A Bug’s Life: recensione del film

Ispirato dall’aver visitato una bella mostra della Pixar in un Caixa Forum vicino casa, mi sono guardato appena tornato a casa A Bug’s Life (in Italia uscito col titolo A Bug’s Life – Megaminimondo), il lungometraggio che la nota casa di film d’animazione sfornò nel 1998 per la regia di John Lasseter e Andrew Stanton.

Comincio col dire che il film non dimostra minimamente i suoi venti e passa anni! Anzi, comincio dalla trama in due parole, come sempre. È I sette samurai (Shichinin no samurai, 1954) con gli insetti.

Ok, forse sono stai troppo conciso. Riprovo: un gruppo di cavallette capitanato dal malvagissimo Hopper (Kevin Spacey) tormenta un clan di formiche estorcendo loro cibo ogni anno prima della stagione delle piogge (l’idea viene dalla favola di Esopo intitolata La formica e la cicala). Una delle formiche, Flik (Dave Foley) per errore distrugge l’offerta preparata per le cavallette e deve rimediare cercando qualcuno che possa combatterle. Però riesce solo ad assoldare un improbabile gruppo di sette insetti appena licenziati dal circo di P.T. Flea (John Ratzenberger)…

Il film mi è sembrato ancora freschissimo e riuscito in tutti i suoi aspetti, animazione al computer compresa. La scelta di avere insetti protagonisti invece che esseri umani paga ancora oggi, e le formiche, gli scarafaggi, le cavallette, le farfalle… sono tutti realizzati benissimo. Flik, l’eroe della storia, è un protagonista che evolve così come evolvono e crescono la principessa Atta (Julia Louis-Dreyfus) ed anche i sette del circo (come gruppo almeno, se non singolarmente). L’eroe riesce a salvare il suo clan dopo aver vissuto momenti in cui tutto sembrava perduto. I sette circensi chiamati a salvare le formiche riescono realmente ad aiutare Flik, e la principessa Atta supera le sue ansie e diventa meritatamente regina.

Inoltre l’antagonista fa davvero paura (azzeccata la scelta di affiancargli il goffo Molt, Richard Kind, per rendere più leggere le sue scene) ed è di quelli che si ricordano!

Ogni dettaglio poi è curatissimo, dai divertenti pun come quello dell’insetto stecco (stick) che tira fuori la comicità slapstick o della pulce che sogna gold… en retriever (cioè non oro, ma cani – in un gioco di parole intraducibile), fino ai riferimenti più oscuri come quello del bruco ghiottone che si rifà ad un racconto per bambini piccoli scritto da Eric Carle e che ogni sera leggo al mio bebé prima di addormentarlo…

A guardare bene, ci sono battute dappertutto, come nelle scritte dei valori nutrizionali dei biscotti delle scatole che formano i carri del circo o nei brevi sketch degli insetti di città con la zanzara che ordina un Bloody Mary zero negativo (e ottiene una goccia di sangue che, una volta bevuta, la rintontisce) o con quella che viene attratta irrimediabilmente dalla luce della zanzariera elettrica.

Concludo semplicemente ribadendo come A Bug’s Life mi sembri uno dei film più riusciti della Pixar, tra storia, personaggi, comicità, animazione… E come accade per i loro film più riusciti, adatto a grandi e piccini! I temi di perseguire i propri sogni, di credere in sé stessi (anche quando la società, in questo caso quella delle formiche, vuole impedirci di pensare e di fare le cose diversamente dalla massa), e dell’unione che fa la forza non fanno che impreziosire un film che, non solo a livello superficiale, ha tantissimo da offrire. Ciao! 


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16 risposte a "A Bug’s Life: recensione del film"

  1. Concordo perfettamente con te quando dici che questo film non dimostra per niente i suoi venti anni. Di solito i film d’animazione in CGI dopo un pò dimostrano l’età che hanno ma A bug’s life ciò non accade e ne sono molto contento visto che è un film scritto benissimo e con delle tematiche molto interessanti. Il fatto che tu l’abbia paragonato ai sette samurai mi ha fatto molto ridere anche se in realtà il paragone ci sta tutto.

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  2. Anche a me A bug’s life è sempre piaciuto..cioè vogliamo parlare anche della “coccinella” che viene trattata da tutti con dolcezza quando dolce non è? 😀 Chissà perché alla Pixar non hanno mai pensato ad un seguito ma..meglio così!

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    1. Hanno fatto tantissimi bei film quindi ci sta che nelle classifiche personali di ognuno A Bug’s Life non sia considerato tra i migliori… però mi sembra divertente e ben fatto, e anche con qualche messaggio interessante! Cosa che, ammetto, si può dire di molti (non tutti) dei film Pixar usciti fino ad ora… :–)

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  3. Io la Pixar di Lasseter (Toy Story, Cars, Planes) l’ho sempre avuta molto a noia…
    Apprezzo molto quella di Pete Docter, quando non si prende troppo sul serio (per me Monsters Inc. e Inside Out sono meglio di Up e Soul)…
    Ma quella di Andrew Stanton (Bug’s Life, Finding Nemo e Wall-E) è, per me, davvero la Pixar migliore, quella con l’equilibrio tra “serio e faceto” più ben piazzato!
    Peccato che Stanton abbia un po’ smesso in favore di MERDflix e John Carter…

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    1. Nella mia poca attenzione ai registi per quanto riguarda l’universo Pixar, scopro adesso di trovarmi d’accordo con te visto che Finding Nemo e Wall-E sono probabilmente i miei preferiti in assoluto! E Monster Inc. arriva presto, che post mostra ci siamo buttati sui Bluray del cofanetto Pixar qui in casa qualche giorno fa… :–D

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  4. Concordo su tutto, gran bel film che si apprezza ancora oggi, molto divertente per grandi e piccini. Beh, a dire il vero i miei bimbi hanno ancora troppa paura delle cavallette… in effetti il cattivo (complice un ottimo doppiaggio sia in inglese che in italiano) fa davvero paura!

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  5. Ricordo che uscì lo stesso anno di Z la formica. Li vidi entrambi al cinema e mi piacquero entrambi, ma forse ero affascinato più da Z perché il fatto di averlo apprezzato mi faceva sentire più adulto (avevo 11 anni). I finti errori sul set alla fine sono spettacolari.

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    1. Ricordo le discussioni sull’uscita nello stesso periodo di due film sulla carta così simili!

      E inventarsi le gag reel del film animato fu effettivamente un’idea geniale! X–D

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