The X-Files – S03E14, Il volto del maligno

Grotesque (cioè Grottesco, anche se il titolo italiano è Il volto del Maligno) è il quattordicesimo episodio della terza stagione di The X-Files. Scritto da Howard Gordon e diretto da Kim Manners, entra di diritto tra i migliori della serie fino ad ora per la sua storia quadratissima, le sue atmosfere inquietanti, delle prove attoriali notevoli (soprattutto da parte di un Duchovny in grande spolvero), e un’accoppiata regia – fotografia da urlo. 

John Mostow, un serial killer (Levani Uchaneishvili) che deturpa i volti delle sue giovani vittime, viene arrestato dopo tre anni di indagini dalla squadra dell’FBI capitanata da Bill Patterson (Kurtwood Smith), un agente leggendario e adorato dai suoi sottoposti. C’è un problema: mentre il killer è in carcere ecco un’altra vittima mutilata nello stesso modo, modo i cui dettagli non erano stati resi noti al pubblico. È un complice? È un imitatore del killer

A quanto pare, l’uomo arrestato da Patterson era però un solitario, cosa che rende improbabile l’esistenza di un complice, ed era pure ossessionato dal volto di Satana che, sostiene, lo possedeva e gli faceva commettere quei crimini atroci. Lo studio dove viveva è pieno di disegni e sculture di gargoyle inquietanti, e la cosa assume un carattere ancor più macabro quando Mulder scopre i resti di altre vittime nascosti proprio nelle statue di quegli stessi gargoyle. Il problema è che Patterson e Mulder, costretti a lavorare insieme al caso, non vanno per niente d’accordo, col secondo che non ha mai approvato i metodi investigativi del primo, rifiutando la teoria che per catturare dei mostri bisogna diventare dei mostri. Ben presto Mulder sviluppa una vera ossessione per il caso tanto che sia Skinner che Scully si preoccupano per la sua sanità mentale… 

Che dire di questo episodio? Non c’è niente che non mi sia piaciuto! Manners alla regia lavora benissimo per farci sentire la paura provata da Scully e Mulder che si addentrano nello studio di Mostow dopo il suo arresto, così come l’ossessione che sviluppa Mulder buttandosi anima e corpo sul caso per capire da dove venga questa sete di sangue dell’assassino. Primissimi piani, telecamera che ruota intorno ai personaggi per farci capire quanto siano spaesati… E una fotografia sicurissima, umida, ottima sia negli interni (con tutte quelle fredde luci blu) che negli esterni con quella pioggia onnipresente che quasi entra nelle ossa di noi spettatori oltre che dei nostri agenti federali. 

Apparentemente Manners si lasciò ispirare da Jacob’s Ladder (Allucinazione perversa, 1990) ed in effetti c’è molto di quell’ottimo film di Adrian Lyne in questo Grotesque. Per esempio è ben congeniato il dettaglio di far apparire agli occhi dell’ossessionato Mulder l’assassino con fattezze di gargoyle, invece che umane, così come nel film di Lyne apparivano mostri e diavoli solo apparentemente umani. 

Infine, splendido il monologo di chiusura di Mulder basato (pur se non dichiaratamente) sulla famosa frase di Friedrich Nietzsche: “Chi lotta con i mostri deve guardarsi di non diventare, così facendo, un mostro. E se tu scruterai a lungo in un abisso, anche l’abisso scruterà dentro di te1“. Ecco come è diventato in The X-Files:We work in the dark. We do what we can to battle the evil that would otherwise destroy us. But if a man’s character is his fate, it’s not a choice but a calling. Sometimes the weight of this burden causes us to falter. From the fragile fortress of our mind, allowing the monster without to turn within. We are left alone staring into the abyss. Into the laughing face of madness.” Ciao!

PS: L’unico problema che ho avuto con questo episodio è che appena è apparso Kurtwood Smith ho capito che era il villain e come sarebbe stato il finale. D’altronde, con quella faccia lì lui ha sempre fatto il cattivo, da Robocop (1987) a Star Trek: Voyager

1. Quel genio di Terry Pratchett ha scritto la sua versione della cosa in Thief of Time:” When you look into the abyss, it’s not supposed to wave back“, cioè “Quando guardi l’abisso, non dovrebbe salutarti.” 


Episodio precedente: Congiunzione astrale

Episodio successivo: L’ufo degli Abissi I

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17 risposte a "The X-Files – S03E14, Il volto del maligno"

          1. A meno che non ci siano pseudo-libri/riviste/fumetti, edicole, trasmissioni televisive ridoppiate o giochi citazionistici vari, in pratica gli episodi mi scivolano via. Giuro che quando li vedo alcuni mi piacciono anche, ma poi tutto scompare. E’ un vero X-File!!! ^_^

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  1. No, ma come sarebbe che avevi capito chi era il colpevole?!? A me mi fregarono alla grande, avevano semplicemente chiamato un attore famoso per fargli fare il mentore di Mulder. Che poi per me oltre al cattivo-cattivissimo di “Robocop” era anche il papà di Robert Sean Leonard ne “L’attimo fuggente”.
    Mi piacque molto questa puntata, ricordo che feci un parallelo tra Mulder e Will Graham (anche perché Mulder nasce come profiler): quando gli chiedono di riprendere il suo lavoro in “Red Dragon” la moglie non vuole, perché sa che lui s’immedesima troppo nel “male” che insegue, soffrendoci. Sto parlando del libro “Red Dragon”, nei due film questo aspetto s’intuisce ma non è chiarissimo.

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    1. È catti cattivissimo anche ne L’attimo fuggente!!! Un padre peggiore di lui non c’è!

      Bellissimo questo parallelo che hai fatto, la metafora dell’abisso si applica alla perfezione pure lì! :–)
      E poi The X-Files ha un debito quanto meno di riconoscenza verso The Silence of the Lambs quindi accostarlo a Red Dragon ci sta alla grande.

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  2. Ma chi altri poteva qui essere il villain se non Kurtwood Smith, appunto? 😉
    Ottimo episodio “Il volto del maligno”, che inserirei a pieno titolo nella tipologia di storie aventi tematiche condivise con il contemporaneo e sfortunato spin-off “Millennium”. Per rimanere strettamente nell’ambito della serie madre, poi, la visione inumana dell’assassino da parte di Mulder ha molto in comune con un’altra analoga e precedente visione da parte di Scully: sto ovviamente parlando della demoniaca forma apparentemente presa da Donnie Pfaster nel momento in cui la stava aggredendo… e che poteva non essere stata soltanto una semplice allucinazione (al pari di quello che succede a Mulder, probabilmente trovatosi alle prese con una manifestazione tangibile dell’anima nera dell’ormai corrotto Patterson)…

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    1. La faccia cattiva di Smith non faceva presagire niente di buono… X–D

      Mi piace il tuo accostamento a Millennium, ci sta tutto, d’altronde il tema serial killer era da sempre forte anche in The X-Files visto il background di Mulder (e l’onnipresente debito verso The Silence of the Lambs). Notevole anche il tuo ricordo della manifestazione “sovrannaturale” del cattivissimo Pfaster, grazie! :–)

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