposte a "The X-Files – S01E12, Bruciati vivi"

  1. Un episodio che fa fuoco e fiamme, letteralmente (oltre al brillante condimento di citazioni Holmesiane) 😉
    Lode a Mark Sheppard, il cui personaggio dell’assassino pirocinetico entra di diritto fra i migliori villain di questa prima stagione, e ad Amanda Pays, che avrebbe potuto essere una valida collaboratrice “esterna” se solo non si fosse deciso di farla definitivamente uscire di scena…
    P.S. Mark Sheppard è comparso assieme al padre W. Morgan Sheppard (Ira Graves in TNG, Qatai in VOY e guardia Klingon su Rura Penthe in Star Trek VI) nell’episodio di Doctor Who “The Impossible Astronaut”: a entrambi è affidato lo stesso ruolo ma in età diverse 😉

    Piace a 3 people

  2. Altro episodio che non mi è piaciuto minimamente, ma proprio zero carbonella (capito? carbonella… va be’)
    Però è sempre un piacere incontrare il cattivo più cattivo della TV, quel Mark Sheppard che è apparso OVUNQUE sempre nel ruolo di infame. Alle comparsate già citate mi piace aggiungere “Firefly”, sempre targato Fox e di Whedon, nemico giurato di Chris Carter da quando gli ha rubato… be’, ne parlerò domani ^_^
    Inoltre fa l’infame anche in “Battlestar Galactica”, che da “Firefly” prende l’idea della tecnologia futura-passata.
    Per il resto un altro episodio che avrei tranquillamente cancellato: non so cosa mi spinga a vedere una serie di cui disprezzo ogni singolo episodio, c’è una forza oscura e misteriosa che mi pervade: la verità è qui dentro… 😀

    Piace a 1 persona

    1. Io ti do tempo: se alla seconda o terza stagione continui a pensare così, mando la Vasquez a farti cambiare idea con un M56A2 smart rifle! :–P

      Sheppard è un’altra di quelle facce cattivissime, non si può dire che a The X-Files non avessero buon occhio per il casting! :–D

      Piace a 1 persona

      1. Le puntate “alte” che ho visto le ho apprezzate di più, sebbene non possa certo dirmi fan della serie: la prima stagione invece proprio non la digerisco, e credo che se anche l’avessi vista all’epoca non mi sarebbe piaciuta.

        Magari chissà, alla fine diventerò un fan integralista della serie, e aprirò un blog tematico dal titolo “Non ci posso credere” 😀

        Piace a 1 persona

  3. P.S.
    Dimenticavo il meglio!
    La battuta finale dell’agonizzante uomo torcia, «I’m just dying for a cigarette» la trovo un po’ fiacca, invece a sorpresa il doppiaggio italiano la migliora, con «Sto morendo dalla voglia di fumare». Perché indica sia il fumare una sigaretta che il fumare per autocombustione: una volta tanto il miglior doppiaggio del mondo ne ha azzeccata una 😛

    Piace a 1 persona

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...