Star Trek: TOS – S03E22, Sfida all’ultimo sangue

picture-131Oh oh, ci risiamo. Sfida all’ultimo sangue (The Savage Curtain) è un’altra riedizione di Kirk e Spock costretti a combattere da degli alieni ultra potenti. L’unico cambio della formula sta nel fatto che l’alieno malvagio non è il primo che si materializza, in questo caso è un essere che ha le fattezze di Abraham Lincoln (Lee Bergere), ma una specie di predecessore di Jabba the Hutt (anzi, più di Pizza the Hutt, cioè il Pizza Margherita di Spaceballs, Balle spaziali, 1987, di Mel Brooks), un ammasso di lava senziente che mette buoni contro cattivi.

Nel combattimento di questo episodio, ecco dalla parte dei buoni Kirk, Spock, Lincoln, e il padre della civilizzazione vulcaniana Surak (Barry Atwater). Dalla parte dei cattivi troviamo il colonnello Green (Phillip Pine), la bella (!) Zora (Carol Daniel DeMent), Genghis Khan (Nathan Jung) e l’unico personaggio degno di interesse, per me cresciuto con The Next Generation e Deep Space Nine, il mito di Worf: Kahless (Robert Herron).

E cosa sono costrette a fare queste menti brillanti? Ma a fare a cazzotti, naturalmente, in uno dei cliché più usati dalla serie classica di Star Trek (e anche uno di quelli più parodiati da prodotti come Futurama, per nominarne uno). La prima parte dell’episodio allunga il brodo con l’accoglienza in pompa magna di Lincoln a bordo dell’USS Enterprise. La seconda passa all’azione la cui risoluzione appare pure frettolosa: i cattivi sono in superiorità numerica dopo aver fatto fuori Surak e Lincoln, ma poi inspiegabilmente scappano dopo due manate ben assestate da Kirk e Spock. Mah… Non si capisce cosa volesse comprendere Jabba facendo combattere a mani nude questi umanoidi tra di loro.

Cosa resta di questo episodio? Un bel dialogo antirazzista tra Kirk, Uhura e Lincoln, l’apparizione di Kahless, eroe della cultura Klingon, e Surak, figura monumentale per i vulcaniani (entrambi contribuiscono alla costruzione di un’interessante mitologia), e nient’altro se non la voglia di chiudere questa terza stagione che, pur non essendo tutta da buttare via, contiene certamente troppi episodi come questo che non sono certo quelli che hanno reso grande il nome di Star Trek. Altri due episodi, speriamo migliori di questo, ed è fatta, ciao!

PS: questo episodio ha due sceneggiatori: Gene Roddenberry (sigh) e il famigerato Arthur Heinemann che già ci aveva regalato quella ciofeca di Viaggio verso Eden. Complimentoni ad entrambi.


Episodio precedente: Una città tra le nuvole

Episodio successivo: Un tuffo nel passato


16 risposte a "Star Trek: TOS – S03E22, Sfida all’ultimo sangue"

  1. Molti episodi non me li ricordo. Alcuni è perchè è passata letteralmente una vita, mentre altri immagino che li ho scordati apposta. Dalla descrizione questo sembra uno di questi ultimi.
    “Kahless contro Surak” come evento, sarebbe un pò l’equivalente di Star Trek di Mazinga contro Goldrake, ma dubito che sia stato sfruttato in modo degno di tale epicità XD
    La cosa che personalmente trovo più buffa della serie classica sono questi personaggi storici terrestri che ogni tanto (per non dire spesso) saltano fuori così, alla pene di segugio.

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    1. Alla fine il world building della serie originale spesso (non sempre) si limitava a buttare lì nomi e ricorrenze senza grossi approfondimenti. Il bello è che le serie e i film successivi poi hanno sviluppato tutto ciò, insieme a una considerevole quantità di libri e fumetti satellite! Alla fine l’universo Star Trek è ricchissimo anche grazie a quelle idee che talvolta, come hai giustamente scritto, erano un po’ buttate là senza grande costrutto!

