The X-Files – S05E15, Cavie

Con David Duchovny e Gillian Anderson impegnati con le riprese del primo film di The X-Files, era inevitabile avere almeno un episodio che si centrasse su personaggi diversi dai protagonisti della serie. Travelers (Cavie) porta all’estremo questa necessità, visto che per la maggioe parte del tempo narra una storia ambientata negli anni Cinquanta sfruttando un’idea intrigante: e se il governo degli Stati Uniti stesse nascondendo la verità ai suoi cittadini da molto prima dell’arrivo di Mulder e dei suoi X-Files?

In particolare, eccoci in piena Caccia alle streghe comuniste, il cosiddetto McCarthysmo, che secondo gli sceneggiatori Chris Carter, John Shiban e Frank Spotnitz altro non fu che una copertura di operazioni illegali messe in piedi da agenzie deviate del governo.

La storia ci viene raccontata dal punto di vista di un ex-agente dell’FBI, Arthur Dales (Darren McGavin e, da giovane, Fredric Lehne), che fu costretto a perseguire presunti comunisti che in realtà erano persone che avevano avuto la sfortuna di essere state scelte per fare da cavie inconsapevoli per esperimenti governativi.

La vittima principale, Edward Skur (Eric W. Gilder e, da giovane, Garrett Dillahunt), si era trasformata in un assassino a causa di un organismo vivente che gli era stato inserito nel corpo e che si nutriva di interiora umane… E qui non si può non pensare ad Alien (1979), tanto più che la procedura viene definita nell’episodio come xeno-transplant, uno xeno-trapianto, e da lì allo xenomorph di Alien il passo è breve (ma Lucius su Non quel Marlowe ha fatto uno studio ben più approfondito del mio!).

Travelers quindi ci porta nel passato ma tenta in tutti i modi di restare ancorato alla mythology di The X-Files e ai suoi personaggi abituali. Ecco quindi un giovane padre di Fox Mulder (Dean Aylesworth) e anche vari personaggi realmente esistiti come Joseph McCarthy (in filmati di repertorio), Roy Cohn (David Moreland), e il direttore dell’FBI J. Edgar Hoover (David Fredericks: aveva avuto lo stesso ruolo nell’episodio I segreti del fumatore). Ed immancabili anche gli X-Files stessi, ovvero casi volutamente irrisolti o irrisolvibili, come ben sappiamo grazie all’attività di Fox Mulder e Dana Scully.

Ho apprezzato molto questo episodio perché denuncia una folle persecuzione di persone innocenti. Di fatto, è un sentito omaggio di Shiban e Spotnitz al loro mentore Howard Dimsdale, scrittore e sceneggiatore e reale vittima del McCarthysmo che dovette firmare tutti i suoi lavori con lo psudonimo Arthur Dales, non a caso.

Inoltre mi piace come il personaggio del padre di Mulder compia azioni che sono compatibili con quello che sappiamo di lui: partecipa suo malgrado in un gioco contro cui non ha la forza di scontrarsi frontalmente, ma prova in qualche modo a mettere i bastoni tra le ruote a chi comanda, dando una possibilità a qualcuno di scoprire la verità e farla venire a galla. Non ci riesce, però, e l’agente Dales si porta il segreto con sé fino alla vecchiaia, rivelandolo soltanto ad un giovane agente Mulder in uno dei suoi primi incarichi. E qui Duchovny fa un gran lavoro nei pochi minuti in cui entra in scena nel mostrare un Mulder con pochissima esperienza e senza la sua abituale confidenza.

Ottima anche la ricostruzione storica degli Stati Uniti degli anni Cinquanta, e bello anche notare come Carter avesse voluto fortemente lavorare con Darren McGavin che nel 1974 era apparso in Kolchak: The Night Stalker che si potrebbe vedere come un The X-Files ante litteram. Ciao! 

PS: e Mulder nel 1990 fumava ed aveva una fede al dito? 


