The X-Files – S01E13, Contatti

Dopo lo splendido omaggio a The Thing (La cosa, 1982) di Morte tra i ghiacci, ecco un altrettanto splendido omaggio a The Silence of the Lambs (Il silenzio degli innocenti, 1991) a cui tanto deve The X-Files. Perché? Un po’ per l’atmosfera cupa, e un po’ perché non è un caso che Fox Mulder sia un esperto in casi di serial killer, naturalmente, e poi anche perché in questo specifico episodio intitolato Contatti (dal ben più poetico titolo originale Beyond the Sea, Oltre il mare, per una canzone che ha un ruolo chiave nella trama) Dana Scully ricalca le orme della Clarice Starling interpretata da Jodie Foster nel film di Jonathan Demme.

Ma partiamo dalla trama. Facciamo appena in tempo a conoscere mamma e papà Scully (Sheila Larken e Don S. Davis, rispettivamente) che quest’ultimo muore di infarto e poco dopo appare a Dana in una visione. Proprio a lei, la scettica di ferro! Subito dopo si parte con un’indagine: un pluriomicida condannato a morte, Luther Lee Boggs (Brad Dourif, specializzato nell’interpretare personaggi del genere, vedasi Child’s Play, La bambola assassina, 1988, ma anche un paio di episodi di Star Trek: Voyager!) chiede di parlare con Fox Mulder perché sostiene di avere informazioni su due ragazzi rapiti da un serial killer. E come ottiene queste informazioni? Ma parlando con gli spiriti, eccome sennò?

La novità è che lo scettico qui è Mulder, visto che Scully è scossa dalla recente morte del padre, dalla sua visione e… dal fatto che nel primo dialogo con Boggs, Mulder lo espone per le sue bugie: non ha nessun potere psichico, semplicemente il serial killer responsabile del rapimento è un suo complice! Oppure no? Il condannato a morte infatti pare sapere cose intime del padre di Dana: si mette addirittura a canticchiare Beyond the Sea, la canzone che il padre aveva voluto suonasse al suo funerale e grazie alla quale aveva conosciuto sua moglie!

Ancora una volta, quindi, è il rapporto Mulder – Scully a rendere The X-Files avvincente: le dinamiche tra loro non sono affatto scontate e si evolvono episodio dopo episodio fino a dipingere una relazione complessa che va di molto oltre il “si baceranno mai?” con cui tanti erano ossessionati al tempo della prima messa in onda della serie.

Tornando a Contatti, ecco quindi Il Silenzio degli innocenti in salsa paranormale in cui Mulder viene pure messo fuori gioco per dare libero spazio a una Gillian Anderson in piena forma che dimostra di poter reggere sulle sue spalle l’intera storia. Aiutano anche delle interazioni da brivido con Brad Dourif che è nato per interpretare personaggi come Boggs. Ed in effetti questo episodio fu il modo degli sceneggiatori Glen Morgan e James Wong di convincere i produttori a tenere la Anderson nel progetto dimostrando le sue qualità (c’erano dubbi sulla sua bravura essendo praticamente un’attrice esordiente, ed era rimasta incinta nel bel mezzo della prima stagione). Per farlo, si dice, arrivarono a pagare di tasca propria parte del salario di Dourif che era un attore caro per i budget televisivi dell’epoca (specialmente per una serie al suo esordio).

Per una volta il finale chiude davvero la storia: Boggs muore inalando gas generosamente fornito dalla giustizia statunitense e Scully razionalizza l’accaduto pensando che il criminale avesse fatto delle ricerche su di lei per convincerla dei suoi poteri. Eppure… Che pensare dalla visione del padre dopo la sua morte? E del fatto che Boggs sapesse che lei aveva provato ad ottenere una grazia per la sua collaborazione? Misteri di The X-Files, ciao! 


Episodio precedente: Bruciati vivi

Episodio successivo: Passione omicida


28 risposte a "The X-Files – S01E13, Contatti"

    1. Assolutamente si, Beyond the Sea è giustamente ben considerato dagli appassionati della serie!

      Ice (Morte tra i ghiacci) è anche quello molto bello. Budget ridotto a parte, l’atmosfera è tesissima e l’omaggio al Maestro più che evidente!

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      1. Del resto che altro poteva essere, avendo sommato qualità (il gigante Brad Dourif) con altra qualità (The X-Files)? 😉
        Qui poi abbiamo un’inversione di ruoli fra Mulder e Scully che, oltre ad essere una novità, tende contemporaneamente a mostrare l’evoluzione del loro approccio nei confronti dell’ignoto: Mulder dimostra di saper anche essere scettico, qualora non si trovi davanti a fenomeni alieni o mutazioni di natura più “terrestre” (vedi Eugene Victor Tooms o il pirocinetico Cecil Lively), mentre Scully dimostra una predisposizione a sospendere la razionalità nei confronti del soprannaturale… e, in questo, è più simile al collega di quanto lei stessa sia disposta ad ammettere. Sì, perché esattamente come lui “vuole credere” in qualcosa che possa dare un senso alla propria perdita (la morte del padre, mentre per Fox è il rapimento della sorellina) per convivere con il dolore e andare avanti, nonostante tutto (del resto, come vedremo, le cose non vengono certo rese più facili dal fatto che nell’universo narrativo ideato da Chris Carter spiriti, alieni e altro esistano davvero).
        Cos’altro dire, se non che possiamo aggiungere “Contatti” alla categoria degli ottimi episodi per i quali la serie è meritatamente entrata nel mito? 😉
        P.S. Nella quinta stagione si renderà omaggio a qualcos’altro a cui la serie deve molto e cioè “Kolchak: The Night Stalker”, in pratica “The X-Files” negli anni ’70 (e il protagonista Darren McGavin sarà ospite nel quindicesimo episodio, “Cavie”, che avrà direttamente a che fare con l’origine degli X-Files)…

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        1. Kolchak non la conosco proprio, non sapevo! Vedrò di farci attenzione quando arriverò a quella stagione (ne manca di tempo!!!).

          Su Beyond the Sea siamo d’accordo, altissimi livelli in una stagione che a me sta piacendo tantissimo anche se la fanbase la considera mediocre!

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  1. Questi sono gli episodi che adoro: si chiudono, diventano razionali, ma hanno quell’ombra che ti fa porre sempre delle domande.
    Vero, il rapporto tra i due era ben strutturato… Se fosse una serie odierna, si sarebbero baciati dopo tre puntate, non dopo otto stagioni.

    Moz-

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    1. Ahahah! Verissimo! Ringraziamo Chris Carter per averci regalato due personaggi così in una serie così memorabile… Gli anni Novanta lo permettevano!

      Poi questo episodio è proprio perfetto, con quel dubbio, quell’ombra (come hai giustamente scritto) sul paranormale che è la chiave per far funzionare tutta la serie.

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