
“‘What is there in this world that truly makes living worthwhile?‘
Death thought about it. CATS, he said eventually. CATS ARE NICE”
(“In questo mondo per cosa vale davvero la pena vivere?”
Morte ci pensò su. GATTI, disse alla fine. I GATTI SONO CARINI)
Continuano le avventure di Rincewind. Dopo aver viaggiato in lungo e in largo per il Discworld ed essersi tolto dalla testa l’incantesimo dell’Octavo che gli impediva di imparare nuovi incantesimi (The Colour of Magic e The Light Fantastic), lo avevamo ritrovato a fare da assistente al Librarian nella biblioteca della Unseen University (Mort): non esattamente un grande passo in avanti.
In Sourcery (per l’Italia: Stregoneria), torniamo a viaggi rocamboleschi mentre il mondo rischia la distruzione. Stavolta la colpa è tutta dei maghi che si lasciano prendere da brame di potere dopo l’apparizione di Coin, un potentissimo stregone, cioè l’ottavo figlio di un mago (che già di suo è l’ottavo figlio di un ottavo figlio1). Coin è un bambino, ma è influenzato dall’anima del padre Ipslore the Red che si è rifugiata nel suo bastone del mago poco prima di morire, ingannando Death in apertura del libro.
La stregoneria è un tipo di magia non controllabile, molto più selvaggia di quella usata dai corpulenti maghi attualmente in circolazione nel Discworld, che rischia seriamente di collassare quando i maghi cominciano a combattere tra loro. Inizialmente lo scontro è tra Coin e i suoi seguaci e il cappello dell’Archchancellor della Unseen University che prende possesso di Abrim, il consigliere del sultano Creosote di Al Khali. Il cappello si era fatto portare lì da Rincewind e Conina, abilissima ladra e figlia di Cohen the Barbarian che in realtà aspira a diventare una parrucchiera (e Luggage, Bagaglio, naturalmente).
L’intero libro è una divertente serie di situazioni assurde in cui capita questo improbabile gruppo di avventurieri: Rincewind, Conina, Creosote, e Nijel the Destroyer, aspirante eroe barbaro2. Nijel e Conina si innamorano istantaneamente l’uno dell’altra, Creosote non era mai uscito dal suo palazzo prima degi eventi narrati nel libro, Luggage si ubriaca per dimenticare la delusione legata all’essere stato mandato via da Conina, e Rincewind al solito prova a star fuori da guai e ci finisce in mezzo di continuo. Ci sono pure un tappeto volante3 e un genio della lampada!
Va detto che comunque Rincewind alla fine qualcosa combina, un po’ perché con tutta la magia liberata dalla stregoneria diventa molto più semplice fare incantesimi, e un po’ perché ad un certo punto decide di porre fine al regno di terrore di Coin affrontandolo armato di… beh, diciamo un’arma non convenzionale.
Sourcery è un libro divertentissimo, con una concentrazione di battute per pagina praticamente inarrivabile. Pratchett sfrutta ogni singola occasione per far ridere il lettore, e ci riesce immancabilmente4.
Vi si riconosce il primo Pratchett per la voglia di far ridere a ogni pié sospinto e per un Discworld dipinto come mondo instabile a causa della magia invasiva, quasi privo di logica. Altri segnali sono i riferimenti al nostro mondo per descrivere cose e situazioni, la struttura abbastanza lineare della storia, un Vetinari acerbo lontano dallo statista imbattibile dei libri successivi, e naturalmente Rincewind come protagonista. A dirla tutta, pare che Pratchett scrisse il libro cedendo alla pressione dei fan, nonostante pensasse che il personaggio avesse poco altro da offrire. Ed in effetti il libro non è esente da difetti, come le labili motivazioni di alcuni dei personaggi (Creosote su tutti, anche se i suoi tentativi di fare poesia sono splendidi) e molti fili narrativi cominciati e lasciati a metà (per esempio, all’inizio Rincewind sembra avere una cotta per Conina, ma la cosa muore rapidamente). Il finale poi, orfano di Rincewind, sembra non sapere dove andare a parare, nonostante le immagini delle Dungeon Dimensions siano notevoli (secondo me un omaggio a metà tra H.P. Lovecraft e The Thing, La cosa, 1982, di John Carpenter). .
Però allo stesso tempo è interessante notare come si anticipino cose di libri futuri ben più articolati, come per esempio l’esistenza di un re destinato a governare Ankh-Morpork tra spade magiche e nei a forma di fragola a marcare il prescelto (vedi Guards! Guards!). In pratica è come se molte delle idee poi sviluppate in maniera più complessa nei libri a venire frullassero già nella testa di Pratchett, e qui affiorano nei posti più impensabili. Anche i temi affrontati sono tipici della saga del Discworld: il potere, la fragilità della vita e l’importanza di accettarne la fine quando arriva il momento, la futilità della guerra, e ci sono anche varie considerazioni sulla direzione da prendere nella vita tra sogni e talenti che ci contraddistinguono.
In un 2022 in cui si fa un gran parlare di rischio di guerra nucleare, Sourcery chiarifica quanto l’umanità sia stupida nel perseguire il potere anche se il costo da pagare è l’esistenza del mondo dove vive, visto che alla fine la distruzione causata dalla stregoneria è paragonabile a quella di un conflitto nucleare. Forse Pratchett manda un messaggio pacifista più forte in altri libri (penso a Jingo), ma volendo questo è il suo primo libro del Discworld a introdurre il tema, e lo fa magníficamente.
Concludo consigliando certamente la lettura di Sourcery, specialmente per i fan dei maghi del Discworld, in quanto divertente e, a tratti, anche profondo. Probabilmente impallidisce al confronto col libro precedente, Mort, e soprattutto col successivo Wyrd Sisters, ma stiamo comunque parlando si differenze tra opere d’arte tutte di fattura unica e sublime. Ciao!
1. Gli Iron Maiden cantano Seventh Son of a Seventh Son, ma il numero magico nel Discworld è l’otto.
2. Il suo tremendo grido di battaglia dimostra come non sia particolarmente portato per la carriera che ha scelto: There were a few seconds of total silence as everyone waited to see what would happen next. And then Nijel uttered the battle cry that Rincewind would never quite forget to the end of his life. “Erm,” he said, “excuse me…” (Ci furono alcuni secondi di totale silenzio mentre tutti aspettavano di vedere cosa sarebbe successo. E poi Nijel urlò il grido di battaglia che Rincewind non dimenticherà fino alla fine dei suoi giorni. “Ehm,” disse, “scusate…”)
3. “I’m not going to ride on a magic carpet!” he hissed. “I’m afraid of grounds.” “You mean heights,” said Conina. “And stop being silly.” “I know what I mean! It’s the grounds that kill you!” (“Non salirò su un tappeto volante!” sibilò. “Ho paura del terreno.” “Vuoi dire dell’altezza,” disse Conina. “E basta con queste stupidaggini.” “So cosa voglio dire! È il terreno che ti uccide!”)
4. Uno di mille esempi che potrei fare: For example, a popular spell at the time was Pelepel’s Temporal Compressor, which on one occasion resulted in a race of giant reptiles being created, evolving, spreading, flourishing and then being destroyed in the space of about five minutes, leaving only its bones in the earth to mislead forthcoming generations completely. (Per esempio, una magia popolare al tempo era il Compressore Temporale di Pelepel, che una volta arrivò a far creare una razza di rettili giganti, farla evolvere, diffondere, prosperare, e poi scomparire nel giro di cinque minuti, lasciando solo le loro ossa nel terreno per confondere completamente intere generazioni future.)
2 risposte a "Sourcery: recensione del libro"