Jurassic Park: recensione del film

Jurassic Park uscì nel 1993 e confermò più che il già ben noto talento di Steven Spielberg, il suo fiuto per gli affari, diventando un successo immediato e incassando oltre il miliardo di dollari al botteghino: di fatto, è il film che più ha guadagnato tra tutti quelli di Steven Spielberg regista, dato il budget di 63 milioni di dollari.

Un film così io non potevo non amarlo, credo che lo vidi in sala all’uscita coi miei bei undici anni d’età e subito dopo lessi pure il libro omonimo scritto da Michael Crichton prestatomi dall’amico pietroskj. E nelle tre decadi successive ho continuato a riguardarlo e ad amarlo anche se, va detto, con l’età (per non chiamarla vecchiaia) ne noto ogni volta di più i difetti. Ma cominciamo dalla trama. Davvero qualcuno non conosce la trama di questo film?

John Hammond (Richard Attenborough) è un ricco milionario che è riuscito a creare un parco tematico giurassico sull’isola Nublar, a duecento km dalla costa del Costa Rica, nel Pacifico (ispirata alla reale Isla del Coco). Grazie ad avanzate tecniche di clonazione, gli scienziati della sua impresa hanno ricreato non solo le piante di quell’era, ma anche i leggendari dinosauri, sia erbivori che carnivori.

Dopo la morte di un lavoratore divorato da un velociraptor, Hammond è costretto a testare la sicurezza del parco con degli esperti esterni. Così invita i paleontologi Alan Grant (Sam Neill) e Ellie Suttler (Laura Dern), il matematico Ian Malcolm (Jeff Goldblum), l’avvocato succhiasangue Donald Gennaro (Martin Ferrero), e pure i suoi due giovani nipoti Lex e Tim (Ariana Richards e Joseph Mazzello). Naturalmente va tutto rapidamente in vacca, tutto per colpa dell’avido Nedry (Wayne Knight) che fa saltare i perimetri difensivi del parco. Così la storia diventa un’avventura per sopravvivere nell’isola popolata da veociraptor, dilofosauri e pure un Tyrannosaurus Rex.

A parte l’idea geniale di fare uno zoo giurassico, direi senza tema di essere smentito che il segreto del successo di Jurassic Park sta negli effetti speciali, esageratamente belli. Stan Winston agli effetti pratici fece miracoli ricreando con animatronics i raptor, il T-Rex, il triceratopo… E risultano ancora oggi validi pure i dinosauri fatti con la CGI dell’epoca (penso ai brachiosauri, i primi dinosauri visti dagli ospiti di Hammond all’arrivo sull’isola). Perché? Perché Spielberg fu abbastanza intelligente da capire di doverne minimizzare le apparizioni, e di usarli senza farli interagire con gli attori: muovendosi sullo sfondo dello schermo, pur se con effetti digitali datati, non danno affatto fastidio (la mandria di gallimimus è forse quella che stona di più a rivedere il film oggi). 

Però, certo, gli effetti speciali non sono tutto. Le musiche di John Williams fanno un’altra buona parte del lavoro, creando un senso di meraviglia notevole nelle scene di scoperta delle creature, e costruendo tensione in quelle in cui gli umani devono scappare per restare in vita. La fotografia di Dean Cundey è perfetta.

E tutto il cast era in forma smagliante, ognuno perfetto per la parte, ognuno capace di lasciare il segno. Certo, se vogliamo, uno dei punti deboli del film sta nella bidimensionalità di alcuni personaggi… Mentre apprezzo l’evoluzione di Grant, per quanto semplice (da “odio i ragazzini” a “adoro i ragazzini“), è innegabile che di Malcolm ricordiamo l’overacting di Goldblum più delle sue spiegazioni della teoria del caos che rasentano il ridicolo. E Hammond fa quasi tenerezza nella sua positività a tutti i costi (nel suo bianco splendente, è contrapposto al negativo Malcolm, vestito interamente di nero).

L’avvocato naturalmente (e giustamente) dura il tempo di un caffè, ed è una delle poche vittime, insieme al cattivo Nedry, all’unico afroamericano (Samuel L. Jackson), e al cacciatore Muldoon (Bob Peck). A quest’ultimo tocca una delle battute più ricordate del film, quel Clever Girl (Sei furba, eh) detto prima di morire. Sfortunato, Peck, che morì pochi anni dopo, nel 1999, a soli 53 anni per un tumore.

Muore poca gente nel film. Addirittura rimane vivo pure Tim dopo aver ricevuto una scarica di 10mila volt nel corpo, in una delle scene meno riuscite del film. Tra i difetti che non posso non vedere ad ogni nuova visione c’è infatti l’eccessivo buonismo di uno Spielberg che, se avesse fatto questo film nel periodo di Jaws (Lo squalo, 1975), l’avrebbe riempito di sangue e morti, altroché!

