
It wasn’t a large village, and wouldn’t have shown up on a map of the mountains. It barely showed up on a map of the village. (Non era un villaggio grande e non sarebbe apparso su una mappa delle montagne. Si vedeva a malapena su una mappa del villaggio.)
Equal Rites in italiano si intitola L’arte della magia, perdendo così il geniale gioco di parole del titolo che si pronuncia esattamente uguale a Equal Rights, Pari diritti, ma significa Pari riti, nel senso di riti magici. Il libro, pubblicato per la prima volta nel 1987, tratta infatti di pari diritti tra uomini e donne, un tema ora molto di moda e a cui, come in tante altre occasioni, Pratchett era arrivato in largo anticipo.
Equal Rites è ufficialmente considerato il primo libro del ciclo delle streghe in quanto vi appare Granny Weatherwax1, ma è in realtà una versione del personaggio abbastanza diversa dalla protagonista dei vari Wyrd Sisters, Witches Abroad, e del resto dei libri delle streghe pubblicati successivamente (lo si nota soprattutto in un duello magico a cui prende parte e in cui fa mostra di poteri che non userà mai più nel resto della saga). La headology c’è già, però2!
Che succede in Equal Rites? Succede che il vecchio mago Drum Billet, poco prima di morire3, invece di lasciare il suo bastone magico all’ottavo figlio di un ottavo figlio, lo lascia nelle mani dell’ottava figlia. Nel Discworld, infatti, i maghi sono tutti ottavi figli di ottavi figli, riprendendo il concetto folkloristico dei grandi poteri che avrebbe un settimo figlio di un settimo figlio (nel mondo di Pratchett, però, è il numero otto ad essere speciale). Chiedere agli Iron Maiden per ulteriori dettagli sulla cosa.
La figlia in questione si chiama Eskarina, ma tutti la chiamano Esk (Pratchett la modellò sulla propria figlia Rhianna). Nonostante il padre, un fabbro, non incoraggi affatto il suo destino magico, il bastone di Drum Billet e la magia non possono stare lontani da Esk, e Granny deve fare qualcosa. E l’unica cosa da fare è provare ad iscrivere la ragazzina all’Unseen University. Il problema è che non si è mai visto un mago femmina, e il solo pensiero fa ridere l’intera facoltà, a partire dall’Archancellor Cutangle (e fa imbestialire Esk!).
Granny fa così entrare Esk nella University come inserviente, esponendola alle attività dei maghi e dove è la magia del suo bastone a fare tutto il lavoro per lei. A destare la sua curiosità è il giovane Simon, con cui ha viaggiato dalla valle di Bad Ass (altro gioco di parole intraducibile tra asino cattivo e gran figo) fino ad Ankh-Morpork, e che ha il talento fuori dal comune di riuscire a capire la realtà e tutti i suoi più minuscoli componenti (praticamente, vede il mondo come un insieme di numeri!). Purtroppo questo suo potere desta anche la curiosità delle creature delle Dungeon Dimensions, che rischiano così di invadere il Discworld…
Equal Rites è un libro che ho adorato alla prima lettura, e che alla seconda ho continuato ad adorare, pur notandone di più la struttura un po’ semplice tipica dei primi libri della serie. La prima parte è molto solida, con Granny che prova a limitare la magia inevitabilmente maneggiata da Esk, e ci sono tantissimi passaggi strepitosi. L’ultimo terzo di libro, quello all’Unseen University con i suoi buffi maghi4, sembra non avere una direzione chiara, e si perde con Esk e Simon intrappolati nelle Dungeon Dimensions5 da una parte, e Granny e Cutangle che prima combattono e poi si alleano per trovare una soluzione al problema (soluzione che troverà Esk da sola).
Intendiamoci: la mia critica va letta nel senso che con un’idea così, un Pratchett meno acerbo ci avrebbe ricamato su chissà quale storia epica a livello dei suoi migliori libri. Qui, invece, ne esce un’avventura divertente ma che forse non sfrutta a pieno il suo potenziale.
