
A Map of the World (La mappa del mondo) è un film drammatico del 1999 diretto da Scott Elliott (ad oggi rimane il suo unico film da regista) su sceneggiatura di Peter Hedges e Polly Platt a partire da un romanzo di Jane Hamilton. È un film poco conosciuto, quindi eviterò di rivelare il finale, anche se sarebbe difficile parlare del film senza rivelare almeno alcuni aspetti della trama.
Alice (Sigourney Weaver), infermiera in una scuola e madre di due figlie (Dara e Kayla Perlmutter), è sull’orlo di una crisi di nervi a causa di lavoro e, in parte, famiglia (il marito Howard, David Strathairn, non aiuta molto non essendo particolarmente empatico né comunicativo). Un giorno la grande amica di Alice, Theresa (Julianne Moore), le lascia le sue due figlie (Hayley Lochner e Victoria Rudiak) per stare del tempo col marito (Ron Lea), e una delle due è vittima di un terribile incidente domestico. Poco dopo, la madre (Chloe Sevigny) di un bambino della scuola (Marc Donato) denuncia Alice per maltrattamenti…
Come è facile intuire da questa breve sinossi, non si tratta di un film semplice. I temi affrontati da Elliott sono tutt’altro che banali, ed emerge una grande sensibilità sia degli sceneggiatori che dell’autrice del romanzo originale nel trattare ognuno di essi.
Si parla quindi di amicizia e di fiducia nelle persone che conosciamo ed amiamo, con una relazione stupenda tra le due donne protagoniste che non esce indenne dal tragico incidente che accade ad una delle figlie di Theresa. E si parla di problemi familiari e relazioni tra marito e moglie, con Alice che non riesce ad intavolare nessuna discussione degna di questo nome col marito che non sa leggere nemmeno i più semplici comportamenti della moglie, non ha gli strumenti per capire la sua crisi.
È infatti molto interessante come reagisca Alice allo stare in carcere, dove, finalmente isolata dal suo mondo, trova una certa pace interiore, pur se molestata continuamente dalle compagne di cella. Sigourney Weaver offre una convincente prova attoriale di un personaggio esaurito ed esausto, credibile sia nei suoi momenti di chiusura al mondo che in quelli di euforia e rabbia.
Ho nominato il carcere, ed in effetti A Map of the World parla anche di una realtà carceraria orribile, con detenute tutte una contro l’altra, e di come faccia presto la società a voltare le spalle ad una persona che si trovi improvvisamente accusata di un delitto. Le voci fanno presto ad ingigantirsi, e d’improvviso la libertà si fa irraggiungibile come mai si sarebbe potuto prevedere.
Come detto, non voglio rivelare più dello stretto necessario in questa mia recensione per non rovinare la visione a chi non conosca questo film. Sappiate che siamo di fronte ad un prodotto intelligente, mai banale, profondo, drammatico ma non gratuitamente, e in cui tutti gli attori protagonisti dimostrano la loro bravura senza mai andare sopra le righe e offrendo ritratti credibili di persone che, pur provando a comportarsi bene, sbagliano, esattamente come noi persone reali. Il tutto è accompagnato da una colonna sonora di Pat Metheny che ad oggi non ne ha più composta alcuna, dichiarando in interviste varie che nonostante gli piacesse scrivere musica per film, non è mai riuscito ad entrare del tutto nella mentalità richiesta per lavorare a Hollywood. Insomma, questo è A Map of the World, un film secondo me da vedere. Ciao!
Link esterni:
- Trailer del film su Youtube
- La pagina del film su Internet Movie DataBase
- Scheda del film su Gli spietati
Uh, sono sicuro di averlo visto ma sai che non ricordo nulla? Qui scatta il recupero: grazie della dritta 😉
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Sul Zinefilo lo menzionasti una volta per un’intervista alla Weaver in cui lei sosteneva che fosse il miglior film a cui aveva partecipato, snobbando così Alien e Aliens. Lo definivi un piccolo film, e sicuramente lo è rispetto a quei due mostri sacri della storia del cinema, ma l’ho trovato interessante! :–)
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Urge assolutamente una rinfrescata di memoria 😛
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Un’ottima recensione! Un film che parla di tematiche molto interessanti e in maniera anche molto intelligente e sensibile. La tua analisi ha toccato tutti i punti più importanti e sono contento che qualcuno abbia parlato di quest’opera.
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Grazie mille! È effettivamente un film un po’ dimenticato, sembra, ma merita di essere visto. :–)
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Assolutamente, certe pellicole vanno sicuramente riscoperte, specialmente film di questo tipo.
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nn lo conoscevo ma sembra uno di quei che guardo raramente: pesante e verosimile; però ha un buon cast principale
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Sigourney è sempre Sigourney…
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Io guardavo la moore 😬
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Brava anche lei!
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Lo conosco e la tua recensione lo descricve molto bene. A me piacque molto e la Weaver secondo me ebbe una grande occasione per mostrare il suo valore, anche se poi è finita comunque in film di cassetta.
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Beh, alla fine non credo si possa lamentare: è un’attrice riconosciuta come brava, e che in più ha fatto un sacco di soldi grazie ai film di Alien che tanto dice di disprezzare ma a cui è sempre tornata!
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