
Dead Stop (tradotto come Sosta forzata) è un episodio che sceglie una strada diversa da quella usualmente battuta dalle serie di Star Trek, e vira verso lo horror confezionando una storia che mi ha convinto pienamente. Si parte dai danni inflitti dalla mina romulana, con Archer costretto a chiedere aiuto. Un vascello tellarite (già menzionati in Una questione di civiltà e Carbon Creek) suggerisce una stazione spaziale non lontana dalla nave, ed è lì che va l’Enterprise NX-01, trovando una stazione completamente automatizzata e che in poche ore e per un pagamento irrisorio è in grado di aggiustare tutto (inclusa la gamba ferita di Reed).
Troppo bello per essere vero? Esatto, e infatti non tarda ad arrivare un brutto incidente in cui muore il povero Mayweather (non poteva che essere lui la vittima, gli sceneggiatori continuano a lanciare messaggi poco occulti?)… La verità è più complicata, visto che la stazione rapisce umanoidi per usare i loro cervelli come veri e propri processori. La scena in cui Archer e T’Pol trovano i corpi attaccati alle macchine della stazione è veramente raggelante!
Ed ecco quindi l’angolo horror della storia scritta da Mike Sussman e Phyllis Strong e girata dalla bella Roxann Dawson (che presta anche la voce al computer della stazione): la stazione è una vera e propria entità malvagia che pretende come pagamento per le riparazione ben più di qualche litro di plasma dei motori a curvatura.
Secondo me non è casuale che gli stretti passaggi della stazione abbiano delle chiusure identiche a quelle della Nostromo di Alien (1978), film che coniugava perfettamente fantascienza e horror. Così come sono chiari i riferimenti a 2001: A Space Odyssey (2001: Odissea nello spazio, 1968), tra corridoi bianchi immacolati e una voce robotica come unico modo di comunicare con la stazione spaziale.
Il finale è anch’esso un chiaro omaggio a decine di film del terrore, con i protagonisti che se ne vanno convinti di aver sconfitto il loro nemico, che invece nell’ultima scena dimostra di essere ancora vivo e vegeto. Credo di non avere nessuna lamentela riguardo a Sosta forzata (è pure uno di quegli episodi in cui tutti i personaggi principali hanno qualcosa da fare, e John Billingsley brilla in modo particolare), incredibilmente questa serie che mi era stata venduta come mediocre e dimenticabile mi sta convincendo sempre di più episodio dopo episodio. Ciao!
PS: appare brevemente anche un modellino della Nomad, che qualche anno dopo metterà sotto scacco l’Enterprise di Kirk nell’episodio La sfida, in linea con la trama di Sosta forzata.
Episodio precedente: Campo minato
Episodio successivo: Una notte in infermeria
Anche a me era piaciuto molto questo episodio, e un po’ mi è dispiaciuto che questa idea non sia stata più ripresa. Forse è quello che mi ha creato più domande: chi l’ha creata? Qual’era lo scopo dei creatori? Si è evoluto da solo come molte delle sonde della Terra? Parte della bellezza sta nel mistero, ma ammetto che un approfondimento mi sarebbe piaciuto.
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Temo che non avremo mai le risposte alle tue domande, però effettivamente l’alone di mistero anche secondo me giova alla qualità dell’episodio!
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Ora me lo devo rivedere, perché non avevo notato le chiusure simili alla Nostromo 😛
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E magari mi farai notare che mi sono sbagliato! X–D
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Episodio ben costruito e davvero inquietante, costellato di citazioni mai casuali, a ulteriore riprova del livello standard che “Enterprise” avrebbe potuto raggiungere se gliene fosse stato lasciato il tempo (e, lo ribadisco di nuovo, se Berman si fosse fatto da parte lasciando più spazio agli autori e a produttori meno ingessati di lui)… Quando poi ci sono i Nostri e le Nostre alla regia, il tutto ha sempre una marcia in più 😉
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La scuderia di registi tra gli attori di Star Trek è sempre stata ben fornita! Poi mi fa ridere che, già che c’era, alla Dawson fecero anche doppiare il computer della base! X–D
Berman dopo più di 10 anni a lavoro su quella roba era inevitabile avesse poco altro da aggiungere…
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Mi sono rivisto l’episodio e mentre procedevo era tutto strano: ricordavo alla perfezione ogni scena ma solo mentre la vedevo, perché infatti nel leggerti non mi era tornato nulla alla mente!
Onestamente non saprei se quelle porte, corridoi e condotti d’areazione siano proprio legati all’universo alieno, visto che sono elementi abbastanza comuni alla fantascienza d’annata – anzi, paradossalmente la Nostromo aveva strutture “morbide”, arrotondate, mentre quelle in questo episodio ricordano più le porte di Hadley’s Hope in “Aliens”; molto più nette nelle linee – invece penso sia proprio una citazione la stanza che si vede nel finale: quei corpi appesi a fili provenienti dal soffitto gridano troppo “Coma” (1978) di Michael Crichton per essere un caso. (Curiosamente il fumetto “Morgan Lost” ha citato la scena un paio di mesi fa, e la settimana scorsa la neonata Warner TV ha ripescato il film di Crichton dagli archivi segreti in cui era murato vivo.)
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Io mi ricordo i condotti rotondi con la porta che si apre verso il centro, che mi fa tanto Nostromo quando Dallas va col lanciafiamme… Però sicuro che Coma è una citazione più azzeccata! :–)
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