Maximum Overdrive: recensione del film

Maximum Overdrive (Brivido, per l’Italia) è un film del 1986 scritto e diretto da Stephen King, che all’epoca era talmente sulla cresta dell’onda da permettersi di cambiare mestiere e pure a convincere produttori importanti a dar vita a saghe horror memorabili (i due seguiti di The Evil Dead non esisterebbero se non fosse per King, apparentemente). Maximum Overdrive è anche famoso per essere considerato un disastro, col suo creatore che ha dichiarato di averlo concepito e realizzato mentre la dipendenza da cocaina gli aveva fatto perdere il contatto con la realtà. E di fatto King non è più tornato dietro la macchina da presa… Come se non bastasse, circolano voci insistenti su come l’amico George A. Romero avesse aiutato King sul set tanto da essere additato da alcuni come il vero regista, pur se occulto, del film, ed in effetti in alcuni momenti sembra di notare il tocco del maestro di New York.

Ma insomma, Maximum Overdrive è davvero questo disastro da cui tutti sono ansiosi di prendere le distanze? Beh… direi di sì, però comunque offre qualche spunto di riflessione interessante tale da giustificare il parlarne un po’, credo.

Partiamo dalla trama. Una scritta introduttiva ci informa che per qualche giorno la Terra si troverà nella scia di una cometa, ed è in concomitanza con questo fenomeno astronomico che gli apparati elettronici del nostro pianeta si trasformano in macchine assassine. Inizialmente tutto sembra diventare pericolosissimo: automobili, asciugacapelli, tagliaerbe, giocattoli radiocomandati, distributori di lattine (uno è protagonista di una delle morti più tragicomiche mai viste in un film)… ma poi per qualche motivo che rimane inspiegato soltanto i camion rimangono a portare avanti questa battaglia contro le forme di vita animali della Terra.

In tutto questo, noi seguiamo un gruppo di persone che si trova in un’area di sosta per camionisti in North Carolina. Ecco quindi il giovane Bill (Emilio Estevez), colto ma che ha avuto guai con la legge in passato, l’avido proprietario Hendershot (Pat Hingle), appassionato di armi, la bella autostoppista Brett (Laura Harrington), gli sposini Curt e Connie (John Short e Yeardley Smith), e molti altri.

Ecco, questa potrebbe anche costituire una premessa intrigante per un film, se solo… la cosa non finisse lì. King, dopo aver introdotto i personaggi e averli messi sotto assedio da un gruppo di camion capitanati da quello famoso con la testa di Green Goblin, non sa più cosa farci e non sviluppa nessuna storia. Per un’ora assistiamo ai nostri che provano a scappare, non ci riescono, fanno esplodere qualche tir a bazookate, parlano del niente… finché non si allontanano e montano su una barca diretta ad un’isola dove le automobili non sono permesse.

In pratica è un film di zombie con camion al posto di non morti, e senza alcun commentario sociale degno di nota. Certo, il viscido venditore di bibbie, Christopher Murney, e Henderton fanno la fine che si meritano, ma come loro muoiono anche altri personaggi del tutto positivi. E sì, mi rendo conto dell’ironia di accostare Maximum Overdrive ad un film di zombie, dato il probabile coinvolgimento di Romero in qualche funzione non ben definita.

Se pensiamo a camion e automobili assassine, forse vengono prima in mente Duel (1971) e Christine (Christine – La macchina infernale, 1983, tratto da un libro di King), però Maximum Overdrive è lontano anni luce da quei capolavori firmati, rispettivamente, da Steven Spielberg e John Carpenter.

E mi rendo conto che ci sia un messaggio che più chiaro di così è impossibile sulla paura che la tecnologia prenda il sopravvento, ma se mi permettete, James Cameron lo sviluppa mille volte meglio col suo The Terminator (1984), per nominarne giusto uno.

Il problema più grosso di Maximum Overdrive è quindi di sceneggiatura, che non va da nessuna parte e che offre dialoghi e scene che stanno tra il comico e il drammatico, sfociando quindi nel ridicolo, come quando la cameriera (Ellen McElduff) inveisce contro i camion gridando che li abbiamo costruiti noi. La scritta finale su un fantomatico UFO distrutto dai sovietici non aiuta a dare un senso alla trama: la colpa era della cometa? O degli alieni? E davvero il modo migliore per sterminare gli umani è metterli sotto uno ad uno con dei tir?

