
Batman: Dark Victory, pubblicato tra il 1999 e il 2000, scritto da Jeph Loeb ed illustrato da Tim Sale, continua la storia di The Long Halloween e lo fa riutilizzandone molti elementi in maniera splendida, e riuscendo anche ad aggiungere personaggi nuovi quasi senza sforzo: dopo che in The Long Halloween avevamo assistito alla nascita di Two Face, qui ecco l’origine del Robin di Dick Grayson!
A cosa mi riferisco quando scrivo di elementi che ritornano? Ritroviamo qui le famiglie mafiose che si dividono Gotham City (e la vicina Boston), c’è un misterioso serial killer, the Hangman, che prende di mira poliziotti ed ex-poliziotti, e naturalmente la rogue gallery è più nutrita che mai, complice una maxi-evasione dall’Arkham Asylum.
Ma da dove comincia la storia? A sostituire Harvey Dent troviamo la bionda Janice Porter, che convince un giudice a riaprire il caso di Alberto Falcone, rinchiuso ad Arkham dopo essere stato pestato a sangue da Batman. La perdita di Dent pesa sulla sua amicizia con Gordon, e Batman si sente più solo che mai. E continua a sorvegliare Catwoman, che non smette di intervenire negli affari della famiglia Falcone, di cui rimangono in libertà Sofia Falcone Gigante, che si prende cura degli affari, e Mario Falcone, che vorrebbe ripulire il nome agendo nella legalità (gli echi di The Godfather, Il padrino, 1972, risuonano molto forti qui). Bruce Wayne, da parte sua, ha una specie di relazione con Selina Kyle…
Dark Victory riesce secondo me nel difficile compito di rispettare la storia da cui nasce, e addirittura di migliorarla. Prima di tutto non mette in dubbio la versione ufficiale su chi sia Holiday, ovvero Alberto Falcone, nonostante ci fossero non poche incongruenze al proposito in The Long Halloween. E stavolta la trama è molto più solida, con la sua contrapposizione tra i criminali tradizionali, cioè i freak con cui Batman normalmente riempie le celle dell’Arkham Asylum.
Ma soprattutto è la figura di Batman ad essere sviluppata benissimo, piegato dal senso di colpa per quanto accaduto a Harvey Dent, ed intrappolato nella sua paura di essere nel torto senza che nessuno possa aiutarlo, perché incapace di aprirsi agli altri, nemmeno al sempre fido Gordon o ad una Catwoman che qui sembra dalla sua parte più che mai.
In questo gioca un ruolo fondamentale Robin, che arriva a cambiare il mondo del solitario Batman, e che con la sua giovinezza ed intelligenza apporta tantissimo alle operazioni del nostro supereroe preferito. Nella versione di Loeb e Sale, Robin è poco più che un ragazzino, e ancora non è pronto all’azione, anche se quando è costretto a prenderne parte fa un figurone.
Se non fosse chiaro da quanto scritto fino ad ora, Dark Victory ha fornito non poco materiale a Christopher Nolan e David S. Goyer per la loro trilogia di Batman (Batman Begins, 2005; The Dark Knight, Il cavaliere oscuro, 2008; e The Dark Knight Rises, Il cavaliere oscuro – Il ritorno, 2012), tanto che nell’edizione Deluxe in mio possesso c’è una postfazione dello stesso Goyer datata 27 dicembre 2011. Goyer apprezza molto del lavoro di Loeb e Sale, in particolare pr la complessa relazione tra Batman e Catwoman, per il fatto che si veda il lavoro investigativo di Batman (è lui, dopotutto, the world’s greatest detective), e per la costruzione della storia come un dramma criminale, in cui però si muovono i personaggi dell’universo DC di Batman. La stessa cosa hanno fatto Nolan e Goyer col secondo loro film che praticamente si basa su Heat (Heat – La sfida, 1995) di Michael Mann!
Concludo sottolineando come i disegni di Tim Sale siano a dir poco spettacolari, grazie anche a dei colori di Gregory Wright che danno sempre il giusto mood ad ogni scena. E poi vale la pena leggere Dark Victory sia per chiudere davvero la storia di The Long Halloween, che per farsi sorprendere dai numerosi colpi di scena finali che, secondo me, funzionano anche meglio di quelli della prima fatica della coppia Loeb – Sale. Ciao!
PS: qualche immagine per invogliarvi alla lettura:



Segnato, era da un po’ che volevo leggerlo, anche se già sento la mancanza di Tim Sale. Cheers!
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Povero Tim, se ne è andato troppo presto, come tutti quelli della sua caratura. Dark Victory è meglio di The Long Halloween! Ecco, l’ho detto… recuperalo! :–)
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Fomentato dalle recensioni di Cassidy, tempo fa ho provato a leggere “Long Halloween” fermandomi a pagina 2, che già mi ero perso e non capivo che diamine stesse succedendo. Confermato ciò che già si sapeva, che cioè sono allergico a DC e Marvel, non mi azzarderò a leggere il seguito, limitandomi a leggere te ^_^
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Ma… Ma… Ci sono i mafiosi! Sono cattivi! E Batman è buono! E Catwoman non si sa! Ecco fatto, spiegato tutto, ora puoi leggere The Long Halloween e il suo seguito e capirci tutto. :–D
Scherzi a parte, The Long Halloween è scritto apposta per confondere le idee, Dark Victory è molto più solido.
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Ricordo solo che in quelle due pagine c’era la stessa quantità di testo che nell'”Ulisse” di Joyce, con cose che A) non capivo e B) non mi interessavano, quindi è stata l’ennesima conferma che proprio non sono tagliato per l’uomo pipistrello in particolare e tutte le tutine in generale 😛
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Capisco bene, anche se Batman rimane il mio punto debole da sempre… :–)
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interessante
se lo becco lo compro; nel frattempo io invece ho letto i primi tre volumi del manga pokemon, forse prima o poi ne parlo sul blog (se non mi dimentico tutto prima xD)
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Io non sapevo nemmeno esistesse un manga di pokemon… X–D
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è famosissimo 😱
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Sapevo dell’esistenza dell’anime e dei vari giochi dei Pokemon, su tutte le carte, dovevo immaginare ci fosse un manga sotto, effettivamente… :–)
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