Halloween 4: The Return of Michael Myers: recensione del film

Come scritto qualche tempo fa, quest’anno per la terza volta nella sua breve storia vengonofuoridallefottutepareti partecipa all’iniziativa Notte Horror di un gruppo di blogger patiti (o anche no) del genere horror. Ecco quindi il mio primo contributo!

Halloween 4: The Return of Michael Myers (Halloween 4 – Il ritorno di Michael Myers) è un film del 1988 che nasce dal malumore dei fan che non avevano apprezzato il cambio di rotta di Halloween III: Season of the Witch (in Italia: Il signore della notte, 1982), e segna quindi un ritorno alle origini per la saga nata con il film del 1978 firmato da John Carpenter (a partire dal titolo, che mette nero su bianco sin dal principio che torna Michael Myers).

Io credo che fosse stata fatta la cosa giusta col terzo capitolo che era qualcosa di diverso, basato sull’idea di avere sequel ambientati nella notte di Halloween ma slegati tra loro, come una raccolta di storie horror indipendenti accomunate dallo svilupparsi nello stesso periodo dell’anno. D’altronde la scrittura del secondo capitolo  (Halloween II, ma in Italia uscito col titolo Il signore della morte, 1981) era costata una fatica immane a Carpenter, e il risultato era stato un debole seguito che introduceva l’elemento della parentela tra Michael e Laurie Strode e poco altro, con un finale che non lasciava la porta troppo aperta ad un ritorno del villain armato di coltellaccio. Carpenter aveva capito ben presto che quel personaggio potesse dare poco altro al mondo: è il male incarnato, cammina lentamente verso le sue vittime, e le uccide con coltelli o a mani nude (o in modi più fantasiosi, almeno in questo film). Visto una volta, visto due volte, che bisogna vedere di più?

Ma i fan, si sa, sono creature diaboliche, più di Michael Myers, e quindi ne chiesero il ritorno a gran voce. Moustapha Akkad, storico produttore della saga, richiamò John Carpenter e Debra Hill per scrivere il soggetto del film, ma la loro idea di studiare come il male di Myers si potesse diffondere nella cittadina di Haddonfield fu giudicata troppo cerebrale e lontana dai primi due film. Così si misero in quattro a scrivere un soggetto che più prevedibile di così sarebbe stato difficile scrivere (Alan B. McElroy, Danny Lipsius, Larry Rattner e Benjamin Ruffner).

In poche parole, a dieci anni dagli omicidi narrati nel primo film, Michael Myers (George P. Wilbur) fugge durante un trasferimento da un’istituzione ad un’altra, e torna a Haddonfield per uccidere Jamie (Danielle Harris), la piccola figlia di Laurie Strode (morta undici mesi prima in un incidente perché Jamie Lee Curtis al tempo non voleva sentirne parlare di tornare a lavorare in un film di Halloween). A provare a fermarlo ci sono il solito dottor Loomis (Donald Pleasance), sfigurato dall’incendio del finale di Halloween II, e il nuovo sceriffo di Haddonfield, Ben Meeker (Beau Starr). Ad accompagnare la piccola Jamie c’è la figlia della coppia che l’ha adottata, cioè la sostituta di Laurie Strode, Rachel (Ellie Cornell). Fanno da contorno varie vittime predestinate di Michael Myers, tra cui segnalo la bella Kathleen Kinmont, al cui personaggio tocca sicuramente la morte più interessante (impalata con un fucile).

Kathleen COPS DO IT BY THE BOOKKinmont prima di fare una finaccia

Il film è di una qualità decisamente inferiore ai precedenti in vari aspetti, e credo che tra i responsabili ci sia senz’altro l’inutilità del regista Dwight H. Little: non solo risulta patetico quando prova a fare il verso a Carpenter, ma la direzione degli attori è a dir poco scandalosa… Sicuramente il basso budget è parzialmente responsabile del risultato finale, perché immagino che il cast avrebbe potuto fare meglio con più tempo con più ciak a disposizione, ma la stessa limitazione si applicava al primo film e tra i due c’è una differenza abissale.

E certo, non è che la sceneggiatura sia delle migliori, ma alcuni momenti che potenzialmente avrebbero potuto funzionare risultano piattissimi a causa di una messa in scena davvero scarsa (un esempio è quando i genitori di Rachel le dicono che dovrà prendersi cura di Jamie e non potrà uscire col ragazzo: ogni linea di dialogo è recitata come fosse la lista della spesa).

Per questo mi fa sorridere che la maggior parte delle critiche  al tempo si fosse concentrata sulla qualità della maschera di Michael Myers, un dettaglio di ben poco conto! In realtà, la trama fa quello che può dato l’obiettivo di ripetere la forma del primo film: Myers prova ad uccidere Jamie a Haddonfield e nel mentre fa fuori svariate altre persone.

E poi anche gli effetti speciali sono limitatissimi, gli omicidi per lo più non vengono mostrati, e se l’efferatezza di Michael non viene trasmessa dalle immagini, il villain perde almeno metà della sua forza! 

Volendo concludere in maniera non così tanto negativa, lasciatemi dire che sono tre gli elementi positivi che individuo nel film. Il primo è la musica di Alan Howarth, impreziosita dal tema di Carpenter. La seconda è la lieve critica sociale alla voglia di farsi giustizia da soli dei solerti cittadini di Haddonfield che, ubriachi, imbracciano i fucili e montano sui loro pick up per cercare l’assassino, e ci vanno di mezzo persone innocenti. La terza è il finale, pur se prevedibilissimo, visto che lo si capisce appena Jamie sceglie come costume di Halloween lo stesso che indossava il giovane zio da bambino quando uccise la sorella.