Ma credo di aver spiegato i punti deboli del film. Andiamo ai punti forti, o meglio al punto forte: Who Made Who, album del 1986 degli AC/DC, è la colonna sonora del film. Non lo sapevo! E quell’album c’è l’ho pure in CD! Ascoltare i rocker australiani è sicuramente la parte migliore della visione di Maximum Overdrive. Pare che King, grande fan della band, li abbia convinti personalmente a partecipare al progetto, anche se per lo più con pezzi contenuti in album già usciti.

Poi vabbè, stiamo parlando di un film che comincia con la scritta FUCK YOU e un cameo del regista che si fa chiamare asshole da un bancomat, quindi assumo che ci fosse un certo grado di consapevolezza da parte dei creatori del film, ma questo non toglie che il prodotto finale sia comunque mediocre. Gli anni Ottanta hanno prodotto sicuramente di peggio in quanto a fantascienza horror, ma anche molto di meglio. Ciao! 


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18 risposte a "Maximum Overdrive: recensione del film"

  1. Rimane un film del mio cuore, all’epoca ero appena diventato consapevole che esistesse una roba chiamata “cinema horror”, a me totalmente sconosciuto, e vedere in TV ragazzi schiacciati come fossero cartoni animati e varie altre trovate splatter fu un’esplosione per me. La scena iniziale del ponte continuo a considerarla un capolavoro!
    Certo, i vari incidenti sul set e – se non ricordo male – la morte di uno stuntman non hanno fatto bene alla fama del film, ma è anche vero che sin da subito i giornali ci sono andati a nozze: un film del Re dell’Orrore con morti e maledizioni varie, ci sta tutto! Del film in cui Alec Baldwin ha recentemente ucciso per errore un membro della troupe non parla più nessuno dal giorno dopo, quindi diciamo che la fama di film maledetto ha in realtà fatto benissimo a “Brivido”, che gode ancora di ottima salute.
    Ah, e considera che all’epoca non esisteva internet e nessuna rivista o trasmissione italiana prendeva in considerazione l’esistenza di Stephen King: vederlo di persona era un lusso per pochi, quindi trovarlo nei trailer a parlare a noi spettatori presentando il suo film era un valore aggiunto non da poco. Quanti ricordi…

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    1. Sono consapevole di andare a toccare quello che per moltissimi è un cult vero e proprio! Non credo che morì nessuno, ma il direttore della fotografia perse un occhio, che non è il massimo della vita, e denunciò King chiedendo svariati milioni di dollari…

      Avendo a che fare col Re dell’Orrore comunque sto confusionario Maximum Overdrive era il minimo che potesse succedere, e alla fine si lascia guardare volentieri ancora oggi… ho visto molto di peggio!

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      1. E’ un cult per tutti quei motivi solitamente capaci di affossare un film e non di elevarlo a culto, ma che qui, alla fine, riescono a creare un bizzarro mix tale da renderlo una visione comunque divertente… uno Scult, insomma 😉
        “GLI-UMANI-SONO-QUI
        GLI-UMANI-SONO-QUI”
        “Questo è da parte di mio padre, brutto figlio di puttana!” e via così, ad “uccidere” il cartellone pubblicitario diventato senziente :):P

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  2. Grazie mille per aver condiviso il mio articolo. Parlando del film, sì, i problemi più grandi si possono riscontrare a livello di sceneggiatura dove si possono riscontrare elementi tipici di King ma scritti in maniera superficiale. Eppure è un film che, per un motivo o per un altro, riesce a divertire e intrattenere. Certamente è un film con molti problemi, ma ci sono scene che sono fatte molto bene, altre sono involontariamente comiche (la cameriera che urla è così sopra le righe da essere stupenda). In generale è un film che sa intrattenere anche se di tanto in tanto ha qualche momento morto. È un film fallimentare a cui voglio molto bene. Ottima recensione.

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  3. Sono anni che mi dico che devo recuperarlo, dovrò mettermici di buzzo buono perché sono terrorizzata dall’impressione che mi potrebbe fare dopo tutto questo tempo. Lo registrammo da un passaggio in Tv e la videocassetta cedette per usura 😛

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  4. quindi è questo il film che ha creato l’equazione Apprezzamento kinghiano = Flop xD

    mi ricordo invece sul Topolino una storia delle automobili che prendevano vita grazie tipo a una luce verde
    molto particolare come storia

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