Certo, il libro di un Pratchett acerbo, come l’ho definito (e me ne scuso!), è comunque un signor libro! Per esempio, è già chiarissima l’idea della magia che tanto deve alla saga di Earthsea di Ursula K. Le Guin: The reading business seemed to be the key to wizard magic, which was all about words. Wizards seemed to think that names were the same as things, and that if you changed the name, you changed the thing. (Questa cosa della lettura sembrava essere la chiave per la magia dei maghi, che ruotava tutta intorno alle parole. I maghi sembravano pensare che i nomi e le cose fossero lo stesso, e che cambiando il nome, si cambia anche la cosa.)
Ed è impossibile non notare il primo riferimento ad una battuta che diventerà parte cruciale della trama di Guards! Guards!: ‘Million-to-one chances,’ she said, ‘crop up nine times out of ten.’ (Una chance su un milione funziona nove volte su dieci).
Per concludere, Equal Rites è un libro che si legge velocemente, fa ridere tantissimo, sviluppa un tema più che meritevole sia con la contrapposizione della magia delle streghe e quella dei maghi, sia con l’intelligenza e il talento di Esk comparato al comportamento di Simon e degli altri maghi, e che apre la porta al ciclo delle streghe del Discworld introducendo niente meno che Granny Weatherwax, pur se in una sua versione primordiale, diciamo così. Consigliatissimo! Ciao!
1. The midwife’s name was Granny Weatherwax. She was a witch. That was quite acceptable in the Ramtops, and no one had a bad word to say about witches. At least, not if he wanted to wake up in the same morning the same shape as he went to bed. (Il nome dell’ostetrica era Granny Weatherwax. Era una strega. Questo era decisamente accettabile nelle Ramtops, e nessuno aveva una brutta parola da dire sulle streghe. Almeno se voleva svegliarsi al mattina della stessa forma con cui era andato a letto.)
2. ‘So people see you coming in the hat and the cloak and they know you’re a witch ad that’s why your magic works?’ said Esk.
‘That’s right,’ said Granny. ‘It’s called headology.’ (‘Quindi la gente ti vede arrivare col cappello e il mantello e sa che sei una strega e questo fa funzionare la tua magia?’ Chiese Esk. ‘Esattamente’ disse Granny. ‘Questo si chiama headology.’)
3. ‘Do you know how wizards like to be buried?’
‘Yes!’
‘Well, how?’
Granny Weatherwax paused at the bottom of the stairs.
‘Reluctantly.’
(‘Sai come piace essere sepolti ai maghi?’
‘Si!’
‘Beh, come?’
Granny Weatherwax si fermò in fondo alle scale.
‘A malincuore.’)
4. Wizards parted with money slightly less really than tigers posted with their teeth. (I maghi rinunciano al denaro un po’ meno prontamente di quanto le tigri rinuncino ai loro denti.)
5. Bel-Shamharoth, C’hulagen, the Insider – the hideous old dark gods of the Necroteliconnicon, the book known to certain mad adepts by its true name of Liber Paginarum Fulvarum, are always ready to steal into a slumbering mind. The nightmares are often colourful and always unpleasant. (Bel-Shamharoth, C’hulagen, l’Insider – gli orribili dèi oscuri del Necroteliconnicon, il libro conosciuto a certi folli adepti col suo vero nome di Liber Paginarum Fulvarum, sono sempre pronti a prendere possesso di una mente sonnolenta. Gli incubi sono spesso pieni di colori e sempre poco piacevoli.) E così si capisce la dedica iniziale: Thanks to Neil Gaiman, who loaned us the last surviving copy of the Liber Paginarum Fulvarum, and a big hallo to all the kids at the H.P. Lovecraft Holiday Fun Club. (Grazie a Neil Gaiman, che ci ha prestato l’ultima copia rimasta del Liber Paginarum Fulvarum, e un grande saluto a tutti i ragazzi del fun club delle vacanze di H.P. Lovecraft.) Il titolo latino si può tradurre come Il libro delle pagine gialle, ed appare anche in Good Omens, scritto a quattro mani da Pratchett e Gaiman, e pure in The Sandman, scritto dal secondo. E Bel-Shamharoth lo avevamo conosciuto in The Colour of Magic.
bella copertina
mi hai fatto pensare a The spook’s apprentice, là è il settimo figlio del settimo figlio a diventare witch hunter 🙂
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È un concetto che viene da leggende antiche che è stato ripreso in parecchi libri! :–)
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