Plenilunio: recensione del film

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Plenilunio è un film del 1999 diretto da Imanol Uribe con protagonisti Miguel Ángel Solá, Adriana Ozores e Juan Diego Botto. È basato sul romanzo omonimo scritto da Antonio Muñoz Molina, che ha un cameo nel film, e la cui moglie, Elvira Lindo, ha scritto la sceneggiatura del film stesso. E di cosa si tratta?

Nella città di Palencia viene scoperto il corpo di una ragazza brutalmente assassinata. Spetta all’ispettore interpretato da Miguel Ángel Solá, appena arrivato in città, indagare sul caso e assicurarsi che l’assassino non uccida nessun altro. Sebbene la trama sia una classica trama da thriller, il film non si concentra particolarmente sul suo lato thriller, essendo più un film drammatico che un’altra cosa. E perché lo dico? Perché dell’indagine dell’ispettore non si vede molto, anzi non si vede proprio niente.

Seguiamo l’ispettore mentre parla con il vecchio prete (un sempre meraviglioso Fernando Fernán Gómez) e sviluppa una relazione con l’insegnante della ragazza assassinata (Adriana Ozores), lo vediamo visitare sua moglie in un ospedale psichiatrico, e scopriamo il suo passato nei Paesi Baschi alle prese con l’ETA e con dei seri problemi di alcolismo. Inoltre per noi spettatori il mistero dell’assassinio si conclude molto velocemente, con il regista che ci mostra quasi subito l’autore dell’omicidio.

Come film drammatico penso che sia un buon film semplicemente perché è basato su un grande libro. Diciamo che lo vedo come un onesto tentativo di portare il romanzo sul grande schermo, ma che avrebbe potuto essere migliore se il regista avesse osato di più. Ad esempio, la voce narrante che spiega cosa stanno pensando i personaggi funziona perfettamente in un libro, ma è molto pesante in un film, soprattutto se le parole sono spesso superflue perché le immagini dicono già tutto (come accade in molte scene con il bravo Juan Diego Botto, per esempio).

E quando finalmente l’ispettore tenta di arrestare il criminale, non c’è molta tensione, non ci sono sorprese e le cose sono abbastanza lineari. Peccato, perché penso che con un po’ più di mistero, e con un po’ più di interazione tra il criminale e l’ispettore, sarebbe potuta andare molto meglio!

In ogni caso, io consiglio di vedere Plenilunio, e consiglio ancora di più di leggere il libro da cui è tratto. Ciao!


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12 risposte a "Plenilunio: recensione del film"

  1. Sicuramente è molto particolare parlare di un caso di omicidio senza mai mostrare le indagini. Apprezzo le storie che parlano tanto dei personaggi, ma mi dispiace che il caso passi così tanto in secondo piano. Forse dovrei vederlo per avere una visione più precisa. Ottima recensione.

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      1. Credo si riferisca a “La isla minima”.

        Non so perché la foto mi ha fatto pensare a Scamarcio……film dal titolo per me sconosciuto, ma qualcosa non mi ha convinto, che tu sia convinto….ahahaha 😂

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  2. Sbaglio stai criticando il film??? 😀 Sei tornato brontolone? Scherzo ^_^
    L’espediente della voce fuori campo è molto delicato, va usato con parsimonia e solo quando è strettamente necessario, se no appunto si creano queste situazioni spiacevoli, dove sembra che il film si limiti a “leggere” il romanzo allo spettatore.

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