Star Trek: Enterprise – S03E02, L’anomalia

There’s too much at stake to let my morality get in the way (C’è troppo in ballo per farmi scrupoli morali). 

Captain Jonathan Archer

E sentite questa: I’m prepared to do whatever it takes to find your ship (Sono disposto a fare qualunque cosa necessaria per trovare la tua nave). Whatever it takes! Le esatte parole di George W. Bush lanciando la sua guerra al terrorismo, che sappiamo essere andata così bene, con risultati grandiosi dappertutto. 

Archer, in Anomaly (L’anomalia), tortura pure il prigioniero Osaarian (Robert Rusler), nella scena che più di ogni altra ricorda i prigionieri di Guantanamo e le notizie di come venissero trattati tra privazione del sonno e waterboarding, metodi che la CIA aveva da sempre usato nei paesi latinoamericani a guida dittatoriale fascista del dopo seconda guerra mondiale (guida dittatoriale fascista normalmente stabilita proprio grazie al coinvogimento statunitense). 

Ecco, diciamo che questo episodio, più di ogni altro, mi ha scosso abbastanza, trattandosi di Star Trek. Da una parte, Deep Space Nine già ci aveva mostrato la Flotta Stellare attuare in maniera poco consona ai suoi principi fondanti, certo (ma solitamente a causa di una sua sezione segreta/deviata), però sono stato preso particolarmente in contropiede da questa svolta di Enterprise

Diciamo che premesse simili in Star Trek: Voyager (si vedano Il vuoto e Il volo di Leonardo) non avevano reso Janeway una condottiera disposta a calpestare i propri principi pur di ottenere vendetta (e di riottenere le cose che le erano state rubate). 

Ma andiamo con ordine. L’Enterprise NX-01 si imbatte in una serie di anomalie che le fanno perdere la capacità warp e imbattersi in una nave alla deriva piena di cadaveri, la qual cosa ricorda da vicino il terzo episodio della prima stagione Vincere la paura. Poi, quando proprio a causa di queste anomalie, la nave di Archer si trova pure lei alla deriva, viene attaccata da dei pirati spaziali senza scrupoli, degli Osaarian (originari dello Spazio fuori dall’Expanse), che rubano un sacco di roba e uccidono il guardiamarina Fuller (addio, non abbiamo avuto il piacere di conoscerti), la prima vittima registrata a bordo della nave dall’inizio della missione più di due anni fa.

Archer non ci sta. Trova la base dei pirati, una sfera di 19 km di diametro nascosta da un campo di occultamento e che ricorda in piccolo la Dyson Sphere de Il naufrago del tempo (Relics, sesta stagione di Star Trek: The Next Generation), si riprende la refurtiva, e poi attacca la nave Osaarian per ottenere più informazioni possibili sugli Xindi (grazie a delle informazioni ottenute torturando il pirata prigioniero). Nella scena finale, un determinato Archer comincia a studiarle…

Parliamone. Ne Il peso del comando (Chain of Command, pure quella della sesta stagione di The Next Generation) si diceva che la tortura era un metodo che non portava a niente, e si trattava di un episodio che ne condannava l’uso con una forza incredibile. Qui Archer con la tortura ottiene informazioni utili con cui avanzare nella sua missione. Reed prova ad opporsi, certo, ma… rimane il fatto che Archer lo fa. Non mi sento a mio agio con il messaggio che ne scaturisce.

Poi sì, molto belle le battaglie spaziali, le immagini della sfera, il raid dei pirati… E continua la storia di Trip che si dovrebbe far aiutare da T’Pol, e io adoro queste piccole trame orizzontali che danno continuità alla serie. Ma rivedere le mosse degli Stati Uniti post11 settembre non è la ragione per cui guardo Star Trek. Perché è chiaro che l’attacco Xindi sia la metaforona usata per l’11 settembre 2001, e la risposta di Archer sia la guerra a Afghanistan/Iraq. Gli Xindi poi non avrebbero potuto farli più brutti e cattivi di così, sempre riuniti nell’oscurità a tramare della morte dei nostri eroi. 

Vediamo come continuerà questa stagione, ma diciamo che per adesso sono un po’ preoccupato… Ciao! 

PS: Ma poi come c’è riuscito Trip a far rifunzionare il motore warp se doveva riscrivere le leggi della fisica per farlo? 


