The X-Files – S02E23, Luci diffuse

Vince Gilligan! Sapevo che il geniale creatore di Breaking Bad si era fatto le ossa con The X-Files ed ecco qui il primo episodio scritto da lui: Soft Light, correttamente tradotto (per una volta!) in Luci diffuse. Gilligan arrivò alla serie da fan vero e proprio e si capisce da tanti piccoli dettagli, come per esempio lo scambio di battute tra Scully e Mulder sui condotti d’aerazione come possibili punti di entrata di un assassino in una stanza chiusa dall’interno (ricordando il caro vecchio Tooms di Omicidi del terzo tipo e Creatura diabolica) o il fatto che un paio di vittime nella storia lavorino per la fabbrica di tabacco delle sigarette dell’Uomo che fuma. Il talento di Gilligan si nota tutto in questo suo debutto e diventerà non a caso uno dei più prolifici creatori della serie (e pure del suo sfortunato spin-off The Lone Gunmen).

A parte queste curiosità legate all’ideatore di Luci diffuse, personalmente non sono stato troppo colpito dall’episodio. Mi è sembrata una semplice storia di creazione di un supereroe (o supervillain) riluttante che da un certo punto di vista mi ha fatto ricordare Memoirs of an Invisible Man (Avventure di un uomo invisibile, 1992) in cui Chevy Chase interpretava un’altra persona che acquisiva un potere fuori dal normale senza averne avuto la benché minima intenzione.

Infatti la trama di Luci diffuse è la seguente: a seguito di un incidente di laboratorio durante un esperimento sulla materia oscura, il brillante ricercatore Chester Ray Banton (Tony Shalhoub) diventa un pericolo pubblico: chiunque venga a contatto con la sua ombra viene incenerito istantaneamente. Non volendo diventare un assassino, prova ad evitare luoghi con luci che possano proiettare la sua ombra, quindi predilige posti bui o con luci diffuse. Cerca aiuto in qua e là ma non lo trova e finisce sempre per uccidere qualcuno.

Il brillante lavoro investigativo di Mulder e Scully porta a catturarlo ma poi, tra tutte le possibili persone, è Mister X (Steven Williams), che non vedevamo da un bel po’ (la sua ultima apparizione risale a L’ultimo alieno), a mettersi in mezzo per portare avanti una sua personale agenda. Tra le righe, si capisce che sono in molti interessati al dottor Banton (che viene pure tradito dal suo ex-collega Davey, interpretato da quel Kevin McNulty che già avevamo visto nei panni di un agente federale nel succitato Omicidi del terzo tipo). E alla fine quindi è Mister X ad accaparrarselo per sottoporlo ad una serie di orribili esperimenti senza nessun riguardo per i diritti umani.

Se non fosse risultato ancora abbastanza chiaro, qui si dimostra ancora una volta come ci sia una bella differenza tra Deep Throat, quel Gola Profonda che passava informazioni a Mulder e che pagò con la vita questo suo comportamento (Nuove creature), e Mister X che sì sembra aiutare Mulder, ma che non vuole fare la fine del suo predecessore e che allo stesso tempo ha degli obiettivi ben precisi e non lavora assolutamente da solo. Per chi lavora? Questo rimane ignoto, così come rimane ignoto di chi faccia gli interessi l’Uomo che fuma!

Mulder e Scully sembrano davvero due pedine di un gioco più grande di loro: Skinner giusto nell’episodio precedente li aveva avvertiti, da amico, di guardarsi le spalle, e gli avvenimenti di questo Luci diffuse non fanno che confermare questa sensazione.

Cosa non mi ha convinto molto dell’episodio, quindi? La tecnobaggianata (per usare un termine, technobabble, caro a Star Trek) sulla materia oscura e l’esperimento di laboratorio fallito mi sono sembrate più materiale da vecchi fumetti di Spider Man (ben omaggiati da Sam Raimi coi suoi film del 2002, 2004 e 2007) che non da The X-Files che di solito prova a far quadrare un po’ meglio la sua scienza o pseudoscienza. L’ombra di Banton crea dei buchi neri se entra a contatto con le persone? Mi sembra un tantino fantasiosa la cosa e non credo che ci sia alcuna logica che la possa far stare in piedi. E parlo di un universo dove vive una creatura in grado di allungarsi e passare da condotti di aerazione per divorare umani e poi andare in letargo per decenni!

Per il resto, questa seconda stagione di The X-Files si sta chiudendo bene: ogni episodio dimostra una certa qualità in quanto a produzione, regia, colonna sonora e cast (anche qui sono tanti gli attori secondari con parti degne di nota: Forbes Angus, Steve Bacic, Nathaniel DeVeaux…). Da segnalare anche un’altra vecchia amicizia, in questo caso di Scully, che fa una finaccia lavorando con i nostri due agenti federali preferiti: in questo caso è la giovane detective Kelly Ryan (Kate Twa) che muore compiendo il suo dovere. La aggiungiamo alla lista insieme a Jerry Lamana (Macchina mortale) e Reggie Purdue (Morte apparente)! Ciao!


Episodio precedente: L’insetto assassino

Episodio successivo: La nostra città


6 risposte a "The X-Files – S02E23, Luci diffuse"

  1. D’accordissimo sulle tue conclusioni riguardo la “quadra” dell’episodio: non tutto fila alla perfezione.
    Però sono affezionata a questa puntata: mi faceva pensare a quell’episodio di Star Trek TOS in cui l’equipaggio si ritrova trasformato in cubetti di sali minerali 😛
    E poi Shalhoub è un perfetto cattivo suo malgrado.

    Comunque a me Gola Profonda non è mai piaciuto, e le sue motivazioni non sono mai state chiare. Almeno Mister X non mostra di voler aiutare Mulder a tutti i costi: lo fa solo per lealtà verso Gola Profonda. Secondo me è meno falso nei suoi intenti rispetto appunto al suo predecessore.

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    1. In quell’episodio di TOS muore un guardiamarina femmina, se non erro! Mi stupì un sacco quando lo vidi!

      E Shalhoub è davvero perfetto in questo ruolo, concordo. Mister X è molto meno benevolo di Deep Throat, per adesso un personaggio certamente più interessante, hai ragione!

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  2. Mister X? Ci riserva altre sorprese, mettendo in conto pure il caro prezzo che dovrà pagare per le sue scelte…
    Il technobabble di quest’episodio? The X-Files non aveva certo paura di osare o sperimentare, lo sappiamo, il che mi fa propendere per un omaggio voluto a un certo tipo di fantascienza molto suggestiva ma con logica o verosimiglianza non proprio inappuntabili… o, perlomeno, è così che io ho sempre considerato “Soft Light” (ritengo Gilligan troppo intelligente ed esperto per non aver pensato a qualcosa del genere). E poi Tony “Adrian Monk” Shalhoub è azzeccatissimo nel ruolo del villain inconsapevole 😉

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