
The Pine Bluff Variant (in italiano: Il contagio) dimostra la versatilità di The X-Files che al termine della quinta stagione poteva permettersi un omaggio a John le Carré e al suo The Spy Who Came in from the Cold (La spia che venne dal freddo, romanzo del 1963) senza che la cosa sembrasse fuori luogo. Come?
Dopo il suo discorso antigovernativo al principio di La paziente X, Mulder viene reclutato da Jacob Haley (Daniel von Bargen), capo di un gruppo di terroristi il cui scopo è far cadere il governo statunitense per prendere il potere. Comincia così una pericolosissima missione sotto copertura che porta Mulder a partecipare ad una pericolosa rapina in banca e ad una resa dei conti tra Haley e August Bremer (Michael MacRae), altro uomo potente dell’organizzazione chiamata The New Spartans.
Oltre a Le Carré, è facile notare ulteriori omaggi a grandi film come Heat (Heat – La sfida, 1995) e Point Break (Point Break – Punto di rottura, 1991) nella scena della rapina, e pure North By Northwest (Intrigo internazionale, 1959) col nome Kaplan usato da Mulder per registrarsi in incognito in un motel. Bowman alla regia si è davvero sbizzarrito! Addirittura ovvio il rimando a Die Hard With a Vengeance (Die Hard – Duri a morire, 1995), sempre a tema terrorismo, seconda volta in cui appare il franchise con Bruce Willis dopo l’episodio Messaggi occulti.
Impressionante come in poco più di 40 minuti The Pine Bluff Variant riesca a sviluppare una storia intricata e ad introdurre molti personaggi con ruoli significativi, come i vari terroristi e il procuratore Leamus (Sam Anderson) – e qui c’è anche una parte più grande del solito per il sempre ottimo Mitch Pileggi nei panni di Skinner.
E ancora più impressionante come il tema dell’episodio ben si sposi con quello della serie tutta. Ecco infatti il governo che tanto per cambiare gioca con le vite dei suoi ignari cittadini, e che sviluppa in segreto armi terribili. In quegli anni si fece un gran parlare di quelle di Saddam Hussein, e gli Stati Uniti furono teatro di svariati atti di terrorismo sia internazionale (il primo attentato al World Trade Center del 1994) che domestico di estrema destra (Oklahoma City, 1995, e le bombe di Atlanta nel 1996). Sono questi gli elementi che John Shiban utilizza con maestria nella sua sceneggiatura.
Rimane avvolta nel mistero la figura di Bremer, terrorista che non esita ad uccidere vari cittadini innocenti in un cinema (in un episodio che antocipò di qualche anno l’attacco ceceno al Teatro Dubrovka del 2002), ma che si intuisce essere al soldo del governo statunitense nel finale. Governo che è anche responsabile della creazione del tremendo virus usato dai terroristi! E meno male è uno streptococco, fosse stato un coronavirus di questo episodio avrebbero parlato tutti da marzo 2020 in avanti… Ciao!
Episodio successivo: Angeli caduti
Episodio precedente: Follia a due
Un episodio davvero ottimo, compresi rimandi e citazioni a partire dallo stesso titolo, che fa riferimento al pericoloso “Pine Bluff Arsenal”, arsenale militare di armi chimiche situato nella contea di Jefferson, in Arkansas. La cospirazione con cui Mulder ha a che fare è totalmente terrestre, perlomeno in questo caso, ma non certo meno pericolosa (anzi), dove si dimostra come il governo riesca comunque a giocare sporco sulla pelle dei cittadini anche senza costante bisogno di supporto alieno…
"Mi piace"Piace a 1 persona
Il governo in The X-Files è sempre il nemico vero, mi dà l’impressione, o almeno alcune sezioni deviate del governo. Ricorda l’Italia degli anni di piombo… :–/
"Mi piace""Mi piace"