Wyrd Sisters: recensione del libro

Just when things are going well, there’s always bloody destiny.
(Proprio quando le cose vanno bene, ecco il maledetto destino.)

Wyrd Sisters (Sorellanza stregonesca – si perde così il riferimento al tema fondamentale del libro, il destino, cioè wyrd) è il sesto libro della saga del Discworld e fu pubblicato nel 1988. Si può considerare come il primo del ciclo delle streghe, anche se il suo personaggio principale Granny Weatherwax era già apparso nel terzo libro Equal Rites.

Questo è per me uno dei libri più memorabili dell’intera saga, e forse è uno dei motivi che mi ha portato, con il tempo, ad adorare il ciclo delle streghe più di ogni altro. Sono tante le caratteristiche che mi portano ad amare Wyrd Sisters. Non solo, la trama è estremamente ben sviluppata e la si può apprezzare su più livelli di lettura, ma i personaggi principali sono tutti splendidi, e non è un caso che prenderanno parte a molte altre avventure nelle opere di Sir Terry.

In due parole, la trama si può riassumere così (ed eviterò grossi spoiler per chi non abbia letto il libro). Nel piccolo regno di Lancre, re Verence I viene assassinato dal cugino Felmet. Sfortunatamente per lui, la corona e il figlio del re vengono affidati a tre streghe: Granny Weatherwax, Nanny Ogg e Magrat Garlick. Inizialmente, decidono di affidare il piccolo Tomjon ad una compagnia teatrale ambulante sostenendo che le cose seguiranno il loro corso e che il bambino è destinato a diventare re in qualche modo. Poi però, visto che Felmet sta facendo troppi danni al regno, decidono di intervenire più attivamente…

Prima di tutto, la storia del re legittimo che deve lottare per ottenere ciò che gli spetta di diritto è un classico del fantasy (e non solo del fantasy!) rivisto qui con ben più di un twist inaspettato (è anche un classico con cui Pratchett ha giocato più volte, si pensi a Carrot in Guards! Guards!). Naturalmente possiamo parlare di destino, visto che Tomjon è destinato a diventare re1.

Poi, Wyrd Sisters deve tanto a Shakespeare, come era probabilmente inevitabile dati i temi trattati. Penso alla presenza delle tre streghe come nel Macbeth che sono presentate come three weird sisters (dove weird, strane, ricorda il wyrd del titolo del libro di Pratchett), così come al re illegittimo e alla compagnia teatrale usata per smascherarlo come nell’Amleto, ma non mancano anche elementi da Re Lear o Riccardo III. Gli deve così tanto che c’è addirittura un personaggio che si chiama Hwell, che scrive commedie teatrali e che vuole aprire un Dysk Theatre (chiaro il rimando al Globe Theatre dove molte opere di Shakespeare furono messe in atto per la prima volta all’inizio del XVII secolo)!

Ma non sarebbe un libro di Pratchett se oltre a questi riferimenti alti non ce ne fossero anche mille altri inclusi alcuni alla comicità dei fratelli Marx o a The Shining di Stephen King. Ma, come sempre, non è certo necessario cogliere tutti i riferimenti sparsi qua e là per apprezzare il libro!

E uno degli elementi che rendono quest’opera incredibilmente riuscita è il trittico di protagoniste: le tre streghe del titolo non potrebbero essere più diverse tra loro e forse proprio per questo hanno una chimica eccezionale. Naturalmente a fare la parte del leone sono Granny Weatherwax, la strega più potente dell’intero Mondo Disco, e Nanny Ogg. Zitella di ferro la prima, e responsabile di una delle famiglie più numerose di Lancre la seconda, i loro dialoghi sono tutti da gustare! Anche Magrat riesce a farsi notare, pur essendo la più giovane e con meno esperienza, e come dimenticare il gatto Greebo? Un adorabile tenerone (secondo la sola Nanny)!

Granny Weatherwax è IL personaggio pratchettiano di questo libro: risolutrice, saggia, schietta… E c’è una frase in particolare che mi fa pensare che più di ogni altro sia questo il personaggio a cui Terry attribuì tante delle sue caratteristiche personali2: “Granny Weatherwax was often angry. She considered it one of her strong points. Genuine anger was one of the world’s greatest creative forces. But you had to learn how to control it. That didn’t mean you let it trickle away. It meant you dammed it, carefully, let it develop a working head, let it drown whole valleys of the mind and then, just when the whole structure was about to collapse, opened a tiny pipeline at the base and let the iron-hard stream of wrath power the turbines of revenge.” In poche parole, la rabbia è una costante in Granny, ma sa come controllarla e soprattutto come usarla. Neil Gaiman, che conosceva bene Pratchett, diceva che era un concentrato di rabbia pura!

In ogni caso, a guardare bene, c’è un po’ di Pratchett dappertutto nel libro. Per esempio, a un lettore attento non sfuggirà il suo amore per i gatti3

Insomma, una storia splendida, personaggi indimenticabili, un senso dell’umorismo inimitabile4, e il vero e proprio inizio del ciclo delle streghe fanno di Wyrd Sisters un libro imprescindibile, almeno secondo il modestissimo parere di chi scrive. Ciao! 


1. Un altra frase che definisce bene il tema del libro è la seguente: “Destiny is important, see, but people go wrong when they think it controls them. It’s the other way around.” (Il destino è importante, ma le persone si sbagliano quando pensano di essere controllate dal destino. È il contrario.)

2. Mi piace pensare che anche il non sentirsi mai perso fosse qualcosa che Pratchett pensasse di sé stesso: “Granny Weatherwax was not lost. She wasn’t the kind of person who ever became lost. It was just that, at the moment, while she knew exactly where SHE was, she didn’t know the position of anywhere else” (Granny sapeva esattamente dove si trovava, solo che non sapeva dove si trovasse tutto il resto).

3. ““I hate cats.” Death’s face became a little stiffer, if that were possible. The blue glow in his eye sockets flickered red for an instant. “I SEE,” he said. The tone suggested that death was too good for cat haters.” Per Terry la morte era poco per chi odiava i gatti!

4. Un’altra freddura che mi fa impazzire è la seguente: “Things that try to look like things often do look more like things than things” (Le cose che tentano di sembrare cose spesso sembrano cose più delle cose).


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12 risposte a "Wyrd Sisters: recensione del libro"

    1. Grandissimo libro, secondo me Pratchett merita almeno una possibilità! Ovviamente per me merita molto di più, ma comunque non esito a consigliarlo a chiunque ami la lettura in generale (e il fantasy in particolare, ma questo ultimo dettaglio non è necessario). :–)

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