The Wolf Man: recensione del film

The Wolf Man (L’uomo lupo) è un film del 1941 diretto da George Waggner e scritto da Curt Siodmak. Fu un grande successo di pubblico e inaugurò una seconda ondata di cinema horror non muto dopo che la prima, cominciata con Dracula e Frankenstein del 1931, era andata spengendosi con infiniti seguiti e film minori (tra di loro anche uno con un altro lupo mannaro: The Werewolf in London, Un lupo mannaro a Londra, del 1935). Il film lanciò anche Lon Chaney Jr. come la nuova stella del genere dopo che per una decade Bela Lugosi e Boris Karloff si erano contesi quello stesso titolo.

La trama è quanto di più semplice ci possa essere. Lon Chaney interpreta Larry, il figlio minore di John Talbot (Claude Rains) che torna dal padre dopo la morte del primogenito in un incidente. Subito spia la bella Gwen (Evelyn Ankers) con un telescopio e la segue in maniera decisamente inquietante (diciamolo: è uno stalker). La convince ad uscire con lui per andare a farsi leggere il futuro da degli zingari di passaggio, e lei si porta dietro l’amica Jenny (Fay Helm). Solo che c’è un lupo mannaro tra gli zingari (Bela, interpretato proprio da Bela Lugosi) che uccide Jenny e poi viene ucciso dal giovane Talbot con un bastone dall’impugnatura d’argento. Il lupo però fa un tempo a morderlo prima che quello gli assesti il colpo di grazia.

Nella notte vengono ritrovati i corpi di Jenny e di Bela, e visto che sul corpo del secondo sono evidenti i colpi di un oggetto contundente, del suo omicidio diventa il sospettato numero uno proprio Larry Talbot. Che intanto diventa pure un lupo mannaro!

A ottanta anni esatti dalla sua uscita, il film di Waggner intrattiene ancora alla grande. Coi suoi quasi settanta minuti di durata, narra la storia senza troppi fronzoli, anzi, dopo appena mezz’ora tutto ciò che sta accadendo viene pure spiegato dalla madre di Bela (Maria Ouspenskaya). La Universal questo tipo di film lo sapeva fare bene, e in Lon Chaney Jr. trovò anche un attore che piacque al pubblico tanto da diventare richiestissimo (nonostante a me, spettatore moderno, sia sembrato un inutile bietolone). Interpretò il lupo mannaro in ben cinque film della Universal, l’intera saga!

Le scenografie sono sontuose, comprese quelle degli esterni ovviamente girati negli Studios, e molto suggestive (mi hanno ricordato quelli de La maschera del demonio di Mario Bava del 1960). Belle anche le musiche e notevole il cast in supporto del protagonista. Rains, certo (poco dopo sarebbe apparso in Casablanca, 1942), ma addirittura Bela Lugosi in una parte piccola ma importante, e anche tutti gli altri non sfigurano (anzi, rispetto a Chaney fanno un figurone!).

A livello di trama, chissà, c’è qualcosa che stona con Larry che pur se sospettato viene lasciato libero. Gli viene pure restituita l’arma del delitto che lui ammette essere sua! Ho anche trovato strano che la trasformazione in lupo (solo parziale, senza un vero e proprio motivo) avvenga tutte le notti, e non solo con la luna piena. Ma d’altronde Siodmak creò il suo proprio mito del lupo mannaro, dal folklore prese solo spunto. 

E poi perché nel finale la madre di Bela è ancora nei paraggi del castello, nonostante tutti gli zingari se ne siano andati tempo prima? E chi mi sa spiegare l’innamoramento di Gwen, cosa ha fatto Larry per meritarsi il suo amore? Insomma, a livello di narrazione è inevitabile che un film del genere soffra un po’ l’essere stato realizzato quasi un secolo fa. Tutto il resto però rimane ad altissimi livelli: atmosfera, set, regia, musiche, effetti speciali… Tutto da godere! Ciao! 

PS: impagabile il documentario di trenta minuti sul film contenuto nel DVD e presentato da niente meno che John Landis


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21 risposte a "The Wolf Man: recensione del film"

  1. Una recensione davvero ottima che sottolinea perfettamente tutti i lati positivi a livello tecnico ma anche quelle imprecisioni a livello di sceneggiatura che però una buona regia è riuscita a coprire. Comunque questa è la prima volta che sento qualcuno chiamare Lon Chaney JR un bietolone XD

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      1. Più che altro lui era un caratterista quindi era adatto a un certo tipo di ruolo. Mi hai appena fatto ricordare che un tempo io volevo recensire tutti i film in cui Lugosi e Karloff avevano recitato insieme. Mi piaceva come progetto.

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  2. Ci credi che è da inizio 2021 che ho in programma di festeggiare questo anniversario e niente, siamo a novembre e ancora non ci riesco? Il problema è che non trovo testimonianze dell’epoca, mi piacerebbe sapere cosa pensassero gli attori o il regista della lavorazione, insomma qualche ghiotta storia dal set, invece non trovo nulla.
    Ho pure comprato una delle rare VHS italiane del film, scoprendo che esiste un solo doppiaggio quindi non ci sono chicche da raccontare. Vediamo se in questi ultimi due mesi scarsi del 2021 riesco a festeggiare l’anniversario 😛

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    1. Anche io sono arrivato un po’ lungo! E ora devo pubblicare i due inevitabili “seguiti” su Landis e Dante, tanti lupi mannari in arrivo su vengonofuoridallefottutepareti! X–D

      Io avevo intenzione di ascoltare questo podcast:
      https://gruesomemagazine.com/2018/08/23/podcast-the-wolf-man-1941-episode-39-decades-of-horror-the-classic-era/

      Ma non ho fatto in tempo. Te lo passo, se hai tempo puoi dargli una chance per vedere se c’è qualcosa di utile! :–)

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    1. Lo erano! Robert era il fratello maggiore di 2 anni di Curt. Curiosità: il secondo è morto nel 2000 a 98 anni!

      Mi segno i due film che mi segnali che, purtroppo, non ho visto, grazie! :–)

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