Space: 1999 – S01E01: Separazione

Breakaway (Separazione), primo episodio della prima stagione, e si parte senza perdere tempo in presentazioni.

È il futuro, ovvero il 13 settembre 1999 (!). Il comandante John Koenig (Martin Landau) va a prendere servizio nella Base Lunare Alpha per rimpiazzare il comandante Gorski (Philip Madoc), e viene accolto in quarta dal collega Victor Bergman (Barry Morse) che gli dice che stanno morendo persone per delle radiazioni che non sono vere e proprie radiazioni, ma forse un virus che danneggia il cervello (ci sono già state nove vittime). Allo stesso tempo, però, la missione di Koenig è di assicurarsi che degli astronauti arrivino sul pianeta Meta, dove sembra ci siano forme di vita aliene. La dottoressa Helena Russell (Barbara Bain – moglie di Landau) consiglia al comandante di non far partire la missione verso Meta, i rischi sono troppo grandi. Il capitano Alan Carter (Nick Tate), invece, non vede l’ora di partire.

Un’informazione chiave per leggere qiesti eventi è che la Luna viene usata da anni come deposito di scorie nucleari, e sembra che gli immensi depositi accumulati fino ad ora possano essere causa delle morti. Koenig comincia ad indagare, e ottiene di rinviare futuri invii di scorie al costo della promessa di mandare la missione su Meta.

Ma la situazione è drammatica, visto che la gente continua ad impazzire (e poi a morire) senza che venga identificata la causa del male. Koenig va contro i suoi ordini riguardanti il pianeta Meta pur di capire cosa sta succedendo, e nell’episodio seguiamo le sue indagini che portano tutte verso la Waste Disposal Area 1, l’Area Rifiuti 1, dove succedono cose inspiegabili. Finalmente Koenig capisce che sono le radiazioni magnetiche causate dall’enorme quantità di rifiuti radioattivi ad essere problematiche, e c’è il rischio di un incidente catastrofico che quelli della base provano ad evitare, con il beneplacito del Commissioner Simmonds (Roy Dotrice), che arriva sulla Luna dalla Terra a supervisionare l’operazione.

Ma le cose vanno storte, come anticipato dalla sigla (con una musica che più anni Settanta non si può) che sin da subito mostra un’esplosione gigantesca e la Luna che si stacca dall’orbita terrestre. Questo succede nel finale di Breakaway, in cui capiamo che il nostro satellite naturale va in direzione proprio del pianeta Meta… 

E questo è solo l’inizio della serie, ciò che dà il via alle avventure di Space: 1999. Diciamo che è l’introduzione che giustifica il resto delle avventure, coi nostri eroi che viaggiano non su una nave come l’Enterprise di Kirk, ma in una base sulla Luna alla deriva. Ai fini pratici, non c’è grossa differenza.

Il primo episodio è sontuoso, non si è badato a spese tra decine e decine di comparse, scenografie curatissime e effetti speciali usati a profusione, con tantissime scene di Eagle (le navicelle della base) che volano, che spostano taniche di rifiuti, che esplodono…

La base brulica di vita, e sin da subito dà l’impressione di poter funzionare realmente, con moltissime sezioni e membri del personale incaricati di compiti vari (amministratori, medici, scienziati, piloti…). E anche i personaggi sembrano ben caratterizzati: Koenig è deciso ed è una persona retta e coraggiosa (ad un certo punto va lui stesso con una Eagle ad esplorare la zona pericolosa della Luna), anche se forse viene presentato come fin troppo intelligente, visto che in poche ore dal suo arrivo capisce il problema e pure la soluzione, anche se è troppo tardi per attuarla. Poi in pochi secondi prende la decisione più difficile: quella di non tentare una fuga dalla Luna che è uscita dall’orbita, ma di restare nella base e tentare di arrivare al pianeta Meta

La dottoressa Russell è molto competente e fa di tutto per aiutare chi è sotto le sue cure, ma non le manda a dire: quando ha una critica per il comandante (Non abbiamo bisogno di eroi!), gliela dice senza troppe cerimonie. Il dottor Bergman sembra più inserito nella catena gerarchica della base, ma forse è troppo presto per dirlo. Infine Carter sembra l’uomo deciso sempre pronto per l’azione. Sono questi quattro i personaggi che emergono con più forza da questo Breakaway, ma sono circondati da tantissimi altri, quindi mi aspetto molto in quanto ad interazioni tra membri dell’equipaggio. 

