Rompere il ghiaccio (dall’originale Breaking the Ice) fa quello che lo Star Trek di Rick Berman e Brannon Braga ha sempre saputo fare alla perfezione: narra una storia di fantascienza e la usa per affrontare temi più alti e profondi. In superficie, infatti, l’episodio mostra semplicemente l’esplorazione di un’enorme cometa da parte di Reed e Travis, esplorazione che naturalmente li porta a rischiare la vita.
In realtà, però, la trama non è che una scusa per affrontare l’arroganza di Archer e i suoi pregiudizi duri a morire sui vulcaniani, oltre a permettere di sviluppare notevolmente il personaggio di T’Pol in tandem con Trip.
Da una parte, quindi, Archer si confronta con il capitano Vanik (William Utay) della nave di classe Suurok chiamata Ti’Mur, che sembra voler spiare l’operato dell’Enterprise. Archer non si fida di Vanik, e lo dice chiaramente nella cena a cui lo invita e che risulta essere tutt’altro che un successo. Però alla fine dell’episodio fortunatamente il capitano mette da parte il suo orgoglio e accetta l’aiuto dei vulcaniani che con la loro tecnologia superiore riescono a salvare facilmente Travis e Trip.
Dall’altra, T’Pol si confronta con le sue tradizioni ed è costretta a riconoscere di essere cambiata nell’ultimo anno a contatto coi terrestri. E la cosa si nota nel suo dialogo con Trip, in come convince Archer ad accettare l’aiuto di Vanik, e nella scena di chiusura in cui si lascia andare ad un’invitante fetta di torta alle noci pecan (che tra l’altro è una delle migliori creazioni dell’uomo).
Per il resto, non mi ha convinto del tutto tutta la parte sulla cometa, che presumo non avere un’atmosfera e quindi non capisco come possa permettere a Trip e Travis di camminare tranquillamente sulla sua superficie (forse è così grande che ha comunque una sua forza di gravità?). E poi ho trovato un po’ lunga la scena del messaggio alla classe della scuola irlandese i cui alunni avevano mandato disegni e messaggi agli ufficiali dell’Enterprise, anche perché non porta praticamente a niente, ma d’altra parte ha senso che la prima nave terrestre in missione per esplorare lo spazio profondo organizzi attività simili.
Ma in generale Breaking the Ice è certamente un altro solido capitolo di questa prima stagione di Enterprise, e grazie a questo episodio ho imparato un po’ di vulcaniano! “Shan sha’tuhllar ak ko-mos“, cioè “Vattene presto da questa nave, debole donna“, questo dice Vanik a T’Pol alla fine della suddetta cena. Divertente come l’episodio non si sforzi di chiarire il significato delle parole di Vanik Ciao!
Episodio precedente: Il caso andoriano
Episodio successivo: Una questione di civiltà
Cancellato dalla memoria, ad eccezione del fatto che più personaggi vengono ritratti intenti a leggere i pad, uno dei tantissimi anacronismi che rendono i prequel sbagliati per definizione: anni dopo questi eventi Kirk consulterà microfilm, mentre qui già stanno ai tablet? 😀
Almeno per salvare un po’ la faccia hanno cercato di farli leggermente più “rozzi” rispetto a quelli di TNG.
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Eh, si, era difficile adattarsi ad un futuro precedente a quello immaginato negli anni sessanta… Però sono meno critico di te, secondo me non l’hanno fatto così male! Sappiamo come la continuity sia un mito, e di anacronismi ce ne sono a bizzeffe, fanno parte del gioco di vedere tante serie fatte in periodi molto diversi tra loro. :–)
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Non a caso poi la TOS venne un po’ riammodernata digitalmente per far sentire meno l’inevitabile divario 😉
Per il resto, un episodio senza infamia e senza lode (del resto siamo ancora in pieno rodaggio)…
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Per curiosità guardai un episodio con gli effetti speciali nuovi dai miei bei Bluray di TOS, ma per il resto decisi di vedere tutto con i sani ed antichi effetti degli anni Sessanta che trovo molto più affascinanti. Però ritengo abbiano fatto bene ad offrire la possibilità di scegliere, magari qualcu o preferisce vedere delle navi più elaborate (in digitale).
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