
Look Who’s Talking Too (Senti chi parla 2 per l’Italia, perdendo l’intraducibile pun tra Two, Due, e Too, Anche) continua la storia di Mollie e James narrata nel film del 1989 di cui ho scritto qui. Questo seguito uscì sull’onda del successo del primo film già nel 1990, con cast largamente riconfermato, e sempre con Amy Heckerling alla regia che qui si fece aiutare da Neal Israel alla sceneggiatura. Apparentemente la Heckerling si è praticamente dissociata dal film, sostenendo di essere stata obbligata a farlo per ragioni legali, visto che secondo lei le cose da dire erano finite col primo film. Ed in effetti la qualità, già non eccelsa, qui si abbassa nettamente…
Credo che la sceneggiatura sia la prima responsabile del fallimento di questa commedia che praticamente non ha niente da dire, non ha nessuna direzione chiara, e riempie a fatica i suoi 80 minuti scarsi di durata. E non si può dire che non sia stata coinvolta gente di un certo livello, visto che sono presenti pure Gilbert Gottfried e Mel Brooks (a dar voce ad una tazza del cesso), oltre ai vari John Travolta, Kirstie Alley, Bruce Willis, e altri del cast del primo film.
La storia è sconclusionata, e sembra un insieme di fili narrativi che hanno poco a che vedere l’uno con l’altro. Mikey (Bruce Willis) deve lasciare il pannolino, arriva la sorellina Julie (Roseann Barr) e nascono le prime inevitabili gelosie, James (John Travolta) trova un lavoro come pilota d’aereo, lui e Mollie (Kirstie Alley) hanno una crisi, il folle fratello di lei, Stuart (Elias Koteas) si installa in casa loro e comincia una relazione con Rona (Twink Caplan), l’amica di Mollie… fino ad un finale stupidissimo che serve solo per far tornare insieme i due protagonisti, come non potrebbe essere altrimenti.
Poi, se l’espediente della voce dei pensieri del bimbo aveva stancato già nel primo film, immaginatevi al secondo, e con due bimbi invece di uno! La cosa peggiore di tutte, però, è che Mikey ha l’età per parlare, e di fatto si nota il ragazzino parlare più di una volta. Ma invece di sentire le sue parole, ci sorbiamo Bruce Willis che parla come se stesse leggendo la lista della spesa dicendo cose per lo più poco interessanti.
E pensare che nel 1993 uscì anche un terzo film, stavolta con cani parlanti (o pensanti, per meglio dire)! Però non mi avranno, mi rifiuto di guardarlo. Se il primo film può avere un senso, la cosa finisce lì, e dai seguiti mi sembra che sia meglio restare alla larga.
E se non vi fossero bastati i momenti omofobi e sessisti del primo film, ce ne sono molti altri nel sequel, incluso uno in cui Mollie viene bullizzata a lavoro semplicemente perché incinta, cose che temo succedano anche oggigiorno, ma che spero siano considerate meno accettabili che nel 1990.
Se non si fosse ancora capito, sconsiglio vivamente di recuperare questa commedia in cui forse si sorride un paio di volte in tutto, una vedendo John Travolta che pilota il suo stesso aereo perché il suo personaggio comincia a lavorare come pilota. Ciao!
Link esterni:
- Trailer del film su Youtube
- La pagina del film su Internet Movie DataBase
E tu hai sentito Bruce Willis per tutto il tempo, pensa a chi, come me, si è visto la versione italiana con Paolo Villaggio che doppia il bambino. Ti dico di più, nel terzo film il cane è doppiato da Renato Pozzetto: insopportabile! Ti dò ragione su tutto senza discutere, anche se sono film che ho visto milioni di volte da bambina e ci sarò sempre affezionata, però a rivederli oggi è innegabile che siano strapieni di difetti. La capa dai bollenti spiriti di John Travolta è un’esagerazione ingiustificabile. Sarei comunque curiosa di vederli tutti una volta in lingua originale.
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Ahahahahah! Pozzetto me l’ero perso! X–D
Il terzo lo evito, questa trilogia non fa per me. In lingua originale comunque sta roba secondo me funziona anche meno che in italiano, Villaggio almeno dava un tocco umoristico alla voce del bimbo, Willis… no! :–D
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E poi va detto che in questo sequel pure il doppiaggio fa fatica a salvare il salvabile (tenendo ben presente, tra l’altro, che qui c’è molto meno da salvare rispetto a un capostipite già di suo non rappresentativo di chissà quale comicità)…
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Se già il primo film era stiracchiato, il secondo è proprio il vuoto!
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Ma sei stato cattivissimo! 😈😂
Io adoro tutta la trilogia fin da bambino ma mai vista in originale. Però sarebbe da provare solo per ascoltare Willis che pare legga la spesa 😅
Il secondo però è quello che ho rivisto di meno. Concordo sulla tua impressione dell’assurdità di un bambino che ha l’età per parlare ma viene doppiato da un adulto, lo pensavo da bambino e ho continuato a pensarlo da grande.
Il terzo è quello che ho visto più volte ma solo per la mia manina di riguardare quanti più film natalizi possibili nel periodo da fine novembre a Natale.
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Non sono io cattivissimo, è il film che è pessimo! :–P
Ma la nostalgia è canaglia, se sono film con cui sei cresciuto è normale che ti piacciano molto. Io ho visto tante volte il primo, che è sicuramente superiore a questo, e comunque non mi ha fatto impazzire quando l’ho rivisto recentemente… :–)
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ahahah ti ringrazio dell’avvertimento ma purtroppo ho già visto tutti e tre i film all’epoca della loro uscita italiana: non ricordo particolare fastidio, ma certo era roba da vedere e dimenticare in un attimo.
Girando per riviste mi è capitato altre volte di sentire registi lamentarsi dello stesso problema, cioè di un film che si sono ritrovati “costretti” a girare, il che è una reazione strana: quando firmi un contratto per (che so) tre film con una casa non è detto che potrai scegliere tu i tre film da girare, figuriamoci poi se hai legato il tuo nome a un successo, la casa vorrà assolutamente replicarlo con la stessa firma. Forse molti registi pensano di essere Spielberg e di comandarsela, ma temo non vada proprio così 😛
Di sicuro anche Travolta non sarà stato contentissimo di ritrovarsi per altre due volte a ripetere lo stesso ruolo, parecchio appannato, ma se sei legato per contratto è inutile che ti lamenti.
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Hai ragione, mica tutti i registi riescono a farsi dare progetti in cui credono, specialmente se agli esordi o comunque se non sono grandi nomi. Volendo essere cattivi, è la differenza tra gli shooter e i registi bravi (e quelli col potere perché incassano tanto coi loro film, che non necessariamente sono registi bravi).
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nella versione italiana la Mazzamauro è una spanna sopra a Villaggio; il terzo non è un capolavoro ma è meglio di tanti film natalizi
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L’asticella dei film natalizi non è tanto alta, con le dovute eccezioni (Gremlins, Die Hard…)! X–D
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