Episodio precedente: Gli Xindi

Episodio successivo: Estinzione


13 risposte a "Star Trek: Enterprise – S03E02, L’anomalia"

  1. Quei primi anni del Duemila hanno fatto parecchi danni alla narrativa. È il momento in cui trent’anni di disprezzo per i reduci – da Rambo a Nato il Quattro di Luglio – sono stati totalmente dimenticati, e da quel momento i reduci sono santi da venerare. Gli stessi americani che prima sputavano in faccia a chi tornava dalla guerra (storia vera!) ora stringono loro la mano e dicono frasi assurde tipo “grazie per il tuo servizio”. (Ma grazie di cosa non si è capito, visto che vent’anni dopo se ne sono andati senza aver cambiato una virgola di niente, solo con migliaia di morti inutili in più. Però nei film ancora oggi ripetono quella frase..)
    Ecco che quindi persino il capitano dell’Enterprise non può evitare di spiegarci che quando le circostanze lo richiedono i tanto famosi diritti umani di cui tutti parlano… eh be’, giratevi un attimo…
    La Sezione 31 è la famosa scheggia impazzita, è l’eccezione che conferma la regola: le nostre intenzioni sono buone ma ci sarà sempre l’esaltato che fa cose brutte. In questa puntata di ENT invece è addirittura il capitano, cioè chi simboleggia l’autorità massima, a dire “è giusto fare cose cattive”, il che è mille volte peggio.
    Ma in fondo sono giorni in cui Bush è riuscito ad avverare la profezia di George Orwell, visto che in un suo discorso ha detto che… la guerra è pace!

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    1. Veramente tremendo. Se una serie progressista come Star Trek mette certe parole in bocca ad un suo capitano, siamo messi veramente male. Tutto va contestualizzato, e negli Stati Uniti del tempo era difficile che si potesse parlare di pace perché dovevano essere tutti a supporto della guerra, ma vedere Archer fare queste cose fa male al cuore. Spero che la stagione si redima andando avanti!

      Quanti danni ha fatto Bush (tutta la famiglia)!

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  2. Da una parte si potrebbe dire che si tratta di un episodio coraggioso nel mostrare il lato oscuro e brutale dell’esplorazione spaziale pre-Federazione, dall’altra parte il parallelo con i tragici fatti di quegli anni è evidente (con tanto di filosofia “Bushiana” di fondo), e quello che ne esce è effettivamente ambiguo: Jonathan Archer viene fatto agire in quel modo perché il pubblico possa stigmatizzarne il comportamento (mostrandone il lato selvaggio da cui l’umanità deve ancora affrancarsi) o perché possa condividerlo (in casi estremi, i cui confini possono però diventare molto labili, il fine giustifica i mezzi)? Temo che, a riguardo, la mia interpretazione e quella di un telespettatore medio USA non coincidessero allora e continuino a non farlo oggi…
    Riguardo agli Xindi, hanno i loro motivi (o, meglio, sono stati dati loro dei motivi) per fare quello che fanno ma, riguardo al fatto di tramare tutti all’unisono contro i nostri, io darei la cosa un po’ meno per scontata… 😉

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    1. È quello il punto: noi sappiamo che Star Trek è un prodotto statunitense per statunitensi, che poi per pura coincidenza è normalmente fatto così bene che può piacere a tutti noi. Ci dobbiamo sorbire il baseball e altre robe 100% yankee, però lo possiamo amare pur non essendo di quel paese lì.

      Qui il messaggio che arriva allo spettatore made in USA è chiaro: a volte, e cioè quando siamo sotto attacco noi, si giustificano cose che in principio sono sbagliate. E il danno è fatto, direi, perché è il capitano che lo fa, quindi permette a tutti gli altri di compiere le nefandezze più grandi con la coscienza pulita. Che orrore.

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      1. Certo DS9 affrontava queste tematiche con un piglio differente, vedi l’episodio “Inter Arma Enim Silent leges”… Comunque, anche questa serie avrà (fotunatamente) modo di tornare sui propri passi.

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        1. In quello splendido episodio noi ci identificavamo con Bashir, che infatti era contro i metodi non convenzionali usati dalla Federazione. La situazione qui è purtroppo ben diversa, ma attendo i nuovi sviluppi (positivi) che mi anticipi nel tuo commento! :–)

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