Ecco infatti l’idea che il male incarnato da Michael si possa trasmettere, come capisce perfettamente il disperato dottor Loomis nella scena finale, un’idea che è stata ripresa anche recentemente da David Gordon Green nel suo terzo film della saga (Halloween Ends, 2022). Il film si chiude quindi con una scena molto potente, che funziona anche perché Donald Pleasance è varie spanne sopra il resto del cast, e quindi alla fine il mio giudizio del film è tiepidino per la mancanza di originalità e per la realizzazione molto deficitaria, ma il film non è un disastro totale come pensavo prima di avvicinarmici. Ciao! 

PS: la maschera di Michael è orrenda, questo va detto.

PPS: tra due ore la Notte Horror continua su The Obsidian Mirror con Gli occhi dentro (1994)!


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24 risposte a "Halloween 4: The Return of Michael Myers: recensione del film"

  1. L’aspetto più incredibile di questo film è quello di ritrovare Loomis vivo e vegeto dopo il finale dell’episodio precedente. Ecco, io a quel punto avrei insistito sul lato soprannaturale, ma non di Michael, bensì di Loomis.
    Il film tutto sommato si lascia guardare, almeno per noi diabolici fan, ma l’amaro in bocca di una saga abbandonata nelle mani di mestieranti si fa sentire, specie se mi togli la Curtis…

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  2. Ho letto con molto piacere la tua recensione e non posso far altro che concordare con te riguardo l’idea dietro Halloween 3. Fare un film all’anno legato a questa festa, con soggetti diversi, era davvero ottima e poteva creare una sorta di tradizione interessante e dare spazio anche a storie davvero divertenti. Immagino però che Myers fosse diventato fin troppo iconico per non farci una decina di seguiti. Ti dirò, in uno strano modo apprezzo questo quarto capitolo. È tremendo sotto tanti punti di vista, ma non riescono a criticarlo troppo. Inoltre adoro il finale. Quel finale con Jamie con il costume e il coltello in mano è veramente un’immagine forte e poteva dare le basi per un seguito veramente diverso e coraggioso. Per questo detesto parecchio il quinto capitolo perché da un’idea potenzialmente forte hanno deciso di fare marcia indietro e hanno creato uno dei capitoli più noiosi della saga (ma non uno dei più brutti).
    Comunque è vero, la maschera è brutta, ma la cosa che mi fa ridere è che in un frame era perfino rosa. Straordinario.

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    1. Grazie! Diciamo che in una saga dove dopo aver toccato il fondo hanno pure cominciato a scavare, questo film probabilmente non è nemmeno tra i più brutti, ma in ogni caso siamo lontanissimi dalla vetta del primo film. Il terzo film nasceva da un’idea brillante, ha vari momenti iconici, ma purtroppo anche un sacco di problemi. Ma se si fosse seguita quella strada almeno avremmo avuto una saga un po’ più varia, ecco! :–)

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      1. Nessuno dei seguiti si avvicina un minimo al capolavoro di Carpenter. Perfino H20 che io considero il seguito migliore della saga non riesce a raggiungerne la bellezza. E comunque anch’io avrei preferito la strada intrapresa con Halloween 3

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  3. Era già abbondantemente chiaro che la saga era molto più morta di Michael, ma proprio come lui continuava a tornare in vita (apparente) episodio dopo episodio: siamo da poco arrivati al 13° titolo della saga, direi che l’accanimento terapeutico è da segnalare al Tribunale dei Diritti degli Spettatori! 😛
    Investire sempre meno soldi, scegliere soggetti sempre più vuoti e sceneggiature sempre più ridicole è stata la mossa giusta per uccidere una saga morta, ma visto che torna sempre in vita è chiaro che ha vinto Michael, che ci ha regalato materiale per Notti Horror a non finire ^_^

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    1. Ahahahah! Siamo veramente all’accanimento terapeutico con un cadavere tra le mani, e da moltissimi anni! Mi unisco alla tua segnalazione a questo Tribunale. :–D

      Però non si può negare che sia materiale d’oro per le nostre Notti Horror, questo sì…

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  4. Mi ricordo bene due cose entrambe di Kathleen Kinmont legate a questo film, oppure potremmo dire tre, la maschera di Michael Myers che sembra un chilo di gomma pane consumata, quella che si usava a scuola. Aveva ragione Carpenter, ma trasformala in una bella saga antologica e lasciare in pace Michael? Brutto? 😉 In ogni caso ottimo post come sempre! Cheers

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  5. La trovata del male trasmissibile da Michael Myers ad altri individui era azzeccata, ma per avere un film migliore allora questa avrebbe (forse) dovuto essere la premessa e non la conclusione….

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  6. bel post, come al solito
    non ho capito: se partecipi per la seconda volta come può essere il tuo primo contributo? cmq, hai scelto un film particolare 🙂

    invece, funziona mettere tutti questi link? io quando li metto vedo che non li clicca nessuno… -_-

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    1. Intanto grazie perché c’era un typo, è la mia terza partecipazione dopo la notte horror 2021 e quella 2022. X–D

      I link mi piace metterli perché spesso noto dalle statistiche utenti sparsi che restano sul blog decine di minuti saltando da un post all’altro usando i link interni. Chiaro, non è la maggior parte dei lettori, ma se riesco a rendere il blog un posto interessante dove leggere cose almeno per qualcuno, mi ritengo soddisfatto! :–)

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