
Paper Hearts, Cuori di stoffa, decimo episodio della quarta stagione di The X-Files. Perfetto? Incredibile? Come definire questo capolavoro? Sono davvero esterrefatto di fronte alla qualità di questa serie, e questo nonostante la conosca e abbia quindi aspettative alte già in partenza!
Paper Hearts è un episodio ibrido, autoconclusivo eppure collegato saldamente alla mythology, con azione e mistero ma anche con un ottimo approfondimento dei personaggi. E queste caratteristiche dovrebbero essere sufficienti per far capire il perché del mio giudizio entusiastico…
La trama in due parole è la seguente. Grazie ad un sogno ricorrente, Mulder trova il cadavere di una bambina uccisa più di venti anni prima da un serial killer che lui stesso aveva contribuito a far arrestare insieme al suo collega Reggie Purdue (visto in Morte apparente): John Lee Roche (Tom Noonan). Capisce in questo modo che Roche ammise di aver rapito ed ucciso 13 bambine, e per questo sta scontando un ergastolo, ma in realtà ci sono altre tre vittime ancora da identificare. E quando Mulder e Scully vanno a parlare con Roche in prigione sembra plausibile pensare che una di quelle vittime senza nome possa essere Samantha, la sorella di Fox. Roche infatti conosce molti dei dettagli della notte del rapimento in quel fatidico novembre 1973, tra cui il programma in onda in TV nel salotto di casa e il gioco da tavolo a cui i due fratelli stavano giocando, Stratego, che avevamo visto in Uomini verdi. Mulder farà qualcosa di molto avventato per tentare di arrivare a scoprire la verità, e c’andrà di mezzo una bambina innocente (Carly McKillip)…
Tutto funziona alla grandissima. Vince Gilligan alla sceneggiatura, Rob Bowman alla regia e Mark Snow alle musiche sono una squadra imbattibile. Le sequenze dei sogni sono differenti dal resto del girato e le musiche composte da Snow veicolano un senso di meraviglia che si sposa perfettamente con il tema di Alice in Wonderland (Alice nel Paese delle meraviglie) a cui è legato il personaggio di Roche.
La trama usa a suo vantaggio moltissimi elementi introdotti precedentemente nella serie come Mulder esperto di serial killer, il rapimento della sorella Samantha, e addirittura c’è un accenno al malore della madre di Mulder (Il guaritore II). Per questo pur essendo un episodio monster-of-the-week, e che mostro che è Roche, Paper Hearts si lega ottimamente alla mythology.
Duchovny interpreta in maniera sublime un Mulder al limite del collasso emotivo a più riprese. Da parte sua, Gillian Anderson dà vita ad una Scully saldamente al fianco del partner anche quando crede che non stia lavorando in maniera rigorosa. Lo dimostra la scena in cui lui si mette a scavare a mani nude per arrivare al cadavere della quindicesima vittima, lei gli chiede di aspettare l’arrivo di una squadra forense, ma quando lui le chiede di aiutarlo esita appena un secondo prima di farlo.
E l’abbraccio tra i due nel finale? La relazione Mulder e Scully è senza dubbio uno dei punti di forza di The X-Files, e non sfocia mai, assolutamente mai, nel banale!
E poi, altro punto di forza, non c’è nessuna spiegazione finale, nessun momento di chiarezza. Come faceva Roche a conoscere tanti dettagli del rapimento di Samantha? La rapì lui? O davvero si era formato un collegamento mentale con Mulder capace di far condividere ai due immagini e ricordi?
Paper Hearts è anche un episodio che dimostra l’amore di Gilligan per la serie e la sua volontà di mantenere una continuity solida tra le varie stagioni, non a caso lui fu prima fan della serie di Chris Carter e poi sceneggiatore nella squadra di Carter stesso.
Concludo sottolineando come questa puntata ci regali un ennesimo villain cattivissimo e indimenticabile (e, torniamo sempre lì, vicino al Lecter de The Silence of the Lambs, Il silenzio degli innocenti, 1990), un finale eccezionale (ambientato in un posto inquietantissimo, un deposito di autobus rugginosi), e una storia che sviluppa sia personaggi che mythology. Che roba! Ciao!
Episodio precedente: Tunguska II
Episodio successivo: Enzima mortale
Me lo andrò a rivedere.
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Questo è di quelli da vedere e rivedere! :–)
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Come definire questo capolavoro? Così, appunto, perché “Cuori di stoffa” E’ un capolavoro! A dimostrazione, tra l’altro, che mythology e monster-of-the-week sono due filoni che possono benissimo incrociarsi fra loro, se si sa come fare (Vince Gilligan c’è riuscito, senza dubbio) 😉 Alla riuscita dell’episodio ha senz’altro contribuito un Tom Noonan superbo, con tutta probabilità scelto per via di un suo precedente personaggio preso in simpatia (se così si può dire) da Hannibal Lecter nel magnifico “Manhunter” di Michael Mann: sto ovviamente parlando del serial killer Francis Dollarhyde…
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Sono sempre molto interessanti gli episodi che coniugano il monster of the week con la mythology, ce n’è stata una manciata fino ad ora e alla fine sono tra quelli più memorabili. E Paper Hearts secondo me è di quegli episodi difficili da dimenticare…
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