Sono curiosissimo di continuare con la visione di questa serie che vede l’equipaggio della base Alpha in giro per lo spazio sul suolo di una Luna fuori controllo. Non la più rosea delle situazioni… Ciao! 

PS: la faccia nota di Don Fellows (ve lo ricordate in Raiders of the Lost Ark, I predatori dell’arca perduta, 1981?) fa una comparsata come giornalista che narra le conseguenze sulla Terra dell’allontanamento della Luna


Episodio successivo: Questione di vita o di morte


29 risposte a "Space: 1999 – S01E01: Separazione"

  1. Me lo sono rivisto in occasione di questo tuo viaggio, e ti dico subito che considero una cattiveria da parte tua chiamarle Eagle: sin da quand’ero bambino sono Aquile!!! 😀

    Scherzi a parte (so che vedi l’edizione inglese delle serie, io invece mi sono rigustato quella italiana su RaiPlay) l’inizio mi sembra chiaramente una super-strizzatona d’occhio a “2001” (1968) di Kubrick: Koenig viaggia seduto molto basso, c’è l’assistente che cammina al centro dei sedili e tutti parlano di una epidemia sulla Luna… in quanti altri modi dovevano strizzare gli occhi a Kubrick? Praticamente ne hanno ricreato l’incipit 😛

    Domanda: ma il povero comandante Gorski che è stato sostituito… è riuscito a tornare sulla Terra all’arrivo di Koenig? Nel caso sarà l’uomo più felice del mondo, salvatosi per caso, altrimenti il protagonista avrà a bordo uno che sarà sempre pronto a pugnalarlo alle spalle ^_^

    P.S.
    Questa serie l’ho riscoperta solo sul finire dei Novanta, quando cioè la RAI l’ha riesumata dai propri archivi, perciò quando nel 1992 sono andato al cinema a vedere “Al lupo, al lupo” di Carlo Verdone non ho potuto gustarmi l’inside joke, visto che il padre dei tre protagonisti, che inseguono per tutta la vicenda, è interpretato da Barry Morse! 😉

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    1. La strizzatina parte dal titolo della serie, 2001: : 1999, siamo lì! Anche il tono spesso ci prova ad arrivare al filosofeggiante 2001…

      Gorski non riappare, quindi secondo me è stato fortunato, a meno che la Terra non sia stata preda di sconvolgimenti climatici dovuti alla perdita del suo satellite naturale! X–D

      Ma io non ho visto il film di Verdone con Morse! Devo rimediare! :–)

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  2. Questo è l’episodio che mi è passato sotto gli occhi qualche anno fa. In occasione del restauro della serie la ritrasmisero su RaiTre… e lì decisi che Star Trek era cento volte meglio 😛
    A parte gli scherzi, ha un ritmo davvero blando, ci hanno impiegato 40 minuti sui 50 della puntata per capire che toh! guarda un po’! radunare una quantità spropositata di scorie radioattive in un unico sito può essere pericoloso… non so se ce la posso fare 😅
    Non è vero, scherzo, approfitto delle tue recensioni per rivederla anch’io, che comunque è un pezzo di cuore e merita un ripasso 😉

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    1. A essere spietatamente onesti, noi tutte le scorie radioattive degli ultimi decenni ce le teniamo sulla Terra, e sono mille volte superiori a quelle della serie senza che questo ci faccia sorgere dubbi sul nostro operato: direi che Koenig è stato molto più sveglio di noi! 😀

