Friends: recensione della seconda stagione

maxresdefault-1La seconda stagione di Friends continua dritta per la strada tracciata dalla prima e la formula continua a funzionare alla grande. Anche in questo caso ci sono due o tre macrostorie che si sviluppano nell’arco di più episodi che aiutano a dare un contesto alle storie più piccole che nascono e muoiono nel giro di episodi singoli (e c’è pure il primo episodio doppio della serie!).

A questo punto il successo di Friends era già stabilito e si nota sia per la presenza di vari ospiti d’eccezione, sia perché l’episodio andato in onda dopo il Superbowl, cioè l’evento più seguito ogni anno in TV negli Stati Uniti (12-13. Il grande Marcel, che tra l’altro è proprio l’episodio doppio di cui sopra), fu seguito da quasi 60 milioni di spettatori e rimane tuttora (e siamo al 2020, son passati 25 anni) il programma più visto mai andato in onda dopo il Superbowl, appunto.

Brevemente, ecco le macro-storie sviluppate nella seconda stagione. Prima di tutto la relazione tra Ross e Julie dura poco e finalmente, dopo qualche malinteso (08. L’alternativa di Ross), comincia quella tra Ross e Rachel (14. Come due aragoste). Nel frattempo Monica pure lei inizia una relazione che però è complicata dal fatto che il suo compagno è un amico dei genitori molto più anziano di lei, Richard, interpretato da un divertente ed autoironico Tom Selleck (appare in 15. Finalmente Ross e Rachel, ma è particolarmente efficace in 20. Week-end con il padre).

Di Phoebe scopriamo il background familiare (09. Un… caldo Natale) e seguiamo le disavventure come cantautrice del Central Perk, durante le quali ecco spuntare la sua canzone più famosa: Smelly Cat! La sentiamo per la prima volta solo accennata (06. Allergia al kiwi, con una guest star d’eccezione: Chrissie Hynde, cantante dei The Pretenders) e poi in maniera prominente in un episodio (17. Il nuovo coinquilino) che mi porta a parlare dell’ultima macrostoria della stagione: Joey se ne va dall’appartamento condiviso con Chandler (di cui continuiamo a vedere l’ex Janice dalla risata insopportabile interpretata da Maggie Wheeler: 24. Questione di baci) perché è finalmente indipendente economicamente essendo diventato il dottor Drake Ramoray nella soap opera Days of Our Lives (10. Ross e Russ).

Alla seconda stagione ammetto di essere particolarmente legato. Andò in onda in Italia per la prima volta tra luglio e settembre 1997, tra la mia seconda e terza superiore, e mi sono stupito di quanto mi ricordassi bene molti degli episodi (che non avevo più riguardato). Adoravo Friends al tempo ed era un argomento di conversazione comune tra i banchi di scuola! Riguardandola ora a così tanta distanza dalla prima volta non so se l’effetto nostalgia è così forte da impedirmi un giudizio obiettivo (ammesso che esista qualcosa del genere), ma mi ci sono divertito un sacco! La serie è invecchiata bene, i tempi comici funzionano tutti alla grande e si perdono solo poche battute per riferimenti ormai datati a personaggi ormai dimenticati ma famosi al tempo.

È ancora bello godersi i vari cameo fatti da personaggi famosi, per lo più attrici ed attori, che in questa stagione includono, tra gli altri e oltre ai già citati sopra, Lea Thompson (Lorraine di tutti e tre i Back to the Future, Ritorno al futuro), Jean-Claude Van Damme, Julia Roberts, Charlie Sheen, Dan Castellaneta (la voce di Homer Simpson) e Chris Isaak. E il nerd che è in me non può fare a meno di notare il potentissimo nuovo computer portatile di Chandler che ha ben 12 mega di RAM e 500 mega di spazio sullo hard disk: impressionante! Interessante anche come Chandler stesso trovi una ragazza con una chat online, cosa che nel 1995 in Italia era ancora fantascienza mentre negli Stati Uniti cominciava ad essere realtà. Insomma, non mi stupisco che ancora oggi sia una delle serie più viste in streaming: se le nuove generazioni riescono a superare le capigliature e i vestiti anni Novanta che a volte fanno male agli occhi (e no, non sto parlando dei vestitini e delle gonne super corte di Jennifer Aniston), possono tranquillamente farsi due risate con Friends! Ciao!

PS: a confermare l’enorme influenza sulla cultura pop di questa serie, Lisa Kudrow può cantare Smelly Cat di fronte a decine di migliaia di persone insegnandola alla sua amica Taylor Swift!


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9 risposte a "Friends: recensione della seconda stagione"

  1. Parlavo con una ragazza che ho in classe, qualche giorno fa, e lei adora lo stile degli anni Novanta! Ho cercato di spiegarle che no, quella non è eleganza proprio per niente, ma si è completamente innamorata del modo in cui ci si vestiva – e per un certo periodo ho notato un inquietante ritorno del taglio a scodella, che per fortuna, alla fine, non a ripreso piede.

    Al di là di questo, non ricordo con precisione la seconda stagione: ho visto la serie per intero una volta sola diversi anni fa, purtroppo, per cui è tutto un po’ mischiato nella mia testa. I camei delle celebrità sono però sempre state una delle cose più gustose della serie!

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    1. Ahahahah! Oh, prima o poi torneranno di moda anche gli anni Novanta, o resterà questa eterna nostalgia per gli anni Ottanta (che io continuo a trovare inspiegabile)?

      Suppongo che le stagioni di Friends siano un po’ intercambiabili, almeno le prime in cui non si sposavano tutti tra di loro… proprio per questo ho pensato di fare recensioni stagione per stagione, vediamo se riesco a fissarmele nella memoria! Più probabilmente, anche per me resterà un ammasso indistinguibile di episodi, battute di Chandler, Joey che non capisce, Phoebe che viene fuori con qualcosa di insensato, Monica che mette a posto qualcosa in maniera ossessiva… X–D

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