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      1. E’ il bello dell’essere sceneggiatore. Davanti a certe cose da spettatore ti sei fatto le stesse domande dei fans (tipo “ma questo che senso ha?”), ma ora dovendole scrivere tu hai la possibilità di dare loro un senso (o di combinare una vaccata ancora più grossa nel tentativo, dipende XD)

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      2. Ed è esattamente quello che è successo pure stavolta, visto quanto esseri potenti (e lo sono più di quello che sembrano) e ambigui come gli Excalbiani rappresentassero un’occasione troppo ghiotta per rimanere confinata all’interno di un singolo episodio: in una serie a fumetti collocata cronologicamente fra “l’Ira di Khan” e “Alla ricerca di Spock”, infatti, queste creature dalla materiale apparenza lavica riprenderanno su larga scala l’esperimento incentrato a scoprire le differenze fra i concetti di bene e male, solo all’apparenza conclusosi in “Sfida all’ultimo sangue” (ti basti sapere che prenderanno prigionieri i leader Organiani già visti nella TOS e scateneranno una guerra fra la Federazione e i Klingon). Il prossimo episodio sarà superiore, e non lo dico per sminuire “Sfida all’ultimo sangue” (anche perché proprio non se lo merita) ma perché viene considerato praticamente all’unanimità come uno dei migliori dell’intera TOS… a totale differenza del successivo e ultimo “L’inversione di rotta” (Turnabout Intruder) 😦

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  2. Da qualche vago indizio mi sembra di capire non ti sia piaciuto questo episodio 😀
    Spesso mi dico che sia stato un bene aver conosciuto la serie quando le emittenti italiane se ne fregavano altamente dell’originale e mandavano in onda solo gli episodi migliori: col senno di poi, hanno fatto un ottimo lavoro! Mamma RAI ha fatto un buon lavoro facendo vedere al piccolo Etrusco solo gli episodi migliori della serie, lasciando questo Jaba the Hutt in cantina 😛
    Ricordo una serata di una trentina d’anni fa in cui Italia1 mandò in onda cinque episodi della serie considerati i migliori dal Fan Club: l’entusiasmo scemò quando scoprii di sapere a memoria tutti e cinque, visto che erano fra quelli appunto più trasmessi. Sta’ tranquillo che questo qui, come i peggiori da te citati, solamente pochi fan attenti avevano avuto modo di vederli.
    Invece invidio la conoscenza fumettistica di Giuseppe, perché diverse volte ho avuto possibilità di leggere (addirittura in italiano!) dei fumetti di ST e non l’ho colta, poi rimpiangendola.

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    1. Eh, questo mi sa proprio che non entra nel mio best of! Vedere una selezione dei migliori episodi ha i suoi vantaggi e i suoi svantaggi. Ti risparmi le cose peggiori, ma poi vederle per spirito di completezza ti fa soffrire perché non raggiungerai mai le vette viste inizialmente!

      Sull’universo espanso di ST, più ne scrivo più mi viene voglia di entrarci, ma è davvero sconfinato!

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  3. Questo episodio me lo ricordavo ancora (a differenza di molti altri, di cui conservavo solo brevi flash), pur avendolo visto in TV solo negli anni ottanta. L’incipit con Lincoln nello spazio mi è rimasto impresso sin da allora.
    A me non è dispiaciuto, la lotta, come spiegato da Giuseppe, era per capire il concetto di bene e male. La nota originale è lo scontro “a team” con personaggi storici.
    Da notare, anche in questa occasione, come i klingon in origine fossero personaggi subdoli, cospiratori, mercanti senza scrupoli e metafora del comunismo (vedi l’aspetto da orientale): ben più complessi delle macchiette che diventarono in seguito. Infatti, Kahless non esita ad attaccare alle spalle il nemico e ad ingannarlo imitando le voci: altro che duelli e onore!
    Per me questa puntata la sufficienza piena la raggiunge, anche qualcosa di più.

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    1. Per me è uno degli episodi più memorabili, ma per i motivi sbagliati… Tra l’altro secondo me è un episodio che sottolinea un altro problema di Star Trek (mai risolto), cioè lo Stati Uniti-centrismo che porta sempre quest’umanità futura ad idolatrare qui Lincoln, e in altre occasioni il baseball, Las Vegas, i gangster di Chicago, le Hawaii… E via così! :–)

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  4. Sono d’accordo, infatti i Klingon sono ritratti coi baffetti da cinese, stereotipo che gli statunitensi hanno (o avevano all’epoca) dell’asiatico.
    Problema secondo me ancora più evidente nelle serie successive, anche per quanto riguarda i personaggi principali. Ad esempio, Picard è francese, ma quelle poche volte che si vede la Francia è la Francia idealizzata dagli americani fatta solo di vigneti e baguette. Se ci fosse stato un italiano, avrebbe girato in lambretta 😀

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