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      1. Ma sì, per carità, ci mancherebbe. Solo che per come sembrano evoluti, con basi lunari, navette Terra-Luna efficienti come la metro di Londra, Aquile (Aquile! 👍) che volano di qua e di là come fossero droni, si sarebbe potuto pensare che magari riuscissero a controllarle un po’ meglio, quelle scorie… comunque dai, non voglio essere troppo polemica, c’è sicuramente di peggio in giro per quanto riguarda la fantascienza, e Spazio 1999 merita sicuramente un’altra chance da parte mia😉

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              1. E chi non la vorrebbe, miseriaccia (cit. Nathanneveriana, che ci sta sempre bene)? 😜 Peccato che, al momento, quell’autentico genio del responsabile non sia interessato a spingere oltre il suo progetto… Mi sa che, per riuscire a convincerlo, dovremmo diventarlo in tanti, “spingitori di progetto” 😉

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  3. Ecco, sono appena decollato su Aquila 1 per riuscire a starti dietro in questo viaggio: metterò i motori al massimo della potenza, esattamente come fa Alan Carter in “Separazione” per non rimanere fuori portata della luna vagabonda 🙂 Ah, comunicazione di servizio: il distacco “atomico” dall’orbita terrestre ha un suo cosmico perché, e questo perché (comprendente l’impossibilità di poter fare andare le cose in un altro modo) lo si capirà man mano che la serie prosegue, fino a culminare nell’ultimo episodio 😉 Tornando nello specifico dell’episodio, io ebbi la fortuna di vederlo al cinema in un film arrivato in Italia prima della programmazione di “Spazio 1999” sulla Rai, permettendo così al pubblico di non arrivare a digiuno a quell’appuntamento (sempre più atteso) di un 31 gennaio 1976 ormai entrato nella leggenda…

    https://www.comingsoon.it/film/spazio-1999/16088/scheda/ https://www.bloodbuster.com/catalogo/colonne-sonore/cd/spazio-1999/

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    1. Quindi Giuseppe stai dicendo che “la serie “Spazio 1999” ha ben 3 temi iniziali??? L’originale, quello degli Oliver Onions che vedevo io da bambino e ora pure Morricone al cinema? In pratica fa concorrenza agli anime e le loro infinite versioni musicali italiane 😛

      Scherzi a parte, la grande tradizione italiana di portare le serie TV su grande schermo la dice lunga su quanto fosse potente all’epoca da noi il medium cinema, che peccato poi abbia fatto una brutta fine…

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        1. Per non parlare di chi poteva permettersi i primi televisori a colori negli anni in cui PAL e SECAM ancora convivevano come standard di trasmissione europei (prima che si optasse definitivamente per il PAL): essendoci qualche problema a livello di compatibiltà di colore fra i due standard, a seconda del televisore che si possedeva le tonalità cromatiche potevano non essere le stesse. Tra l’altro, i primi modellini delle Aquile prodotti dalla leggendaria e mai abbastanza compianta marca britannica “Dinky Toys” avevano dei dettagli (come il modulo di pilotaggio) di un curioso verde, mentre avrebbero dovuto essere bianchi: solo in un secondo tempo mi venne in mente che questo aspetto potesse in qualche modo essere legato alle tonalità “sfalsate” con le quali alcuni possessori di tv SECAM affermavano di vedere “Spazio 1999″…

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            1. E tieni conto che, dopo la chiusura della Dinky Toys, altre case si sono messe ad “aquileggiare” negli anni con impegno: non ricordo al momento quale fosse la marca, ma c’erano delle “Aquile” (visto, visto 😉) di discrete dimensioni e dai dettagli eccezionali, tanto da dare l’idea di essere uscite direttamente dalle abili mani di Brian Johnson e dei sodali Nick Allder e Martin Bower (chissà che non ci sia poi effettivamente stata, una loro consulenza tecnica a riguardo)… Ah, i prezzi ovviamente NON erano proprio popolari, diciamo così 😛

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    2. 70 minuti di musica di fantascienza anni settanta di Morricone! Questa poi è veramente una scoperta! Sapevo dei film fatti montando episodi o pezzi di episodi insieme, ma di Morricone lo scopro adesso (d’altronde so che sei una fonte inesauribile di informazioni!). Grazie! :–)

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