Episodio successivo: Il rosso e il nero

Episodio precedente: Gli occhi della mente


19 risposte a "The X-Files – S05E15, Cavie"

  1. Questo è uno degli episodi che suggerii all’Etrusco, e a ragione visto tutto quello che è riuscito a tirarne fuori 😉
    Più che ad Alien, secondo me il mostriciattolo fa riferimento a “L’alieno” (dovrebbe essere “The Hidden” in originale, se non l’hai mai visto recuperato perché merita).
    Non è “Mulder” ad avere la fede qui, ma Duchovny che gioca con i suoi fan, ricordando loro che era fresco di nozze con l’attrice Tea Leoni: visto che probabilmente non poteva portare la fede sul set per ovvi motivi di continuità, la sfoggiava negli episodi ambientati nel passato…
    È un episodio che ricordo molto piacevole pur con le sue incongruenze, ce ne saranno un altro paio con “Arthur Dales”, entrambi meritevoli 😉

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    1. Verissimo, Lucius come al solito ha fatto un lavoro investigativo di tutto rispetto (ho appena aggiunto il link al suo post)! La fede è quindi spiegata, Duchovny – Leoni, che coppia! Durarono qualche anno insieme…

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  2. Grazie per i link e grazie a Vasquez per avermi segnalato l’episodio, che ho molto apprezzato: va be’, l’ho apprezzato per le citazioni e le chicche più che per la storia, ma va bene uguale ^_^
    Visto che Duchovny si era divertito a portare la fede pure nell’episodio “Insoliti sospetti”, ambientato nel 1989, direi che ha fatto un lodevole lavoro di continuity ripresentandosi in questo ambientato nel 1990. Mi diverte tantissimo l’idea che poi, nel 1991, in un film è sposato con Mimi Rogers, attrice che tornerà anni dopo a chiudere la quinta stagione di “X-Files” portandosi appresso un misterioso passato con Mulder: e se invece di Tea Leoni, a cui era sposato nella realtà, Duchovny avesse segretamente inserito questo gioco di rimandi con Mimi Rogers, futura agente Diana Fowley? I want to believe
    P.S.
    Un giorno dovrò decidermi a recensire le avventure di Kolchak, il primo investigatore del mistero per il grande pubblico, anche perché ho da parte un paio di sue rare avventure a fumetti. Chris Carter sarebbe fiero di me.

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    1. Quante connessioni nuziali! X–D

      Kolchak è dichiaratamente l’ispirazione di Carter per The X-Files, quindi sicuro viene a lasciare un commento se ne parli in questo 2023! :–)

      (giusto ieri ho scoperto in Shuttlepod da Nana Visitor che Carter provò, prima di TXF, a creare una sit com dove lei sarebbe stata protagonista! Fecero solo il pilot, però)

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      1. Noooooo! Possibile il pilota non sia piaciuto? Dài, con Nana Visitor non puoi sbagliare, che peccato non sia andato avanti il progetto.

        Ti informo che facendomi conoscere ‘sto Shuttlepod m’hai rovinato, perché mi sa che stanotte la passerò a vedermelo tutto su YouTube, visto che è sottotitolato!!! ^_^

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        1. Shuttlepod è spettacolare! Di tutti i podcast e programmi fatti da ex-trekkers è quello che meno parla di Star Trek (anche perché Connor Trinneer e Dominic Keating non ne sanno una mazza), e quindi spazia su un milione di argomenti diversi tra musica cinema teatro letteratura… ed è super interessante, poi hanno degli ospiti strepitosi tutte le volte.

          Concordo su Nana Visitor, naturalmente. Ma così abbiamo avuto TXF! :–D

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            1. Credo che lui si guardi distrattamente uno o due episodi con l’ospite di turno giusto prima dell’intervista e via, ma non ha proprio idea di Stra Trek. E si permette pure di fare classifiche tra le varie serie! X–D

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  3. Peccato che Darren McGavin non abbia voluto riprendere il personaggio di Carl Kolchak per l’occasione: sarebbe stato un cross-over perfetto fra “The Night Stalker” e “The X-Files”… A dirla tutta, a me piace pensarla comunque in questo modo, con nonno Carl (qui sotto falso nome) fiero di come la sua eredità sia stata trasmessa ai nipoti Fox e Dana 😉
    Alien? Già, non a caso nell’episodio viene specificato come la simbiosi con il mostruoso aracnide sia frutto di uno XENO-trapianto (se non altro qui l’organismo ospite non viene ucciso, dato che il predatore ha bisogno di lui per raggiungete fisicamente le sue prede e nutrirsi)…

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