
Eccoci all’episodio numero 16 di questa insolitamente breve quinta stagione (solo venti puntate in tutto), in cui torniamo all’usuale monster-of-the-week dopo il doppio episodio di mythology e Cavie, che era completamente fuori dagli schemi (in realtà questa stagione negli schemi c’è stata poco, piena com’è di puntate sperimentali o comunque diverse dalle tipiche della serie).
Guest star d’eccezione di questo Mind’s Eye (Gli occhi della mente) è Lili Taylor, volto noto per aver lavorato con, tra gli altri, Robert Altman e Cameron Crowe. L’idea principale della storia è intrigante: una ragazza cieca riesce a vedere attraverso gli occhi di un’ altra persona con la quale ha una connessione speciale (che non rivelerò se non in chiusura del post, ma che è ben congeniata e comprensibile almeno da metà episodio). Solo che sia la ragazza che quest’altra persona hanno una fedina penale non proprio immacolata, quindi ci sono degli omicidi di mezzo! Ed ecco quindi i nostri Mulder e Scully, col primo che come al solito capisce come stanno le cose sin da subito e la seconda a cui invece costa un po’ di tempo ammettere che la spiegazione apparentemente assurda avanzata dal collega sia quella più vicina alla realtà.
C’è pure il classico detective (Blu Mankuma) che ha fretta di chiudere il caso e quando riesce a mettere le mani su un colpevole non vuole più perdere tempo con le strampalate teorie di Mulder. Insomma, Mind’s Eye è l’ennesimo ottimo esempio di quello a cui The X-Files ci ha abituato in queste prime cinque stagioni, e il fatto che funzioni ancora significa che la serie sa il fatto suo.
Altro fattore di interesse è che il personaggio cieco non sia creato ad arte per impietosire lo spettatore, anzi, è una ragazza forte e che va contro i due protagonisti della serie senza pensarci due volte. Sul finale, però, mi sono chiesto: ma non è stata invocata la legittima difesa? Certo, lei aggredisce il detective e per questo c’è sicuramente una pena da scontare, ma uccide un assassino che aveva tutta l’intenzione di farla fuori!
Ma è chiaro come la sentenza eccessiva serva allo sceneggiatore Tim Minear a condannare il personaggio della Taylor a rivivere quello che già ha vissuto suo malgrado attraverso gli occhi del padre: lei ha già visto gli orrori di una prigione per anni e anni, e adesso, ironia della sorte, le tocca viverli di nuovo per aver provato ad evitarla a tutti i costi (non facendo catturare il padre, Richard Fitzpatrick, e poi uccidendolo). La Taylor quindi porta sullo schermo un personaggio drammatico, senza possibilità di salvezza, chiusa com’è in un circolo senza uscita (un po’ come il Clyde Bruckman di Previsioni).
Insomma, bella l’idea, bello il tono, ottima la realizzazione, l’unica cosa che mi ha convinto meno è come fossero legati eventi, personaggi e luoghi, con collegamenti tra i vari fatti e un montaggio che a volte ho trovato un po’ sbrigativi, ma è il risultato di dover raccontare una storia anche abbastanza complessa in soli cinquanta minuti. Ciao!
Episodio successivo: Cavie
Episodio precedente: Angeli caduti
Questa stagione ha dovuto per forza di cose essere un po’ più breve delle altre, essendo necessario da un certo punto in poi iniziare a concentrarsi maggiormente sul film in arrivo e, di conseguenza, è comprensibile il riscontro di alcune “frettolosità” in storie comunque ottime (e con guest stars di alto livello) come appunto questa “Mind’s Eye” 😉
"Mi piace"Piace a 2 people
Si! L’impressione in ogni caso è che stessero sempre facendo le cose di corsa, e potessero pianificare poco o nulla, coi tempi televisivi del tempo.
"Mi piace""Mi piace"
Sei diventato il mio riferimento ufficiale alla voce X come X-files!
"Mi piace"Piace a 1 persona
Mi sento onorato! Poi penso di essere tra i pochissimi a parlare della serie nel 2023 ormai… X–D
"Mi piace"Piace a 1 persona
Credo proprio che tu abbia ragione, ed è importante: ai tempi non c’erano la condivisione e gli interscambi che ci sono oggi.
"Mi piace"Piace a 1 persona
È buffo leggere di The X-Files perché negli Stati Uniti c’era una comunità attiva che interagiva addirittura con gli autori in Internet in fasce. Naturalmente in Italia siamo arrivati molto dopo!
"Mi piace"Piace a 1 persona
Vero, a quei tempi era ancora tutto shiftato, non c’erano hashtag, trend, social, nulla del genere.
"Mi piace"Piace a 1 persona
Eh sì, era un Internet molto diverso e c’era un modo di vivere i prodotti TV e cinematografici molto diverso…
"Mi piace"Piace a 1 persona