E poi, certo, ci sono tanti errori su cui si è passati sopra in fase di creazione del film per massimizzare la spettacolarità di alcune scene. Un esempio? Grant e i due bimbi cadono in un enorme burrone dove fino a poco prima c’era della normale vegetazione, tanto che il T-Rex era arrivato proprio da lì. E vogliamo parlare del finale? In cui il T-Rex entra silenziosamente ed educatamente dalla porta del centro visitatori giusto in tempo per divorare i due velociraptor che stanno cacciando i nostri protagonisti?

Ma sono il primo ad ammettere che  pur coi suoi difetti, Jurassic Park resti uno dei migliori blockbuster mai fatti, divertente dall’inizio alla fine, un film per un pubblico giovane ma che comunque non rinuncia a mostrare un po’ di violenza (e ad usare anche delle parolacce!), ed è un film che porta visibilissima la firma di Spielberg in ogni momento. Un esempio? L’inseguimento tra la jeep e il T-Rex contiene quello che si definisce un signature shot del regista (una tipica inquadratura), quella in cui vediamo il T-Rex dallo specchietto retrovisore.

Una cosa che non ho mai capito è se l’inquadratura finale dei pellicani debba essere rassicurante oppure no. Le teorie spiegate da Grant mettono in chiaro come gli uccelli siano i reali discendenti odierni dei dinosauri: dobbiamo tirare un sospiro di sollievo a vederne alcuni dopo aver capito quale sia il potere distruttivo dei loro antenati, oppure dobbiamo averne timore?

In ogni caso, Jurassic Park, signore e signori, un film che ha pure generato un numero spropositato di seguiti, (due seguiti diretti, nel 1997 e nel 2001, e poi quelli da Jurassic World, 2015, in poi, usciti nel 2018 e nel 2022). Scriverò di quelli che mancano qui sul blog? Vedremo… Ciao! 


Link esterni:


13 risposte a "Jurassic Park: recensione del film"

  1. Ottima recensione! Io e te la pensiamo alla stessa maniera, è un film che amiamo profondamente e che ha lasciato una forte impronta nelle nostre vite, ma entrambi siamo pronti a sottolineare i difetti che ha questa pellicola come appunto il finale con l’arrivo del T-rex. Diciamo che sul momento, catturato dal climax della scena, quasi non ci pensi e qui bisogna fare i complimenti a Spielberg per come costruisce tutto, però in seguito ci pensi eccome. In ogni caso tra effetti speciali d’avanguardia che ancora oggi sono sorprendenti (grazie a una perfetta unione tra animatronics e CGI), delle musiche stupende, un ritmo che convince, una regia impressionante e dei personaggi carismatici, questo film rimane ancora nella leggenda nonostante non sia perfetto. Ancora una volta complimenti per l’articolo!

    Piace a 2 people

    1. Grazie mille, gentilissimo come sempre! :–)

      Questo Spielberg era più per famiglie di quello di Jaws o Duel, ma ci sono dei momenti da storia del cinema qui dentro che non si dimenticano facilmente. E qualche errore, sì, ma lui non è mai stato un perfezionista in quel senso (anche i tre film di Indy contengono errori di montaggio, continuità… eppure sono splendidi!).

      Piace a 1 persona

  2. Un film pieno di difetti, anche logici, notati anche durante la prima visione in sala quando ero alle elementari, ma che tutt’oggi adoro. Solo recentemente so che Spielberg curò solo in parte la regia, essendo impegnato anche su Schindler’s List, e si vede. E anche a me non è piaciuto Goldblum. Tra gli errori scientifici più grandi, il T-Rex incontra un avvocato e non scappa a gambe levate, poco credibile. Rimane comunque il capitolo migliore delle due trilogie, perché portava, per la prima volta, la magia e il mito dei dinosauri, in maniera “reale”. E visto che siamo più o meno coetanei, una buona preparazione ce l’aveva data The Land Before Time.

    Piace a 1 persona

    1. Don Bluth ci aveva regalato dei dinosauri stupendi qualche anno prima, è vero!

      E hai ragione da vendere sugli avvocati! X–D

      Presto usciranno da queste fottute pareti anche gli altri film della saga, ma senza dubbio questo è l’unico che valga la pena vedere e rivedere. :–)

      Piace a 1 persona

  3. Il vero difetto principale di “Jurassic Park” è… è che siamo invecchiati dalla prima volta ch9e l’abbiamo visto in sala, e da allora tanti altri dinosauri sono passati sotto i ponti! 😃 Ormai siamo diventati esigenti e spacchiamo il proverbiale capello in quattro… Questo non influisce sul fatto che del capostipite della saga ci si ricordi sempre con grande affetto e rispetto, ovviamente 😉

    Piace a 1 persona

  4. Ma guarda, proprio ieri mi è capitato di raccontare la trama di Jurassic Park ai bambini! Dicevano che sarebbe stato bello un mondo senza zanzare, e quando ho risposto: “Ma allora non avremmo nemmeno il parco a tema coi dinosauri!” si sono riempiti di curiosità. Ora è chiaro che dovremo vederli tutti! XD

    Piace a 1 persona

Lascia un commento