The Cult: un post musicale

In generale tendo ad ascoltare poca musica degli anni Ottanta, visto che praticamente finisco quasi sempre per ascoltare roba fatta negli anni Sessanta o nei primi anni Novanta. Qualche anno fa però mi sono innamorato di un gruppo inglese formatosi nel 1983, The Cult, e i cui album migliori (secondo il mio modestissimo parere) sono i tre usciti tra il 1985 e il 1989: Love (1985), Electric (1987, prodotto da Rick Rubin) e Sonic Temple (1989, che invece fu la loro prima collaborazione con Bob Rock). 

Chi sono i Cult? I due membri fondatori attualmente nella formazione sono il carismatico cantante Ian Astbury e il chitarrista Billy Duffy, col primo che nella sua lunga carriera è stato pure in una cover band di lusso dei The Doors insieme a Ray Manzarek e Robbie Krieger (si chiamavano i Riders on the Storm Oliver Stone gli offrì il ruolo di Morrison per il suo film The Doors, 1991, ma Astbury rifiutò perché non apprezzò come la sceneggiatura trattava il cantante). Lo stile di musica della band è un rock (o hard rock, come preferite) con venature post punk e gotiche, per quanto possano essere informative etichette come queste.

Per quanto mi riguarda, adoro sia la voce di Astbury che il lavoro di chitarra di Duffy, oltre al fatto che non riesco a non tenere il tempo quando ascolto una qualunque delle loro canzoni. Li trovo ritmatissimi, con delle melodie che mi si stampano in testa senza alcuna fatica ma che allo stesso tempo non mi vengono a noia facilmente, e con dei testi ben scritti e che si capiscono pure bene ascoltando le canzoni perché Astbury, oltre a cantare benissimo, ha anche una pronuncia chiara e facile da capire.

Quali sono le loro canzoni più famose? Senza ombra di dubbio la più conosciuta è She Sells Sanctuary, e secondo me anche se pensate di non conoscerla, l’avete già sentita e vi è rimasta in testa, almeno inconsciamente. Anche Rain è molto famosa (entrambe vengono da Love, e la seconda sta nella colonna sonora di Demoni 2 di Lamberto Bava, 1986) così come Love Removal Machine (da Electric) o Fire Woman (da Sonic Temple).

Anche se tutto a posteriori sembra molto semplice e lineare (si forma una band, ha successo, fa dischi, va in tour), la storia dei The Cult è decisamente travagliata, con cambi di formazione quasi continui, litigi, processi e denunce… Non voglio dire che tutto questo impedisca il processo creativo, anzi forse è vero il contrario, ma trovo incredibile che il gruppo abbia avuto la costanza qualitativa che ha avuto visto tutto ciò che gli è successo.

Oggi Astbury e Duffy sono dei simpatici sessantenni che si divertono a fare nuovi album e a suonare in locali medio piccoli, e sono stato felicissimo di vederli dal vivo a Dublino il 15 giugno 2011. Mi godetti il concerto in primissima fila, appoggiato al palco, direttamente di fronte al cantante, e conservo tuttora i plettri di bassista (Chris Wyse) e chitarrista ritmico (Mike Dimkich).

Ho trovato la scaletta che fecero il giorno prima nel solito posto e non ricordando per filo e per segno cosa suonarono, la prendo per buona (anche se naturalmente c’erano variazioni tra data e data all’interno del tour). Non dovrebbe sorprendere la chiusura del concerto con Break on Through dei The Doors, e nemmeno la presenza di praticamente tutti i grandi successi della band come le già citate Rain e She Sells Sanctuary, o Nirvana, Lil’ Devil e Fire Woman. Nel video di Phoenix di quella serata girato da qualcuno alla destra del palco mi si vede pure fare headbanging di fronte a Ian Astbury

E poi l’utente Freecheeseforthepoor, che a occhio si trovava alla mia destra, ha pubblicato i video di Love Removal Machine, Wild Flower, Horse Nation, She Sells Sanctuary, Rise, Electric Ocean, Rain, Spiritwalker e Lil’ Devil (e Phoenix pure lui). Insomma, nonostante Astbury ad un certo punto abbia inveito contro quelli che facevano video esortandoli a vivere il presente, si trovano varie testimonianze di quello splendido concerto macchiato solo da degli inspiegabili problemi tecnici per Billy Duffy la cui chitarra a volte non emetteva alcun suono (si arrabbiò non poco).

Concludo dicendo semplicemente che probabilmente mi piacciono i The Cult perché fanno un rock che percepisco come vero, non costruito secondo le mode del momento, con le influenze hard rock giuste (i già citati The Doors, ma anche i miei amati Led Zeppelin), e hanno scritto ed interpretato un sacco di canzoni che adoro e che posso ascoltare a ripetizione senza stancarmi. Ciao! 

PS: ecco il biglietto di quella serata a Dublino e i plettri che mi sono portato a casa.

Biglietto per il concerto dei The Cult all’Academy di Dublino, 15 giugno 2011, e plettri di bassista e chitarrista ritmico

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